Alpine A310, storia della granturismo sfortunata

Alpine A310, storia della granturismo sfortunata

Arrivò sul mercato 50 anni fa come erede della mitica A110: la sportiva francese non riuscì a replicare quel successo nonostante qualche tocco di personalità stilistica e meccanica

di Redazione

31.03.2021 ( Aggiornata il 31.03.2021 12:16 )

Riuscire a replicare i successi di un modello storico non è compito facile per nessuna erede. Di auto che hanno affrontato una vicenda simile ce ne sono parecchie: e uno dei casi emblematici è quello relativo alla Alpine A310. Il Marchio francese, che oggi vive una vera e propria rinascita dopo l'insediamento di Luce De Meo in Renault, aveva lanciato questa granturismo sportiva esattamente cinquant'anni fa, nel 1971, al Salone di Ginevra, provando a dar seguito al clamoroso successo commerciale avuto con la A110, la berlinetta che fece impazzire automobilisti e piloti. La A310, nonostante i buoni propositi, non ci riuscì.

Alpine A310

Alpine A310

Erede della mitica A110, la granturismo francese, lanciata sul mercato 50 anni fa, nonostante 13 anni di fila in listino (1971-1984), non riuscì a replicare il successo della berlinetta

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DALLA MIURA ALLA A310

I piani alti Alpine, a fine anni '60, decidono di provare a declinare il successo della A110 in una nuova veste, molto più sportiveggiante. La carrozzeria berlinetta viene scartata a favore di una GT ipsirata nelle linee sia alla regina dell'epoca, Lamborghini Miura, e a un modello già presente in gamma, la GT4. La disegna Jean Rédélé, prendendo in realtà come spunto anche un'altra granturismo come la Hai 450 SS della svizzera Monteverdi. Le forme in effetti sono quelle, spigolose e sportiveggianti, con alcune caratteristiche particolari.

Davanti, spicca la concezione dei fari: tre unità non separate, a filo con il muso, posti in 2 blocchi e incastonati dentro la vetrata. Una soluzione di personalità, certo, che va ad abbinarsi alle prese d'aria, inserite insolitamente quasi a contatto con il parabrezza. Dietro, il lunotto non è la classica superficie vetrata, ma una tegolatura di "Miurana" memoria, mentre i parafanghi bombati accentuano l'aggressività della vettura. La prima versione commercializzata, la 1600 VE, viene motorizzata con un 4 cilindri "milleesei" da 125 cv e 400 Nm di coppia, con 215 km/h di velocità massima. Le prestazioni non convincono clienti e appassionati, e la vettura non decolla sul mercato.

LE 4 CILINDRI VF E LA VG

Alpine tenta di rifarsi con la 1600 VF, che introduce l'iniezione elettronica Bosch. Paradossalmente, la potenza aumenta di soli 2 cavalli, e la velocità si punta scende a quota 210 km/h. L'ultima 4 cilindri commercializzata diviene così la 1600 VG, che è una A310 pensata per la guida di tutti i giorni, con una motorizzazione da citycar (95 cv e 180 km/h di massima). La VC è invece la versione da corsa della vettura, che comunque raggiunge ottimi successi nei campionati rally francesi, senza però riuscire a sfruttare quella fama sul mercato.

ARRIVA RENAULT: ECCO IL V6 DELLA R30

Il modello prova a ottenere una nuova giovinezza nel 1976, in seguito all'acquisizione di Alpine da parte di Renault. La Casa di Boulogne-Billancourt affida a Robert Opron il restyling stilistico, mentre la motorizzazione viene aggiornata con una piccola rivisitazione del V6 che spinge la R30. Ecco che Alpine A310 2700 VA, nuova variante, adotta il 2,7 litri da 150 cv e 400 Nm di coppia da 220 km/h di velocità massima, abbandonando inoltre la classica impostazione dei fari, adesso seprati in due coppie. Viene idealmente messa in concorrenza con le Porsche 911 e 924, dato che ne condivide il fatto avere motore e trazione posteriore.

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STOP ALLA PRODUZIONE DOPO 13 ANNI

Arrivano poi le versioni modificate. Già nel 1980 viene introdotta la variante con cerchi e assetto ruote della Renault 5 Turbo, nel 1981 l'aerodinamica Pack GT con cerchi da 15", nel 1982 la Boulogne con il V6 portato a 193 cv. Nel 1984, dopo 13 anni consecutivi in listino, le caratteristiche principali della A310 vengono prelevate per costruire la sua erede, la GTA. Lasciando al modello un posto di primo piano nella categoria delle sportive "sfortunate", che avrebbero potuto essere e che invece non sono state mai.

Alpine A110 S, il test

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Alpine 110, un nome, un mito dell'automobilismo che dalle pagine delle storia è tornato per rivivere in chiave moderna. La nuova Alpine A110 S emoziona anche da ferma, con i suoi richiami alla regina dei rally degli anni '60 e '70, sapientemente mischiate con le caratteristiche tecniche che la rendono una sportiva all'avanguardia. Ecco come va nella prova su strada a cura di Arturo Rizzoli

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