Auto Speed Date: la sofferenza delle auto elettriche in Italia

L’auto elettrica è in sofferenza e i costruttori nonostante continuino a spingere le BEV vendono le vetture con motori endotermici. Se da una parte Stellantis, Renault e BMW non hanno intenzione di rallentare il lancio dei loro veicoli elettrici per contrastare il rallentamento della domanda di veicoli elettrici da parte dei consumatori. Ci sono anche Case auto tradizionali che hanno rallentato la loro pressione verso l’elettrico. Ford ha ritardato investimenti di miliardi di dollari, tagliato la produzione, annullato gli obiettivi di margine e ricalibrato la sua strategia di veicoli elettrici sulla scia di una crescita più lenta del previsto della domanda dei consumatori. General Motors ha affermato che non fornirà più obiettivi di produzione di veicoli elettrici. Jaguar Land Rover ha affermato che rallenterà il lancio di auto completamente elettriche per concentrarsi sugli ibridi plug-in. Ma anche i produttori cinesi fanno fatica. Polestar, Rivian, Fisker, Arrival, Xpeng e Lucid hanno tutte avuto problemi con i costi di crescita in Europa perché la domanda è diminuita. Nel 2023, il margine lordo di Volvo sui suoi veicoli elettrici a batteria è stato del 9%, mentre il margine sui veicoli non BEV è stato del 23%. I costi di produzione ancora elevati delle vetture BEV riducono al minimo i margini. Anche Apple ha capito che l’auto elettrica oggi non è redditizia e ha annullato uno sforzo decennale per costruirne una, abbandonando uno dei progetti più ambiziosi della storia dell'azienda. La Apple Car tanto attesa non ci sarà mai.

Le case automobilistiche hanno ripetutamente sostenuto che sono necessari maggiori sussidi governativi e infrastrutture di ricarica per stimolare la domanda di veicoli elettrici e incoraggiarne l’adozione di massa. In pratica, ed è quello che è successo in quasi tutti i Paesi europei, se non ci sono gli incentivi oggi le auto elettriche non si vendono.

Ritengo che da sempre si sia sbagliato l’approccio, esclusivamente ideologico, e non reale a questa transizione della mobilità verso l’elettrico. I politici, per supportare il concetto tutto green, hanno pensato che potesse essere un prodotto per tutti, economico. Invece non lo è ancora, e forse lo sarà tra diversi anni! Anche i costruttori quando parlano di vetture elettriche a basso costo ragionano su auto che partono da 25/30 mila euro. Tavares ha recentemente definito la nuova Citroen e-C3 elettrica un “punto di svolta” per l’Europa a causa del suo prezzo di partenza di 23.300 euro in Francia. "A questo prezzo il veicolo è redditizio", ha detto. Stellantis sta già guadagnando con i veicoli elettrici, ha aggiunto, anche se i margini sono ancora inferiori rispetto agli ICE. Ma la stessa vettura con motore endotermico nel 2017 aveva un prezzo di partenza di 12.300 euro e la poco più accessoriata di 18.500 euro; la Renault 5 appena lanciata in pratica una city car parte da 25.000 euro. Come sempre la storia dovrebbe insegnarci qualcosa ma noi non la studiamo mai abbastanza. E’ vero che una nuova tecnologia costa sempre di più e all’inizio non è mai per tutti, ed è così anche per l’auto elettrica. Ma che i politici smettano di spacciarla per tutti e fare scelte di incentivi assurde. Dare 13.750 euro a chi ha un ISEE inferiore a 30.000 euro per acquistare una vettura elettrica rottamando la sua vecchia Fiat Uno del 1999 è un’insulto al buonsenso.

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