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Aston Martin, via alla produzione del nuovo V12

Destinato anzitutto alla DB11, il biturbo 5.2 litri sarà affiancato dal V12 6 litri e dal V8 4.7 litri. Prime consegne a fine anno per la granturismo inglese

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

21 giu 2016 (Aggiornato alle 16:33)

Da Ginevra a Colonia, l'attenzione si sposta via via che si avvicina il momento delle prime consegne della Aston Martin DB11, attese a fine 2016. Se al salone dello scorso marzo si è avuta l'anteprima mondiale della nuova granturismo, a Colonia è iniziata la produzione dei propulsori V12 5.2 litri twin-turbo. L'impianto tedesco è stato inaugurato 12 anni fa e attualmente vi operano 100 tecnici, con una capacità produttiva annua di 8.000 unità. Il V12 non ha solo una cubatura inferiore e la sovralimentazione con due turbo a differenziarlo dal 6 litri, che pure resterà ancora in produzione e uscirà dal medesimo stabilimento insieme al V8 da 4.7 litri.

I particolari che, per comodità di assemblaggio e realizzazione, restano invariati tra V12 6.0 e 5.2 twin-turbo sono i bilancieri degli alberi a camme, il coperchio della distribuzione, il sistema di fasatura variabile, l'angolo di 60 gradi tra le due bancate e la distanza tra i cilindri. Un intenso lavoro di riduzione del peso ha consentito, nonostante l'adozione di due turbocompressori, di limitare a 15 kg l'aggravio sull'unità 5.2 litri, che si differenzia per una corsa inferiore (portata a 69,7 millimetri) a fronte di un alesaggio invariato (89 millimetri). 

Sviluppa 608 cavalli e 700 Nm di coppia massima nell'applicazione su Aston Martin DB11, capace di raggiungere i 320 orari e accelerare da zero a cento in 3"9. E' un propulsore attento ai consumi, caratterizzato sia dalla presenza dello start&stop che del sistema di disattivazione intelligente dei cilindri, con l'esclusione di un'intera bancata ai carichi parziali. 

Ciascun motore è seguito da un tecnico, dall'inizio alla fine del processo produttivo, che ricorre a quattro diverse aree: il settore dedicato alla lavorazione del basamento, quello destinato alle testate, la linea di assemblaggio, il reparto approvvigionamento componenti e spedizione dei motori completi. Motori spediti a Gaydon dopo le validazioni sull'affidabilità, composte da test a caldo e a freddo. 

Per la sovralimentazione, Aston Martin ha fatto ricorso a turbo forniti da Mitsubishi Heavy Industry, con gestione dei gas di scarico twin-scroll e valvola wastegate elettrica.

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