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BMW e Mercedes, stop alla partnership sulla guida autonomatizzata

Gli investimenti necessari per sviluppare la tecnologia, nell'attuale contesto economico-industriale, giocano contro la collaborazione tra i due marchi sulla guida altamente automatizzata

BMW e Mercedes, stop alla partnership sulla guida autonomatizzata

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

19 giu 2020

L’incertezza, anzitutto normativa, e la complessità tecnologica con i relativi costi da sostenere, inseriti nell’attuale contesto economico dell’industria automobilistica post-coronavirus, sono ragioni più che sufficienti per frenare sugli investimenti rivolti alla guida altamente automatizzata. BMW e Mercedes, a un anno dall’annuncio di un accordo per lavorare congiuntamente sulla materia - orizzonte 2024 per l'arrivo sul mercato con sistemi fino al Livello 4 -, arrivano al punto in cui mettere in pausa il progetto è una decisione quantomeno saggia.

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Entrambi i marchi non escludono una futura nuova analisi e sviluppo.

Lo stato dell’attuale tecnologia vede entrambi in corsa per proporre sistemi di assistenza avanzata di Livello 3 sulle future ammiraglie, Classe S e Serie 7, progetti già avanzati e prossimi al lancio, nel caso di Mercedes.

Guida autonoma, incertezze e ristrettezze

Un terreno già ricco di insidie per la fumosità della normativa di omologazione e regolamentazione dell’automazione del tipo “hands off-eyes off”, cioè senza la necessità di tenere le mani sul volante né di monitorare quanto accade intorno all’auto.

Oltre, le prospettive sono di guida autonoma e Livello 4. Un interesse raffreddatosi dopo affrettati trionfalismi. Il colpo ricevuto dal coronavirus ha fatto il resto, con la necessità di indirizzare le risorse su aspetti con priorità differenti. E l’elettrificazione necessaria, per ragioni normative, è in cima all’elenco.

Sviluppare soluzioni di guida autonoma sappiamo come richieda grandi investimenti su sensori Lidar, dispositivo tecnologico cruciale per ottenere un’affidabile scansione dell’ambiente intorno al veicolo.

BMW, sensori attuali idonei all'automazione richiesta

Nel commentare la decisione, consensuale, maturata in seno a BMW e Mercedes, è interessante registrare il punto toccato da Klaus Frohlich, componentedel Cda BMW, responsabile dello sviluppo: “Abbiamo sistematicamente e ulteriormente sviluppato la nostra tecnologia e piattaforma scalabile con partner come Intel, Mobileye, FCA e Ansys. L’attuale generazione di tecnologia ci offre un potenziale molto solido e sostenibile: con sensori estremamente potenti e capacità di calcolo, il nostro solido sistema modulare ci pone in una posizione eccellente per offrire ai nostri clienti ciò di cui hanno bisogno per molti anni”.

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Della serie, la tecnologia di sensori come le camere e i radar, in aggiunta alla potenza di calcolo con l’incrocio di dati ulteriori sulla conformazione del percorso e le condizioni di traffico, perlopiù ricavati via cloud, sono sufficienti per produrre il livello di automazione “accettato” e “richiesto” dal mercato.

Mercedes, digitalizzazione resta strategica

In Mercedes, omonimo di Frohlich è Markus Schafer, ad aggiungere: “Le nostre competenze si innestano molto bene su quelle del Gruppo BMW, come hanno dimostrato le nostre collaborazioni di successo (continueranno quelle già avviate, i servizi di mobilità FreeNow, ad esempio; ndr). Accanto alla decarbonizzazione, la digitalizzazione è un pilastro strategico fondamentale per Mercedes. Per prepararci alle sfide future di un ambiente in rapido cambiamento, stiamo attualmente verificando anche altre opportunità con partners al di fuori del settore automobilistico”.

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Punto cruciale che ha portato allo stop della collaborazione, gli investimenti richiesti per creare una piattaforma tecnologica condivisa, “al pari delle condizioni attuali economiche e di business. La tempistica non è quella giusta per un’implementazione di successo della collaborazione”, spiega una nota congiunta.

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