Caro benzina, prezzi in salita e l’Italia cede le scorte di emergenza

Caro benzina, prezzi in salita e l’Italia cede le scorte di emergenza

Il conflitto in Ucraina ha peggiorato la già grave situazione carburanti e il Governo italiano ha aderito alla proposta della Iea di utilizzare le scorte di petrolio

di Redazione

03.03.2022 18:18

A una già grave situazione carburanti, con prezzi alle stelle, si sono aggiunte tutte le conseguenze del conflitto in Ucraina, facendo ulteriormente schizzare il costo medio della benzina (si viaggia ormai a oltre i 2 euro al litro ogni giorno), con le forniture di greggio e prodotti raffinati dalla Russia bloccate. In particolare, nella giornata di oggi 3 marzo 2022 si sono registrate cifre dei carburanti mai visti sulle strade italiane.

Il prezzo medio

I dati pubblicati oggi da Quotidiano Energia sui prezzi dei carburanti in Italia ed elaborati sulla base delle comunicazioni dei gestori all’Osservatorio del ministero dello Sviluppo economico, dicono che il prezzo medio nazionale in modalità self della benzina è di 1,896 euro/litro, con i diversi marchi compresi tra 1,892 e 1,810 euro/litro (no logo a 1,879). Per il prezzo del diesel, sempre in modalità self, siamo a una media di 1,770 euro/litro, con le compagnie posizionate tra 1,771 e 1,781 (no logo a 1,761). Sconcertante la situazione del servito, con il prezzo medio della benzina che si attesta sui 2,024 euro/litro, con le compagnie tra 1,965 e 2,111 (no logo 1,927). La media del diesel è arrivata invece a 1,904 euro/litro, con le singole compagnie tra 1,844 e 1,974 (no logo 1,809). Infine, il Gpl e il metano: tra 0,828 e 0,857 euro/litro (no logo 0,823) il primo, tra 1,753 e 1,885 euro/kg (no logo 1,801) il secondo.

La scelta del Governo italiano

Una situazione che preoccupa molto il Governo italiano, il quale nella persona del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha deciso di aderire alla proposta, su base volontaria, dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea). Si tratta del rilascio coordinato di una quota delle scorte di petrolio con un contributo di 2,041 milioni di barili (pari a 68,7mila barili al giorno per 30 giorni). Un modo per provare a dare una boccata di ossigeno sia al mercato che agli automobilisti, ormai costretti a spese molto più alte del solito per fare rifornimento. Le riserve italiane sono comprese nel 60 milioni di barili chiesti dalla Iea e parte di questi è destinata all’Ucraina.

Ucraina, meno carburante e prezzi in aumento

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