Le auto a guida autonoma sono un rischio per l'ambiente, secondo il MIT

Le auto a guida autonoma sono un rischio per l'ambiente, secondo il MIT

Il Massachusetts Institute of Technology lancia l'allarme: le auto senza piloti potrebbero causare elevatissimi livelli di inquinamento

di Redazione

08.02.2023 ( Aggiornata il 08.02.2023 14:26 )

Le auto a guida autonoma potrebbero causare un ingente aumento delle emissioni inquinanti, andando a costituire un serio rischio per l'ambiente nei prossimi anni. A lanciare l'allarme è il MIT, il Massachusetts Institute of Technology, che ha condotto uno studio sulle prospettive di diffusione dei veicoli senza pilota nei decenni a venire. A destare preoccupazione è la crescente potenza di calcolo delle vetture autonome, con un crescente fabbisogno di energia per alimentare i sistemi di bordo. Se non si lavorerà in maniera costante sull'efficienza di questi sistemi, avverte il MIT, il rischio è che il consumo di energia e le conseguenti emissioni schizzeranno alle stelle.

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Guida autonoma, si va verso il livello 5

Ad oggi, quella per la guida autonoma è l'altra grande sfida che stanno affrontando le Case automobilistiche di tutto il mondo insieme all'elettrificazione. Attualmente, i Costruttori hanno consolidato il livello 2, ovvero la guida semi-autonoma che mette a disposizione dei guidatori una serie di sistemi che lo supportano, dal mantenimento della corsia alla frenata automatica di emergenza. Il passo successivo è il livello 3, la guida altamente automatizzata, in cui la vettura è effettivamente in grado di “guidare da sola” compiendo manovre complesse come i sorpassi. In ogni caso, il guidatore umano deve essere sempre pronto a riprendere il controllo del veicolo, qualora si presentasse una condizione che l'auto non è in grado di affrontare.

Al momento, molte delle auto a listino sono dotate della guida autonoma di livello 2, mentre il livello 3 è ancora in fase di approvazione in alcune aree del mondo, e solo pochi Costruttori ne hanno dotato i propri modelli. Il livello 4 è quello della guida completamente automatizzata e, in cui la vettura è in grado di occuparsi di tutto e il conducente umano può dedicarsi ad altre attività, mentre il livello 5, quello della guida autonoma in tutto e per tutto, non richiederà neppure la presenza di un essere umano a bordo.

Il pericolo ambientale delle auto senza pilota

La strada verso la guida completamente autonoma è ancora lunga e richiederà anni di ricerca e sviluppo, tuttavia la strada appare già segnata, e i veicoli senza pilota sembrano destinati a diventare i principali mezzi per il trasporto di persone e merci nei prossimi decenni. Ma con il rischio che la diffusione di massa di questa tecnologia possa causare ingenti danni ambientali, come ha avvertito il MIT. Le vetture autonome, infatti, sono dotate di decine di sensori in grano di assorbire informazioni sull'ambiente esterno, che poi vengono processate per creare una serie di scenari e consentire all'auto di prendere la giusta decisione.

Più è alto il livello di autonomia, maggiore è la mole di dati necessaria e la potenza necessaria per elaborarli. E, di conseguenza, cresce anche il fabbisogno di energia per alimentare i “cervelli” dei veicoli. L'istituto americano ha realizzato una proiezione per provare a calcolare quanto tutto ciò potrebbe avere conseguenze in termini ambientali qualora le vetture senza pilota dovessero diffondersi in maniera ampia in tutto il mondo. E lo scenario che ne emerge è tutt'altro che incoraggiante.

I possibili scenari

Secondo il MIT, i sistemi di guida di un miliardo di veicoli autonomi (ciascuno guidato per un'ora al giorno con un computer che consuma 840 watt) genererebbe una quantità di emissioni pari a quella di tutti i data center attuali del mondo. Che vale a dire più o meno l'inquinamento prodotto da un Paese come l'Argentina, circa lo 0,3% delle emissioni globali.

La soluzione? Migliorare l'efficienza dei sistemi informatici deputati alla guida autonoma, per far fronte alla sempre maggiore potenza di calcolo. Mettendo così un freno alla crescente “fame” di energia dei calcolatori. La sfida è ardua: secondo il MIT, è necessario raddoppiare ogni anno, fino al 2050, l'efficienza degli hardware, per tenere i consumi di ogni veicolo autonomo sotto la “soglia critica” di 1,2 kW di energia per l'elaborazione dei dati. Uno scenario di difficile realizzazione, anche considerando la durata del ciclo di vita delle auto. L'alternativa? Concentrarsi sugli algoritmi rendendoli più semplici ed efficienti, ma in questo caso il rovescio della medaglia potrebbe essere una minore sicurezza dei veicoli. I Costruttori sono avvisati.

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