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Airbag killer: chi ha queste auto rischia "gravi danni e morte"

Stellantis richiede l'immediato ritiro per due modelli di vetture: ecco perché

Airbag killer: chi ha queste auto rischia "gravi danni e morte"

3 giu 2024

Recentemente Stellantis ha emesso un avviso urgente per i proprietari di Citroën C3 e DS Automobiles DS 3, prodotte tra il 2009 e il 2019, chiedendo di smettere immediatamente di usarle. Questo richiamo è parte di una serie di campagne iniziata nel 2020 riguardante gli airbag Takata. Tali dispositivi difettosi possono infatti degradarsi in condizioni climatiche calde e umide, causando un eccessivo gonfiaggio e potenzialmente gravi lesioni o morte in caso di incidente. Anche BMW aveva affrontato il problema nell'aprile 2023 richiamando 17 modelli. La questione degli airbag Takata difettosi è in corso da anni: nel 2022 Volkswagen, nel 2018 Toyota e nel 2016 negli USA sono stati richiamati circa 12 milioni di veicoli. Ford aveva già deciso di non utilizzare più questi airbag nel 2015. Ad oggi negli Stati Uniti, questi airbag sarebbero responsabili di almeno 27 morti e oltre 400 feriti.

Le indagini della NHTSA e il caso della studentessa

Negli anni '90, Takata iniziò a produrre airbag più piccoli e convenienti, preferiti dai costruttori automobilistici, ma è già nei primi anni 2000 che iniziarono ad emerere i primi sospetti su un legame tra incidenti gravi e gli airbag della società giapponese. La Honda fu la prima a richiamare veicoli nel 2008, ma nel 2009 una studentessa americana morì per una scheggia metallica dall’airbag. Il problema risiedeva nell'uso del nitrato di ammonio, una sostanza chimica economica che, in assenza di un agente essiccante, può diventare pericolosamente instabile in condizioni di calore e umidità. La NHTSA ha condotto diverse inchieste, prima contro Honda e poi contro Takata, aumentando i richiami che hanno coinvolto undici costruttori, tra cui Ford, BMW, Mazda, Citroën, DS e Toyota. Nel 2017 Takata dichiarò bancarotta con debiti per 8 miliardi di euro, lasciando senza lavoro 46mila dipendenti. Ad oggi, negli Stati Uniti sono stati sostituiti 45 milioni di airbag, con stime globali che indicano fino a 100 milioni di veicoli potenzialmente coinvolti. 

Toyota, maxi richiamo di oltre 50mila auto per un difetto agli airbag

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