05.05.2010 ( Aggiornata il 05.05.2010 14:46 )
Sebbene sia nato con ben altri obiettivi, leggi quello di spingere vellutatamente le top di gamma BMW, il V8 4.4 sovralimentato dà prova di potenza già all’accensione: dai quattro terminali tondi fuoriesce un sound corposo e possente, che può essere ulteriormente enfatizzato con il motore impostato in modalità Power. Anche in movimento le note prodotte dall’otto cilindri sottointendono una notevole prestanza fisica. Tuttavia in maniera piuttosto insolita; per via della originale sistemazione delle turbine e soprattutto del singolo collettore di scarico, fra la V a 90- che formano le due bancate, il propulsore M ha un timbro lontano da quello classico dei V8, per certi versi più simile a un cattivo quattro cilindri.
La cattiveria, al contrario, non è una prerogativa dell’erogazione. D’altronde basta analizzare la curva di coppia ancor prima di mettersi in marcia, per comprendere che genere di spinta possa offrire questo motore: sono a disposizione 5650 giri, come dire dal minimo alla zona rossa. Ecco allora che la spinta, giocoforza, risulta sì poderosa e consistente, ma per certi versi un po’ troppo piatta e lineare. Su una vettura marchiata M, ci si aspetterebbe qualcosa di più graffiante. Eppure, le prestazioni, ci sono eccome: quasi 275 orari e 4”81 per passare da 0 a 100 orari con quasi 24 quintali sulle spalle, sono un’adeguata misura per comprederlo. Tanta potenza, insomma, ma espressa in maniera un po’ troppo edulcorata.
La componente più appagante per il piacere di guida, alla fine dei conti, risulta essere il cambio: in modalità manuale viene infatti attuato un taglio molto netto dell’alimentazione, che rende le cambiate decisamente secche e rapide e che produce al tempo stesso un coinvolgente effetto “mitragliata” da limitatore fra un passaggio e l’altro. Stile doppia frizione cattivo, insomma, pur conservando la tipica fluidità dei cambi con convertitore di coppia se usato in modalità normale.
Restando sempre in tema di trasmissione, lavora bene anche la trazione xDrive, qui impostata diversamente rispetto al solito: c’è maggior prevalenza di coppia al retrotreno, fatto che sommato alla presenza del Dynamic Performance Control — il sistema che ripartisce la coppia anche fra le sole due ruote posteriori — fa sì che il comportamento sia piuttosto dinamico. Tendente al sovrasterzo sui fondi a scarsa aderenza tipo neve (occhio però alla massa elevata, l’inerzia è tanta e si sente), per diventare neutro in caso di aderenza ottimale. Emerge invece parecchio sottosterzo in fase di ingresso e percorrenza di curva, sia sul lento, sia sul veloce. Fatto imputabile alla massa elevata, l’anteriore fatica a trovare il giusto appoggio dunque in curva è meglio non esagerare e contenere la propria velocità, pena un muso che allargherà in misura considerevole la traiettoria.
Una componente che risulta adeguata alla mole è invece l’impianto frenante. Oltre a garantire spazi d’arresto decisamente contenuti (35,7 metri da 100 km//h, 29,9 metri su aslfato/ ghiaccio), non risente particolarmente della fatica e regge bene anche dopo un uso intenso e prolungato, dote apprezzabile su una vettura di questo genere. Apprezzabile anche il livello di confort offerto, considerato il carattere sportivo della X6 M. L’insonorizzazione è di buon livello (meno nella zona posteriore), e pur in presenza di una gommatura smisurata, la rumorosità è tutto sommato contenuta, come testimoniano i 69,9 decibel rilevati a 130 km/h. E anche l’assetto, da parte sua, è stato tarato in una maniera che risparmia abbastanza la schiena. Le vere note dolenti arrivano al capitolo consumi, che pur se arginati in parte dall’iniezione diretta e dagli accorgimenti del pacchetto EfficientDynamics restano su livelli molto elevati: la miglior percorrenza registrata è quella a 90 orari costanti, con 8,5 km/litro, ma al limite ad esempio si passa a 1,5 km/l. Le medie reali si attestano sui 5 al litro.
Link copiato
BMW X6 M. Il SUV più veloce
Torna su