Auto nostalgia: Alfa Romeo Brera, la bella è un poco addormentata

Auto nostalgia: Alfa Romeo Brera, la bella è un poco addormentata

Nel 2006 ci siamo messi alla guida dell'Alfa Romeo Brera con motore 3.2 V6: bella e veloce, non ha brillato a livello dinamico a causa del peso

di Redazione

02.09.2022 ( Aggiornata il 02.09.2022 15:00 )

Lanciata nel 2005 per affiancare la GT, l'Alfa Romeo Brera si proponeva come una coupé di taglia media, derivata dalla berlina 159, con un design derivato dall'omonima concept car di Giugiaro. Dotata di motori a 5 cilindri Diesel, e benzina 4 cilindri e V6, era penalizzata da un peso piuttosto elevato, che però non le impediva di sfoggiare ottime prestazioni. Sul numero di maggio 2006 abbiamo messo alla prova Brera in versione 3.2 V6 con trazione integrale Q4 e pacchetto Sky Window: ecco il nostro test nostalgia:

La linea toglie il fiato, ma la Brera nella sua versione top, con motore 3.2 e trazione integrale nei nostri rilevamenti non mantiene certe promesse: accelera in 6”54, però i cavalli e la grande motricità della trazione 4x4 vengono penalizzati dai rapporti lunghi e dal peso eccessivo.

Brera, un'Alfa da far girare la testa

È proprio come una bella donna, una di quelle che fanno girar la testa. E infatti si girano tutti a guardarla, per la strada. Niente da dire, con la Brera Giugiaro ha colto in pieno nel segno. Realizzando una coupé la cui immagine è degna in tutto e per tutto delle sportive Alfa Romeo dei tempi d’oro. Il che non significa essersi abbandonati a un’operazione retro, anzi: al di là di qualche citazione marginale (vedi il piccolo cristallo laterale posteriore, chiaro richiamo alla Giulietta Sprint) la linea è assolutamente originale, oltre che innovativa già nelle proporzioni. Che restano fedeli ai concetti classici delle sportive solo nell’accoppiata fra muso lungo e coda corta.

Ma non certo, per esempio, in un rapporto decisamente inusuale fra la particolare generosità degli sbalzi e la dimensione relativamente ridotta del passo. Il frontale sconta in modo piuttosto evidente la parentela con la 159 (la differenza e? soltanto nel taglio delle prese d’aria, nella fascia paraurti e nello scudetto che nella 159 lambisce lo spoiler inferiore, nella Brera no) mentre la coda brilla per l’aggressività offerta dalle forme avvolgenti e, soprattutto, dalle possenti spalle, oltre che per la spinta in avanti assicurata dall’angolazione del lunotto. In basso, spiccano quattro bei terminali di scarico, che peraltro rappresentano una delle poche esibizioni di muscoli, in un insieme che privilegia invece linee dinamiche.

Ne esce un’immagine intrigante e appariscente, di quelle capaci di spezzare più di un cuore. Un’immagine di fronte alla quale, proprio come accade con le belle donne, si è disposti a passar sopra a tante cose: anche ad accettare un comportamento un po’... eccentrico, come vedremo più avanti. E soprattutto, si è capaci di metter mano al portafoglio con una frequenza e una generosità insospettate. Già dall’acquisto, naturalmente, soprattutto se si decide di non scendere a compromessi e ci si indirizza verso l’equipaggiamento di vertice: con il motore sei clindri 3200, la trazione integrale e l’allestimento SkyWindow la Brera parte già da una cifra impegnativa, vicina ai 44mila euro. E come dimostra l’esemplare in prova, bastano un paio di optional “pesanti” quali il raffinato interno in pelle Frau e il navigatore satellitare, per portare il prezzo oltre la pericolosa soglia dei 50mila euro.

Hanno messo il frontale della Giulia sull'Alfa Romeo Brera

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