Massimiliano di Silvestre: quali azioni e quali scenari per il mercato dell'auto?

Massimiliano di Silvestre: quali azioni e quali scenari per il mercato dell'auto?

Massimiliano di Silvestre, Presidente e Amministratore Delegato di BMW Italia S.p.a. risponde alle domande di Alberto Sabbatini e Pasquale di Santillo, sulla situazione attuale del mercato dell'auto, le azioni necessarie per la sua ripartenza e i possibili scenari futuri 

di di Pasquale di Santillo e Alberto Sabbatini

20.05.2020 ( Aggiornata il 20.05.2020 13:00 )

Quale sarà la priorità per i prossimi mesi del 2020? Smaltire a tutti i costi le scorte di auto invendute nei concessionari anche a prezzo di sconti fortissimi, oppure salvaguardare e privilegiare i lanci dei nuovi modelli che erano previsti in primavera e che dovranno slittare di qualche mese?

La priorità è quella di avere una strategia chiara. Intanto è evidente che la digitalizzazione è un dato di fatto e che i processi di acquisto escono definitivamente trasformati da questa crisi. L’approccio comunicazionale in cui il cliente “rimbalza” tra fisico e digitale è ormai imprescindibile e sarà la base del modo di lavorare a livello retail. A questo, ovviamente, si affiancheranno campagne tattiche a supporto della rete, ma proseguirà allo stesso modo il lancio di nuovi modelli come MINI elettrica, Serie 2 Gran Coupé, X2 plugin hybrid, mild hybrid sui motori Diesel fino alla iX3 a fine anno.

Auto Focus con Massimiliano Di Silvestre (BMW-Mini)

Auto Focus con Massimiliano Di Silvestre (BMW-Mini)

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Al netto delle priorità, perché per il Governo l’auto non sembra essere importante nonostante tutto quello che significa per il Paese?

Il comparto automotive rappresenta in Europa un settore cruciale per l’economia che offre lavoro a quasi 14 milioni di persone. Lo stesso vale in Italia. Noi come BMW Group diamo lavoro direttamente (con le nostre 4 società) o indirettamente a oltre 11 mila persone e generiamo un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro. Credo che questi siano numeri troppo importanti perché il governo non faccia una seria riflessione per sostenere un settore che, peraltro, genera un gettito fiscale importantissimo.

Se lo Stato le chiedesse di scegliere un unico tipo di incentivo tra quelli proposti da UNRAE o un altro che non è inserito, però molto sostanzioso per il settore dell’auto, verso quale direzione lo indirizzerebbe?

Ne aggiungerei uno di più ampio respiro. In questa fase complessa, noi possiamo cogliere un’opportunità lavorando come filiera e con il supporto del Governo. Svecchiare uno dei parchi circolanti più vetusti d’Europa, con oltre 12 milioni di vetture altamente inquinanti e con livelli di sicurezza ridotti. Per questo crediamo che si debba stimolare la mobilità sostenibile, elettrica, ibrida ma anche benzina e Diesel Euro 6 con motorizzazioni moderne ed efficienti.

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Secondo lei alla luce dei due mesi di lock down, il limite dei 95 g di CO2 diventerà  anacronistico e si ridiscuteranno nuove misure a scalare per i prossimi 5 anni oppure pensa che le autorità europee da questo orecchio non ci sentiranno proprio?

Non sappiamo quali decisioni verranno prese a livello di autorità europee, ma noi abbiamo deciso di non cambiare la nostra strategia di sostenibilità. Avevamo obiettivi chiari e rigorosi per rispettare le normative dell’Unione Europea sia nel 2020 che nel 2021 e abbiamo coerentemente deciso di andare avanti in questa direzione. Per questo abbiamo ribadito la nostra offensiva di mercato che ci porterà nel 2023 ad avere 25 modelli elettrificati di cui 12 completamente elettrici nella gamma, con 30 mld di investimenti appena confermati. E allo stesso tempo continuiamo nella nostra strategia EfficientDynamics che ci ha portato ad avere motori benzina e Diesel Euro 6 di ultima generazione all’avanguardia della tecnologia e delle emissioni. Dal 1995 ad oggi abbiamo ridotto del 50% le emissioni CO2 di flotta in Europa e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci in questo cammino virtuoso.

Quanto tempo ci vorrà per assorbire il danno prodotto dal Covid-19 e tornare ai volumi del 2019 e come cambierà il mondo dell’automotive dopo questa lunga emergenza?

Per cultura aziendale non facciamo previsioni in condizioni di normalità del business, a maggior ragione in questo clima di incertezza. Un dato però è carico di significato: l’auto è tornata prepotentemente al centro della vita delle persone, come strumento di libertà e di mobilità individuale e familiare sicura. Le recenti ricerche fatte da alcuni istituti, come Aretè, confermano che tra il 70 e il 75% degli intervistati identifica nella propria automobile il mezzo di trasporto preferito e sicuro per muoversi nella fase post-emergenza. Questo significa che il settore ha una grande opportunità. Dobbiamo saperla cogliere attraverso processi di vendita innovativi, un contatto digitale con il cliente, una relazione rafforzata e un’offerta di prodotto e servizi capace di interpretare quella che noi chiamiamo “the power of choice”, cioè essere in grado di offrire a ciascun cliente la soluzione ideale: elettrica, ibrida plug-in, mild hybrid, benzina, Diesel e tra poco anche fuel cells.

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