La
Ibiza ha seduta infossata, volante quasi verticale e distanze corrette fra comandi e guidatore. Un posto guida sportiveggiante, insomma, che corrisponde a un comportamento altrettanto brillante. La filosofia “Auto Emocìon” di Seat viene rispettata, dunque, grazie a movimenti contenuti e sempre composti del telaio: poco sottosterzo, inserimenti in curva precisi, buona agilità complessiva. Diciamo che per “ emocìonare” fino in fondo, bisognerebbe puntare su qualcosa di più grosso del “ millequattro”. Anche perché per ottenere spunti brillanti da questo 4 cilindri bisogna cercare sempre di mantenerlo all’interno di una ristretta fetta di giri: sotto i
4000 è un po’ pigro, a
5500 ha già offerto il meglio di sé.
La Ibiza frena fortissimo grazie ad un impianto eccellente, ed è stabile nelle frenate brusche. Sempre in tema di comandi, sulla Ibiza appaiono ben accordati anche lo
sterzo e il
cambio. Il primo, elettroidraulico garantisce un feeling più realistico su quel che accade alle ruote davanti. Al capitolo cambi, il cinque marce
Seat convince per via di una manovrabilità rapida e agevole, oltretutto silenziosa durante gli innesti. Per quanto riguarda il confort, entrambe si pongono su buoni livelli, peraltro non troppo distanti fra loro.
La
Ibiza è globalmente rigida sia di telaio sia di sospensioni. Ma questo non inficia in maniera significativa la comodità di marcia, segno del buon assorbimento degli
ammortizzatori che tra l’altro lavorano bene sul pavé, con una rumorosità di funzionamento poco avvertibile. A qualsiasi andatura la Ibiza è sempre silenziosa. la voce consumo penalizza un po' la Seat che non brilla particolarmente, anche per via del fatto che l’erogazione del motore porta sempre a spingere un po’ più del dovuto sul gas per cercare brillantezza.
