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The Distinguished Gentleman’s Drive 2025, solidarietà ed eleganza sulle strade

Luca Talotta
26 set 2025
The Distinguished Gentleman’s Drive 2025 è pronto a tornare domenica 28 settembre, con migliaia di equipaggi in contemporanea in 64 paesi del mondo. Un appuntamento che non è solo spettacolo automobilistico, ma soprattutto solidarietà concreta: l’obiettivo è sostenere la ricerca contro il tumore alla prostata e promuovere la prevenzione dei disturbi mentali che colpiscono la popolazione maschile. La manifestazione è organizzata a favore della Movember Foundation, riferimento internazionale nella lotta alle malattie maschili.
Nato dall’esperienza del Distinguished Gentleman’s Ride, dedicato alle moto d’epoca e già punto fermo della beneficenza globale con oltre 500.000 partecipanti in 121 paesi, il format è stato declinato nel 2021 sulle quattro ruote. Da allora, The Distinguished Gentleman’s Drive ha saputo trasformarsi in un evento iconico: stile classico, passione per le vetture storiche e impegno sociale si fondono in un binomio che richiama l’attenzione della comunità automobilistica internazionale.
Dal 2012, considerando anche l’edizione motociclistica, gli eventi hanno raccolto oltre 60 milioni di dollari, fondi destinati a progetti concreti di ricerca e sensibilizzazione. Un traguardo che conferma come la passione per i motori, se guidata dalla giusta direzione, possa davvero fare la differenza.
Eleganza, regole e cavalleria
Partecipare al Distinguished Gentleman’s Drive non significa soltanto possedere un’auto storica. Il regolamento parla chiaro: sono ammesse soltanto vetture costruite prima del 1986, o repliche fedeli di modelli dell’epoca. Ma l’elemento che rende unico l’evento è lo stile: giacche di tweed, completi gessati, papillon e cappelli classici trasformano le strade in una passerella vintage che fonde automobilismo e cultura.
Come spiegano gli organizzatori, non è una semplice parata di auto: «Lo spirito del DGD è la celebrazione delle buone maniere, dell’eleganza e della cavalleria». Un messaggio forte, che restituisce dignità a un mondo dell’auto troppo spesso bersagliato da regole punitive, limitazioni e polemiche. Qui, invece, la vettura storica diventa strumento di aggregazione, mezzo di comunicazione sociale e veicolo di solidarietà.
Le iscrizioni avvengono online sul sito ufficiale www.gentlemansdrive.com. La registrazione è gratuita, ma è sempre possibile effettuare una donazione o aprire una pagina personale di raccolta fondi. In alcune città gli organizzatori hanno introdotto una piccola quota simbolica, proprio per rafforzare lo scopo benefico della manifestazione.
Milano protagonista con il Museo Alfa Romeo
Tra le tappe più attese in Italia c’è Milano, fedele al DGD sin dalla prima edizione del 2021. Quest’anno il raduno meneghino partirà dal Museo Alfa Romeo di Arese, un luogo iconico per chi ama l’automobile. Da lì, gli equipaggi intraprenderanno un tour di oltre 60 chilometri, con destinazione la Villa Borromeo di Viggiù (Varese), un gioiello tardo-neoclassico inserito nei Luoghi del Cuore del FAI.
Un itinerario suggestivo che lega la storia dell’auto a quella del territorio, e che testimonia la capacità del Distinguished Gentleman’s Drive di unire cultura, turismo ed entusiasmo automobilistico. La tappa milanese è supportata da partner storici come il Club Milanese Automotoveicoli d’Epoca (CMAE), il Milano Historic Cars Club & Youngtimer Club Milano e la Pro Loco di Porto Ceresio. Media partner ufficiale dell’evento sarà Wheelz Magazine, mentre il patrocinio è firmato dal Comune di Viggiù.
Auto d’epoca contro i pregiudizi
In un momento storico in cui le auto vengono sempre più criminalizzate con divieti, tasse e restrizioni, eventi come il Distinguished Gentleman’s Drive dimostrano che le vetture storiche non sono un nemico dell’ambiente né un capriccio da collezionisti. Sono testimoni di un patrimonio culturale e industriale che l’Italia e il mondo non possono permettersi di dimenticare.
Ritrovarsi per guidare insieme, con stile e responsabilità, significa anche rivendicare il diritto degli automobilisti a vivere la propria passione senza sentirsi costantemente sotto attacco. E se quella passione si traduce in solidarietà e fondi per la ricerca, allora la lezione è chiara: l’auto d’epoca non è un problema, ma una risorsa sociale, culturale ed economica.
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