Le auto Euro 7 costeranno 2.000 euro in più: Acea lancia l'allarme

Le auto Euro 7 costeranno 2.000 euro in più: Acea lancia l'allarme

Uno studio commissionato dall'associazione dei Costruttori europei sottolinea i maggiori costi delle automobili se il nuovo standard Euro 7 entrerà in vigore

di Redazione

23.05.2023 ( Aggiornata il 23.05.2023 17:03 )

Dopo il braccio di ferro sul “tutto elettrico” nel 2035, sui carburanti sintetici e sui biocarburanti, c'è un altro tema di scottante attualità che sta animando la discussione europea nell'ambito dei trasporti su gomma: l'introduzione della nuova normativa Euro 7. Al momento, infatti ben 7 Paesi dell'UE, tra cui l'Italia, hanno chiesto a Bruxelles di rivalutare l'introduzione delle nuove norme, giudicate troppo onerose per il comparto auto già impegnato nella transizione verso l'elettrico. Una preoccupazione, quella dei costi, condivisa anche dai Costruttori: secondo un nuovo studio commissionato dall'Acea, infatti, la nuova normativa Euro 7 rischia di far schizzare verso l'alto i prezzi delle vetture di oltre 2mila euro. Vale a dire fino a 10 volte di più quanto previsto dall'Unione Europea.

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Euro 7, costi lievitati con la nuova normativa

Introdotto per la prima volta nel 1992 con lo standard Euro1, il sistema di omologazione delle vetture vendute nei Paesi UE è diventato via via più stringente con l'obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti dei motori endotermici di automobili, furgoni e camion. Lo standard attuale, denominato Euro 6d, è diventato obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2021, ma i legislatori europei sono già da tempo al lavoro per la successiva normativa Euro 7. Questo nuovo standard abbatterà ulteriormente le emissioni di Nox (ossidi di azoto) delle vetture Diesel, equiparandoli a quelle a benzina, e terrà conto per la prima volta di altri elementi inquinanti come le emissioni di particolato causate da freni e pneumatici.

Una stretta che, secondo le Case, rischierà di far impennare i costi di produzione e di conseguenza anche i prezzi delle vetture nuove. Un allarme lanciato già alcuni mesi fa da alcuni CEO di grandi Gruppi automobilistici, come Luca De Meo, e che ora si rinnova con uno studio realizzato da Frontier Economics e commissionato da Acea, l'associazione europea dei Costruttori di automobili.

Secondo le stime della Commissione Europea, il nuovo standard Euro 7 avrebbe sì causato un aumento del costo medio per auto, ma contenuto in 184 euro per le vetture a benzina e 446 per quelle a gasolio. Numeri in netto contrasto con quelli stimati dal nuovo studio di Frontier Economics, secondo cui ogni auto a benzina Euro 7 costerà in media 1.862 euro in più, mentre per le Diesel la cifra salirà addirittura di 2.629 euro. Ancora peggio andrà ai mezzi pesanti, come camion e autobus, che subiranno un aggravio vicino ai 12mila euro.

Frontier Economics

Acea: "Euro 7 ha impatto ambientale basso"

Un altro tema che è stato sollevato da Acea è quello dei consumi, che con la nuova normativa Euro 7 subirebbero un aumento di circa il 3,5%. Questo causerebbe, nel ciclo di vita del mezzo, un maggiore esborso per benzina e gasolio quantificabile in 650 euro per le automobili e circa 20mila per i camion a lungo raggio.

“L'industria automobilistica europea è impegnata a ridurre ulteriormente le emissioni a beneficio del clima, dell'ambiente e della salute. Tuttavia, la proposta Euro 7 semplicemente non è il modo giusto per farlo, in quanto avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a un costo estremamente elevato ha dichiarato Sigrid de Vries, Direttore Generale di Acea. Sempre secondo de Vries, la via più efficace di ridurre le emissioni del settore auto in Europa sarebbe quella di incentivare il rinnovamento del parco circolante, adeguando allo standard Euro 6d/VI le vetture e i camion più datati, in attesa del passaggio alla completa elettrificazione.

Nonostante le perplessità espresse da Governi e Costruttori, l'UE pare intenzionata a proseguire per la sua strada, con l'introduzione dello standard Euro 7 che resta fissato per luglio 2025. Resta da capire se, come per la questione dell'elettrico al 2035, dei carburanti sintetici e dei biocarburanti, le nuove elezioni europee del 2024 cambieranno scenario.

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