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Fase 2, boom di furti d'auto con la fine della quarantena

L’inizio della Fase 2 e l’allentamento alle misure di contenimento del Covid-19 hanno permesso a milioni di persone di tornare al lavoro. Tra loro ci sono anche i ladri d’auto, che a partire dai primi di maggio sono tornati “a tempo pieno” alla loro occupazione. Lojack Italia fotografa la situazione italiana, rivelando che durante il lockdown un ladro su tre ha comunque continuato la propria attività.

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Boom di furti

I primi 10 giorni che hanno seguito l’inizio della Fase 2, con la relativa libertà di movimento e allentamento dei controlli, hanno fatto registrare un vero e proprio boom dei furti d’auto. Che sono triplicati rispetto ai mesi precedenti durante i quali vigevano norme molto più stringenti. In particolare, il numero dei furti è tornato sugli stessi livelli di gennaio e febbraio, ed è addirittura in aumento rispetto allo stesso periodo del 2019.

Come riporta Lojack Italia, l’attività dei ladri d’auto era rallentata durante la quarantena ma senza mai fermarsi del tutto: un terzo dei furti ha continuato ad avvenire, nonostante i controlli più stretti. A subire il maggior numero di furti sono state le regioni in cui il virus era meno presente, mentre nelle aree del Paese più colpite dalla pandemia si sono registrate meno denunce.

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Numeri da record

In Italia quello dei furti d’auto è un problema di enormi dimensioni, come testimoniano i dati: nel 2019 sono state sottratte ai legittimi proprietari ben 95.403 automobili, con una media di 261 al giorno. Di queste, solo poco più di un terzo sono state ritrovate. Negli ultimi 10 anni sono state oltre 645.000 le vetture rubate.

Durante la quarantena, riferisce ancora Lojack, a essere le più colpite dai ladri d’auto sono state le citycar, a partire dalle popolari Fiat 500 e Panda. Ma non solo: una preda ambita sono stati anche i piccoli Suv, come la Jeep Renegade.

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