Auto nostalgia: BMW X6 M, una M ad honorem

Auto nostalgia: BMW X6 M, una M ad honorem

Nel 2010 abbiamo messo alla prova il primo Suv della divisione M di BMW: un'auto potente e velocissima, ma poco capace di emozionare a causa di un V8 nato per le ammiraglie

di Redazione

04.10.2022 ( Aggiornata il 04.10.2022 14:22 )

Dove invece il reparto sportivo ha lavorato bene è nel comparto trasmissione. Hanno preso lo Steptronic a sei rapporti delle altre BMW e gli hanno cambiato i connotati: guidando normalmente in Drive si apprezzano la fluidità e la morbidezza di cambiata tipica dei convertitori di coppia, ma quando vuoi darci dentro in modalità sportiva o manuale questa trasmissione sfodera una grinta e una reattività degna di un doppia frizione; i passaggi sono secchi e assai rapidi, grazie a un taglio molto netto dell’alimentazione e dell’accensione durante le cambiate. Per bontà di trasmissione ci riferiamo anche alla trazione xDrive, qui ritarata in modo specifico e dotata del Dynamic Performance Control, quella sorta di autobloccante che ripartisce la coppia anche fra le sole due ruote posteriori.

Ci guadagnano motricità, riduzione del sottosterzo e piacere di guida. Per quanto riguarda l’assetto, la scelta è caduta su una taratura di compromesso. Non è estremamente rigido, nemmeno con modalità Sport inserita, dunque da un lato ci guadagna il comfort, mentre dall’altro si paga qualcosa in termini di rollio durante la guida sportiva.

Il V8 delle ammiraglie BMW

A differenza delle altre BMW M, che erano spinte da propulsori espressamente pensati per le loro caratteristiche di sportività (vedi il 6 cilindri 3.2, il V8 4.0 e il V10 5.0), per X5 e X6 M la scelta è caduta su un motore già esistente: l’otto cilindri a V di 4.4 litri con TwinTurbo nato principalmente per le ammiraglie e le versioni top di gamma. Per conferirgli comunque un carattere sportiveggiante, nonché livelli di potenza e coppia elevati, gli interventi sono stati abbastanza consistenti: pistoni, alberi a camme, sistema di raffreddamento e turbine (con pressione salita a 1,5 bar) sono stati quasi interamente riprogettati dal reparto sportivo, per passare da una potenza base di 407 cv agli attuali 555 cavalli per una coppia massima che sale da 61,1 kgm al picco di 69,3 kgm, che in pratica e? sempre disponibile: da 1.500 a 5.650 giri.

La peculiarità di questo propulsore a iniezione diretta è proprio la sovralimentazione: grazie a una V fra le bancate piuttosto larga, 90 gradi, gli ingegneri BMW sono riusciti a sistemare in quel varco le due turbine e i catalizzatori. In tal modo, i collettori di aspirazione e scarico sono cortissimi, tant’è che per lo scarico c’è addirittura un collettore unico che serve entrambe le bancate. Questa originale sistemazione della sovralimentazione e la particolare soluzione del singolo collettore di scarico (unica al mondo e brevettata BMW), sono tra l’altro gli artefici del particolare sound di questo motore, che non suona come un qualsiasi altro V8. Per quel che concerne la trasmissione, lo Steptronic a sei rapporti con convertitore è stato reso estremamente sportivo perché durante le cambiate, in modalità manuale, viene attuata una disattivazione dei singoli cilindri, un taglio netto d’alimentazione per velocizzare e rendere più sportivi i passaggi.

Completa il quadro trasmissione una xDrive rivista nella ripartizione (ancor più coppia al retrotreno) e dotata, come le altre X6, di Dynamic Performance Control, il sistema che distribuisce la coppia fra le due ruote posteriori come un differenziale autobloccante, sia in tiro sia in rilascio. Ritarato completamente anche il Sevotronic, al pari dell’assetto M con sospensioni pneumatiche ribassato di 10 mm e irrigidito nella taratura.

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