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L'editoriale di Speciale Ripartiamo: "Dignità per tutto l'automotive"

UNRAE, Federauto, ANFIA, ANIASA e ACI unite nelle richieste del Governo: "Niente sussidi, solo risorse per ripartire"

L'editoriale di Speciale Ripartiamo: "Dignità per tutto l'automotive"

Andrea Brambilla e Pasquale Di SantilloAndrea Brambilla e Pasquale Di Santillo

15 mag 2020 (Aggiornato alle 11:14)

Perchè questo speciale di Auto sulla ripartenza? Per due motivi fondamentali; supportare il comparto dell’auto e aiutare con incentivi e proposte dirette e interessanti i cittadini che vogliono acquistare un’auto o semplicemente sono appasionati di questo mondo. Un comparto che assicura all’Erario dello Stato italiano quasi 80 miliardi di euro all’anno ha diritto di essere aiutato per la ripartenza dopo, o comunque anche durante, questo Coronavirus.

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Il settore automotive da diversi anni è utilizzato come bancomat dalle nostre istituzioni. Mi riferisco alle ACCISE che paghiamo ogni volta ad ogni pieno di benzina, alle tasse e ai superbolli, ma anche ai Comuni con le false zone ZTL a cui per accedervi basta pagare e i costi esagerati per i parcheggi nelle striscie blu. Ma potremmo anche andare avanti nell’elenco di quello che il nostro Stato prende dalle tasche degli automobilisti senza però ridare nulla. Basti pensare alle infrastrutture carenti, alle buche nelle strade, ai ponti che crollano. Ecco perchè in questo momento così difficile è necessario che le istituzioni capiscano le esigenze della ripartenza e recepiscano le proposte fatte dal settore.

(di Andrea Brambilla)

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Perchè è fondamentale riunire le proposte per il Governo

Abbiamo valutato a fondo, con il Direttore, se era giusto uscire con questo speciale rischiando di non essere proprio in linea con i tempi delle decisioni governative. Ma arriva sempre un momento in cui bisogna rischiare, per farsi sentire e far valere le proprie ragioni. E questo, per noi, è uno di quei momenti. Perchè l’indifferenza con cui viene trattato l’automotive è davvero insopportabile. Come se, di fronte ad un’emergenza che è già storia, il milione e duecento addetti del comparto (e famiglie al seguito) dovessero pagare chissà quale retaggio del passato.

Piuttosto, ora c’è da rispettare il lavoro di tutti e di mettere da parte le ideologie, i dogmi e gli integralismi dietro cui si nascondono interessi e fondazioni. E guardare in faccia alla realtà. L’elettrico sarà il futuro, ne siamo straconvinti, ma oggi e per i prossimi almeno 5 anni bisogna vendere le macchine di tutte le alimentazioni. Serve uno stimolo fortissimo alla domanda che vada ben oltre i 200 € di incentivi all’acquisto delle bici. Anche perchè, l’auto restituisce tutto. Con gli interessi.

(di Pasquale Di Santillo)

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