Elon Musk acquista Twitter, colossi dell'auto preoccupati

Elon Musk acquista Twitter, colossi dell'auto preoccupati

GM sospende gli investimenti pubblicitari sul social network, Stellantis monitora la situazione: ecco come le altre Case auto hanno reagito all'acquisizione di Twitter da parte del patron di Tesla

di Redazione

03.11.2022 ( Aggiornata il 03.11.2022 17:08 )

Dopo mesi di trattative, nei giorni scorsi si è finalmente concretizzato l'acquisto di Twitter da parte di Elon Musk: con un investimento di ben 44 miliardi di dollari, il patron di Tesla ha acquisito il popolare social network americano, cominciando in breve a scatenare polemiche. Musk infatti sarebbe intenzionato a licenziare metà degli attuali dipendenti di Twitter, e ha inoltre avanzato la proposta di far pagare la “spunta blu” che distingue gli account verificati. Politiche che stanno suscitando la perplessità di diversi investitori, tra cui alcuni colossi dell'auto che sono in concorrenza diretta con la stessa Tesla.

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GM blocca le pubblicità, Stellantis osserva

A prendere posizione in maniera più netta di tutti è stata General Motors, che ha sospeso i propri investimenti pubblicitari sul social dell'uccellino blu. “Ci stiamo impegnando con Twitter per capire la direzione della piattaforma sotto la loro nuova proprietà. Abbiamo temporaneamente sospeso la nostra pubblicità a pagamento. Le nostre interazioni con l'assistenza clienti su Twitter continueranno” hanno dichiarato alla CNBC i responsabili del Gruppo di Detroit. Dichiarazioni simili sono arrivate da parte di Ford, che comunque non utilizzava Twitter come canale pubblicitario neppure prima dell'acquisizione da parte di Musk.

A esprimersi ufficialmente sul tema è stata anche Stellantis, attraverso un comunicato rilasciato all'agenzia di stampa Reuters: "Stellantis monitora costantemente tutti i canali di social media a cui i suoi Marchi partecipano attivamente attraverso le sue agenzie pubblicitarie. Questa vigilanza continuerà verso la nuova leadership di Twitter" si legge nel comunicato. Al momento però, da parte del gruppo italo-francese, non ci sono modifiche sul piano di investimenti sulla piattaforma.

Ben più drastica era invece stata la reazione di Henrik Fisker, fondatore dell'omonima Casa automobilistica, che aveva lasciato Twitter dopo essere venuto a conoscenza dell'interesse da parte di elon Musk a rilevare il social.

Pubblicità per Tesla? No, grazie

A preoccupare i colossi dell'auto, oltre al carattere imprevedibile e provocatorio di Musk, è una situazione del tutto inedita in cui un social network condivide lo stesso proprietario con una Casa automobilistica. In ogni caso, il tycoon non potrà permettersi di perdere troppi degli investitori di Twitter, che al momento vede arrivare circa il 90% proprio dagli investimenti pubblicitari. Un paradosso se si pensa che Tesla, storicamente, non ha mai investito in questo settore, e ha sempre definito le sue spese per il marketing “irrilevanti”.

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