Sharengo sospeso a Milano: vandalismo e conti in rosso

Sharengo sospeso a Milano: vandalismo e conti in rosso

Il car sharing 100% elettrico interrompe il servizio e motiva la decisione con la crescita degli atti vandalici. In realtà ci sono anche altri problemi che riguardano le colonnine di ricarica economici 

di Redazione

21.02.2020 ( Aggiornata il 21.02.2020 16:13 )

Guai per Sharengo a Milano. Il famoso servizio di car sharing elettrico attivo dal 2013 con le sue macchinine giallesospende temporaneamente l’attività di car sharing per migliorare il servizio e rinnovare la flotta”. Ad annunciarlo è la società stessa e il motivo è da attribuirsi a un numero sempre più elevato di atti vandalici.

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I motivi dello stop

L’alto numero di sinistri e di atti vandalici ci vede costretti ad installare delle black box, dispositivi in grado di tutelare i clienti e la società. Inoltre a breve partiranno i lavori di rifacimento delle colonnine nelle Isole digitali. Anche in funzione di ciò preferiamo aspettare che una parte consistente di questi punti torni ad essere efficiente prima di ricominciare a erogare il servizio”, continua l’azienda.

È un dato di fatto che gli atti vandalici sulle macchinine elettriche gialle siano aumentati: a dicembre 2019, in zona Bocconi, un gruppo di sette ragazzini ha completamente distrutto una Sharengo. Qualche giorno fa, con un post sui social, l’azienda ha protestato e chiesto rispetto per i veicoli della propria flotta, sempre più spesso presi di mira.

Non solo vandalismo

Oltre agli atti vandalici, la società di servizio sharing sta affrontando anche altri problemi a Milano. Prima di tutto c’è il nuovo bando comunale: è richiesto che le auto della flotta non abbiano più di quattro anni, le aziende dunque devono attrezzarsi per provvedere a un ricambio delle vetture.

Si aggiungono i problemi con le colonnine di ricarica (difficoltà generale per il settore green) e, soprattutto, qualche difficoltà economica (si parla di bilanci in rosso da troppo tempo). I segnali che raccontano di un momento delicato non sono mancati: l’abbandono di Modena, costi di produzione lievitati e la cessione, nel dicembre scorso, alla società italiana di proprietà olandese Force of nature.

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