Auto elettriche cinesi, i primi dazi Ue potrebbero arrivare già a maggio

La situazione tra l’Europa e la Cina continua a essere piuttosto delicata. Se qualcuno avesse visto nella visita parigina del presidente cinese Xi Jinping al presidente francese Emmanuel Macron qualcos’altro oltre la celebrazione del 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi si è sbagliato. O, meglio, qualcos’altro c’è stato, ovvero un incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per un punto sui rapporti Cina-Europa, ma niente che faccia sperare in un cambio di rotta, come ha ribadito la stessa Von der Leyen: “Abbiamo discusso anche degli squilibri, che rimangono significativi; motivo di grande preoccupazione”, e ha aggiunto: “Difenderemo le nostre aziende ed economie. Non esiteremo mai a farlo, se necessario”.

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Dazi già a maggio?

“I prodotti sovvenzionati dalla Cina, come i veicoli elettrici o l’acciaio, stanno inondando il mercato europeo”, ha proseguito Von der Leyen. “Allo stesso tempo, la Cina continua a sostenere massicciamente il suo settore manifatturiero. In combinazione con una domanda interna che non aumenta, il mondo non può assorbire la produzione in eccesso della Cina. Pertanto, ho incoraggiato il Governo cinese ad affrontare queste sovraccapacità strutturali. Allo stesso tempo, ci coordineremo da vicino con Paesi del G7 ed economie emergenti che sono sempre più colpite dalle distorsioni del mercato cinese”.

Parole che riportano alla mente l’indagine anti-dumping di cui si era tanto parlato a settembre 2023, annunciata dalla stessa presidente della Commissione europea e che sarebbe dovuta durare più di un anno, ma secondo quanto riportato dal Financial Times potrebbe esserci un’accelerata repentina, con funzionari di Bruxelles che dichiarano che i “dazi preliminari sui veicoli elettrici potrebbero essere imposti a maggio, mentre delle tariffe permanenti, che necessitano del sostegno della maggioranza degli Stati membri, potrebbero seguire a novembre”. Un’azione che avrebbe come conseguenza l’apertura di stabilimenti cinesi in Europa.

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