Volvo V40 Cross Country, si guida facile, consuma il giusto ed è sicura

Presentazione

La faccenda è semplice: le uniche macchine che si vendicchiano, in questo momento di magra senza fine, sono sport utility e crossover. Specie se compatti. Se tu non ce l’hai, cosa fai? Te l’inventi. È così che Volvo, discretamente piazzata tra i SUV con la non più giovanissima XC60 e la ormai simbolica XC90, costantemente presente tra i crossover con la XC70 – troppo grossa e costosa per fare numeri importanti – ha estratto dal cappello la V40 Cross Country.

In pratica, la strada opposta rispetto a quella praticata da Volkswagen per la Golf 4Motion. Che sembra una Golf qualunque però è una 4x4. Ma, appunto, se il ricco Gruppo tedesco ha una gamma ipertrofica (e un Suv “giusto” quale la Tiguan), Volvo deve fare con quel che ha in casa. Concedendo qualche giorno di ferie agli ingegneri e chiedendo gli straordinari agli uomini del marketing, visto che qui, nonostante quel che l’abbigliamento voglia “tecnica” delle precedenti Cross Country della Casa), di off-road non c’è niente, ma proprio niente. La trazione integrale esiste, ma solo in abbinamento al motore meno probabile per il mercato europeo: un 2.5 turbobenzina da oltre 250 cavalli.

Di differenziali a slittamento limitato, che spesso accompagnano queste esecuzioni un po’ a mezza via — esiste qualcosa di simile persino sul Qubo Trekking — nemmeno l’ombra. Di funzionalmente differente c’è una cosa: l’assetto rialzato di 4 cm. Non sono pochi, e aiuterebbero a trarsi d’impaccio sui terreni più difficili, ma appunto ci vogliono trazione e aderenza. Solo che con le ruote motrici unicamente davanti e gomme estive (tantopiù se, come nel nostro esemplare, si sostituiscono i 16 pollici di serie con scenografici 19 pollici barra 40) non c’è speranza di far meglio che con una normalissima V40. La quale, a parità di motore e allestimento, costa 1.200 euro in meno.