Auto Speed Date: L'Europa chiude la porta alle elettriche cinesi?

L'Unione Europea potrebbe presto introdurre dazi per le elettriche "Made in China" per proteggere i Costruttori del Vecchio Continente: la Francia in prima linea

di Andrea Brambilla

19.06.2023 ( Aggiornata il 19.06.2023 10:40 )

Una vecchia espressione contadina recitava “Chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi”, e mi sembra perfetta per quanto vuole fare l’Unione Europea. Infatti il presidente della Commissione dell'Unione Europea, Ursula von der Leyen, sta mettendo a punto in queste settimane una nuova strategia di sicurezza economica che per controllare maggiormente le incursioni cinesi nel mercato unico. In pratica l’Europa teme, o sospetta, un’operazione in atto dalla Cina per la vendita di veicoli sul mercato europeo a prezzi inferiori rispetto ai concorrenti per conquistare nuovi mercati.

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La Francia in prima linea. E l'Italia?

Questo avverrebbe attraverso sussidi economici offerti da Pechino al settore della mobilità elettrica. Il risultato del monitoraggio potrebbe portare all'introduzione di dazi commerciali sulle vetture elettriche prodotte in Cina. L'obiettivo della Commissione europea è infatti quello di contrastare il grande volume di importazioni da Pechino, che minaccia la stessa sopravvivenza dell'industria automobilistica del Vecchio continente.

A promuovere l'azione è in particolare la Francia, infatti il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, sarebbe "molto favorevole" all'avvio dell'indagine antidumping e l'osservatorio potrebbe essere attivato già a luglio. Che sia la Francia a “caldeggiare” questa indagine non è una sorpresa visto che è direttamente coinvolto nelle aziende automobilistiche avendo una forte partecipazione in Renault e in Stellantis e ha appena varato incentivi fino a 5.000 euro per acquistare nuove auto elettriche a condizione che i produttori soddisfino severi standard a basse emissioni di carbonio, escludendo di fatto molte Case automobilistiche non europee che utilizzano energia più sporca. In pratica la Francia vuole finanziare chi produce auto e batterie all’interno del suo Paese.

Il programma d'indagine antidumping sarà sottoposto al Consiglio europeo del 29-30 giugno e quindi capiremo quanto l’Europa vuole, o è in grado, di difendere le proprie aziende. Ma nel frattempo il nostro Governo a Bruxelles cosa sta facendo? Punta solo esclusivamente ai biocarburanti?

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