Fuoristrada vietato, da oggi è legge: cosa succede

Fuoristrada vietato, da oggi è legge: cosa succede

Diventa legge il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° dicembre dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che vieta il transito su strade sterrate ad auto, bici, quad e moto

di Francesco Forni

16.12.2021 ( Aggiornata il 16.12.2021 09:43 )

Il provvedimento di fatto proibisce viabilità forestale al traffico ordinario di auto, moto, quad e bici, limitandola soltanto alla circolazione di mezzi di soccorso o preposti alla manutenzione oppure muniti di permessi speciali.  E’ relativo alle “Disposizioni per la definizione dei criteri minimi nazionali inerenti agli scopi, le tipologie e le caratteristiche tecnico-costruttive della viabilità forestale e silvo-pastorale, delle opere connesse alla gestione dei boschi e alla sistemazione idraulico-forestale”. 

Un blocco totale

In pratica blocca il traffico sulle strade sterrate. “Indipendentemente dal titolo di proprietà, la viabilità forestale e silvo-pastorale e le opere connesse come definite al successivo art. 3 sono vietate al transito ordinario”. Di fatto il decreto che diventa legge non considera più le vie forestali soggette al Codice della Strada, questa la motivazione.

Cosa può circolare?

I mezzi di lavoro devoluti al mantenimento e ripristino delle strade sterrate, quelli di soccorso e quelli con permessi speciali rilasciati da comuni e regioni. Sono abilitati autocarri, autotreni, trattori, rimorchi, macchine operatrici di piccole e medie dimensioni e automezzi a trazione integrale adibiti al mantenimento e al ripristino delle strade.

E inoltre, per gli eventuali permessi non ci sarebbe una regolamentazione nazionale, perché appunto affidata a comuni e regioni.

In ogni modo, si tratta di una limitazione totale, che potrebbe cambiare le prospettive di molti utenti. Le più leste a muoversi sono state le associazioni delle due ruote, Federmoto e Ancma, per cercare una soluzione che non azzeri l’attività di chi ama il fuoristrada.

Ma il pallino sta nelle mani del Ministero delle Politiche Agricole. L’unico che può rendere chiara la situazione.

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