Auto nostalgia: BMW X6 M, una M ad honorem

Auto nostalgia: BMW X6 M, una M ad honorem

Nel 2010 abbiamo messo alla prova il primo Suv della divisione M di BMW: un'auto potente e velocissima, ma poco capace di emozionare a causa di un V8 nato per le ammiraglie

di Redazione

04.10.2022 ( Aggiornata il 04.10.2022 14:22 )

Una componente che risulta adeguata alla mole e? invece l’impianto frenante. Oltre a garantire spazi d’arresto decisamente contenuti (35,7 metri da 100 km//h, 29,9 metri su aslfalto/ghiaccio), non risente particolarmente della fatica e regge bene anche dopo un uso intenso e prolungato, dote apprezzabile su una vettura di questo genere. Apprezzabile anche il livello di comfort offerto, considerato il carattere sportivo della X6 M. L’insonorizzazione è di buon livello (meno nella zona posteriore), e pur in presenza di una gommatura smisurata, la rumorosità è tutto sommato contenuta, come testimoniano i 69,9 decibel rilevati a 130 km/h.

E anche l’assetto, da parte sua, è stato tarato in una maniera che risparmia abbastanza la schiena. Le vere note dolenti arrivano al capitolo consumi, che pur se arginati in parte dall’iniezione diretta e dagli accorgimenti del pacchetto EfficientDynamics restano su livelli molto elevati: la miglior percorrenza registrata e? quella a 90 orari costanti, con 8,5 km/litro, ma al limite ad esempio si passa a 1,5 km/l. Le medie reali si attestano sui 5 al litro.

Velocissima in pista

La BMW X6 M è il primo Suv che e? riuscito ad abbattere il muro dei tre minuti (2’59”30) sulla nostra pista di Balocco, soglia che soltanto le sportive più performanti riescono ad oltrepassare. È un tempo fotocopia di quelli fatti segnare da due super station wagon come RS6 Avant ed M5 Touring, e per trovare un Suv altrettanto performante bisogna far riferimento alla Cayenne GTS, distanziata di 4 secondi ma sfavorita dalla potenza, inferiore di quasi 150 cavalli. Il segreto del successo della BMW, infatti, è da attribuire quasi unicamente alla potenza e alla coppia del V8 sovralimentato. In parte anche alla bontà della trasmissione, che grazie al mix fra una 4x4 ulteriormente orientata verso il retrotreno e la presenza del Dynamic Performance Control che funge da autobloccante, fanno sì che la motricità e il contenimento del sottosterzo in uscita di curva siano ottimi.

Quello che paga la X6 M è invece un marcato sottosterzo in ingresso e in fase di percorrenza delle curve. Lecito da attendersi nelle parti più lente, causa peso molto elevato, ma molto fastidioso e mortificante sul veloce, situazione dove l’assetto non riesce a caricare a dovere la ruota anteriore in appoggio facendo appunto allargare troppo le traiettorie.

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