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Prezzi ricarica auto elettriche: a settembre 2025 tariffe stabili ma ancora troppo alte

Secondo l’Osservatorio Adiconsum e TariffEV, i prezzi medi restano superiori alla media europea: servono tariffe più eque per favorire la mobilità sostenibile
Prezzi ricarica auto elettriche: a settembre 2025 tariffe stabili ma ancora troppo alte
© Snap Wander

Luca TalottaLuca Talotta

Pubblicato il 30 ottobre 2025, 05:48

La mobilità elettrica in Italia continua a crescere, ma le tariffe di ricarica restano il principale ostacolo alla sua diffusione. Il nuovo rapporto dell’Osservatorio prezzi delle tariffe di ricarica Adiconsum e TariffEV, aggiornato a settembre 2025, fotografa un quadro di stabilità apparente, con lievi rialzi nei listini medi e un divario che resta ancora troppo ampio tra chi può ricaricare a casa e chi è costretto a utilizzare le colonnine pubbliche.

Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) di settembre 2025 si è attestato a 0,109 €/kWh, in calo del 19% rispetto a dicembre 2024, ma invariato rispetto al mese precedente. Tuttavia, il beneficio non si riflette sui costi al consumatore finale: la ricarica pubblica in Italia rimane tra le più care d’Europa, con picchi mai raggiunti prima dall’inizio del monitoraggio.

Ricarica elettrica in Italia: i numeri del 2025

L’ultimo monitoraggio di Motus-E (giugno 2025) certifica una rete di 67.561 punti di ricarica in Italia, con la seguente distribuzione:

  • 52.106 punti con potenza inferiore a 50 kW,
  • 11.002 punti tra 50 e 149 kW,
  • 4.453 punti con potenza superiore a 150 kW.

In autostrada sono attivi 1.159 punti, pari al 45% delle aree di servizio dotate di colonnine elettriche.

L’Osservatorio copre 48.921 punti di ricarica (circa l’86,9% del totale nazionale), distribuiti tra 20 operatori AC20 DC e 15 HPC, confermando un mercato sempre più articolato ma ancora disomogeneo nei prezzi.

Le tariffe medie rilevate a settembre 2025 sono le seguenti:

  • AC (corrente alternata): 0,63 €/kWh,
  • DC (corrente continua): 0,73 €/kWh,
  • HPC (alta potenza): 0,76 €/kWh.

Valori che si mantengono superiori alla soglia di convenienza (intorno a 0,60–0,65 €/kWh) rispetto ai carburanti fossili, ovvero il livello a cui la ricarica elettrica diventa economicamente competitiva con benzina e diesel.

I migliori operatori e il divario con la ricarica domestica

Nonostante la stabilità generale, alcune tariffe virtuose dimostrano che un equilibrio è possibile. Tra i migliori operatori di settembre:

  • In ACEMOBITALY offre la ricarica a 0,25 €/kWh, seguita da EVWAY ROUTE 220 e NEXTCHARGE (0,35 €/kWh in roaming) e da STATION-E (0,39 €/kWh).
  • In DCELECTRA guida con 0,39 €/kWh, seguita da EVDC in roaming su Enel X Way (0,45 €/kWh) e ELECTROVERSE su rete ACEA (0,48 €/kWh).
  • In HPCTesla Supercharger resta imbattibile a 0,32 €/kWh, davanti a Electra (0,39 €/kWh) ed EVDC (0,45 €/kWh).

Le differenze con la ricarica domestica restano però abissali. Un kWh caricato in box o garage privato costa in media 0,25–0,30 €, mentre lo stesso kWh alle colonnine pubbliche può arrivare a 1,00 € o oltre.

Il risultato è una disparità strutturale che penalizza chi vive in città o in condomini senza infrastrutture private: una forma di “discriminazione energetica” che rischia di frenare la transizione verso la mobilità elettrica accessibile a tutti.

I motivi dell’aumento e le criticità del mercato

Il decimo mese dell’Osservatorio Adiconsum-TariffEV conferma un andamento altalenante ma tendenzialmente in crescita per le ricariche pubbliche. Gli analisti segnalano una fine delle tariffe promozionali applicate da diversi operatori nei mesi precedenti e una conseguente riorganizzazione al rialzo dei listini, soprattutto nel segmento AC e HPC.

Un altro elemento critico è la mancanza di omogeneità tra le reti: ogni gestore applica logiche tariffarie proprie, spesso con costi a tempo o maggiorazioni in roaming che complicano la trasparenza per gli utenti.

A questo si aggiungono disparità territoriali significative: le aree metropolitane offrono maggiore densità di infrastrutture ma anche prezzi più elevati, mentre nei centri minori le tariffe restano alte per mancanza di concorrenza.

Secondo l’Osservatorio, per accelerare la transizione servirebbero fasce di prezzo consigliate intorno a:

  • 0,30–0,35 €/kWh in AC,
  • 0,40–0,45 €/kWh in DC,
  • 0,50–0,55 €/kWh in HPC.

Valori che garantirebbero un vantaggio reale rispetto ai carburanti tradizionali, soprattutto per chi non dispone di un impianto domestico.

Il futuro della mobilità elettrica tra equità e sostenibilità

Il report Adiconsum e TariffEV invita a un cambio di passo politico e industriale: riconoscere la ricarica pubblica come servizio di pubblica utilità, al pari dei distributori di benzina, e garantire tariffe regolamentate o incentivate nei contesti urbani.

La mobilità elettrica non può più essere considerata un lusso per pochi, ma una componente centrale delle politiche di sostenibilità

Come sottolinea il commento finale dell’Osservatorio: «L’auto elettrica non è un prodotto sperimentale, e i suoi utenti non sono beta tester. Sono consumatori con gli stessi diritti previsti dal codice del consumo».

Per colmare il divario serve una alleanza tra aziende, istituzioni e cittadini, orientata a espandere la rete di ricaricastabilizzare i costi energetici e promuovere la concorrenza virtuosa tra operatori.

L’obiettivo è chiaro: trasformare la mobilità sostenibile da scelta etica a scelta conveniente, rendendo la ricarica un gesto quotidiano, trasparente e accessibile.

 

 

 

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