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Tassazione auto aziendali 2025: le nuove regole sui fringe benefit

Luca Talotta
10 ott 2025
Dal 1° luglio 2025 è entrata pienamente in vigore la nuova disciplina fiscale che regola i fringe benefit per le auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. Dopo un periodo transitorio, la legge di Bilancio 2025 e la successiva circolare dell’Agenzia delle Entrate (n. 10/E del 3 luglio 2025) hanno fissato criteri chiari e più selettivi per calcolare la quota imponibile del benefit, introducendo differenze significative a seconda dell’alimentazione del veicolo.
Come funzionava fino al 2024
Per i veicoli aziendali immatricolati e assegnati ai dipendenti tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2024 rimangono valide le vecchie regole, almeno fino alla scadenza dei contratti già in essere. Il fringe benefit veniva calcolato applicando il 25% del costo convenzionale di 15.000 km annui, determinato in base alle tabelle ACI, al netto delle somme eventualmente a carico del dipendente. Un sistema che, di fatto, non distingueva tra auto a benzina, diesel o elettriche.
Cosa cambia dal 2025
Dal 1° gennaio 2025 i criteri di calcolo sono cambiati: la percentuale da applicare varia in base alla tipologia di alimentazione e all’impatto ambientale del veicolo. L’obiettivo è chiaramente quello di premiare le auto a basse emissioni e penalizzare quelle tradizionali.
Le nuove percentuali sono:
- Auto a benzina e diesel: 50% del costo chilometrico annuo ACI.
- Auto ibride ed elettriche plug-in: 20%.
- Auto elettriche: 10%.
In tutti i casi, il calcolo si basa su una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui.
Si tratta di un cambiamento rilevante: rispetto al passato, la tassazione sui veicoli tradizionali aumenta sensibilmente, mentre per gli elettrici e le ibride plug-in scende ulteriormente, incentivandone l’utilizzo anche in ambito aziendale.
Il periodo transitorio e i chiarimenti dell’Agenzia
Per evitare bruschi impatti, il legislatore ha previsto una fase di transizione. Il Decreto Bollette 19/2025 ha stabilito che i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e consegnati ai dipendenti entro il 30 giugno 2025 continuano a beneficiare delle regole precedenti.
Un aspetto importante chiarito dall’Agenzia delle Entrate riguarda la data di assegnazione: conta l’atto di concessione firmato da datore di lavoro e dipendente, e non la sola immatricolazione. In altre parole, l’auto aziendale come fringe benefit deve essere accettata formalmente dal lavoratore.
L’AdE ha inoltre ribadito che per “nuove immatricolazioni” si intendono i veicoli messi su strada a partire dal 1° gennaio 2015, con applicazione delle nuove percentuali solo ai contratti sottoscritti e consegnati dal 1° gennaio 2025 in poi.
Impatti per aziende e dipendenti
Queste nuove regole hanno conseguenze concrete:
- Per i dipendenti: chi riceve un’auto aziendale tradizionale (benzina o diesel) si troverà a dover pagare più tasse rispetto al passato. Al contrario, chi utilizza un’elettrica o un’ibrida plug-in avrà un vantaggio fiscale.
- Per le aziende: la scelta della flotta aziendale diventa un tema strategico. Puntare su modelli elettrici o ibridi permette di contenere i costi fiscali per i dipendenti e di allinearsi agli obiettivi di sostenibilità.
La tassazione dei fringe benefit auto aziendali diventa quindi uno strumento indiretto per orientare il mercato verso veicoli più ecologici, in linea con le politiche ambientali europee.
In definitiva, la tassazione 2025 segna un punto di svolta: le auto aziendali restano un benefit molto apprezzato, ma le nuove regole impongono a imprese e lavoratori di valutare attentamente la scelta del veicolo, bilanciando convenienza economica, impatto ambientale e fiscalità.
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