Quando è nato il limite di velocità

Quando è nato il limite di velocità

Quali sono le origini del limite di velocità? Quali sono gli Stati più "tolleranti" e quali addirittura non l'hanno mai imposto? Ecco un rapido viaggio tra Europa e Asia

di Redazione

06.07.2020 ( Aggiornata il 06.07.2020 17:07 )

Si tratta di una delle leggi fondamentali che chiunque automobilista deve rispettare. Ogni Stato, ogni amministrazione, la stabilisce per conto proprio, anche se in realtà alcuni Paesi neanche lo prevedono, preferendo "consigliare" piuttosto che decretare.

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Parliamo del limite di velocità, presente sia in strade normali, in campagna che, soprattutto, in autostrada. Gli automobilisti sono tenuti a rispettarla ogni giorno e ogni volta che salgono a bordo. Ma qual è la sua storia?

LE "LOCOMOTIVE LEGGERE" DELLE ORIGINI

Come per molte altre cose, le origini vanno fatte risalire agli inglesi, che lo introdussero nel 1861 con il cosiddetto "Locomotive Act". Il nome scelto per il decreto deriva dal fatto che a quel tempo non si parlava di "automobili", ma di "light locomotives" ("locomotive leggere"). Del resto, non era che una carrozza che al posto dei cavalli veniva trainata da un piccolo propulsore: una sorta di antenata preistorica di un'auto. Ed ecco allora che il limite era imposto a 16 km/h.

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L'INCREDIBILE "RED FLAG ACT"

Ma già quattro anni dopo, sempre in Inghilterra, arrivò la modifica. Evidentemente "impauriti" dalle "folli" velocità dei primi rudimentali mezzi a motore termico, gli inglesi diminuirono il limite a 6 km/h in campagna e addirittura 3 km/h in città. Ma non finiva qui: perché la legge stabiliva la presenza di una persona che tramite l'utilizzo di una bandiera rossa (se era al buio, una lanterna) doveva camminare 55 metri davanti al veicolo così da indurlo a procedere al massimo a 6 km/h. In più, lo sbandieratore doveva segnalare a eventuali persone a cavallo il passaggio imminente dell'automobile. Questo fantasioso decreto, che oggi ci appare buffo ma che è figlio dei tempi in cui venne scritto, venne soprannominato "Red Flag Act", proprio per via del tizio con la bandiera rossa.

SI SALE A 23 KM/H: SI CORRE PER FESTEGGIARE

Trentasei anni dopo, con la tecnologia leggermente migliorata, il "Red Flag Act" venne abbandonato in favore del nuovo "Locomotive Act", che fissava il limite a 23 km/h. Gli inglesi erano talmente ubriachi di gioia dal poter finalmente sfogarsi con l'accelatore che per celebrare l'addio ai poveri sbandieratori rossi indirono una competizione chiamata Emancipation Run. In teoria, un giro turistico da Londra a Brighton; in pratica, una corsa di velocità che rappresentò il primo evento di motorsport nella storia della Gran Bretagna, ininterrotto fino al 1927 e fermatosi solo a causa della Prima Guerra Mondiale.

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ITALIA VS GERMANIA

Va da sé che con il passare degli anni e il ruolo assunto dall'automobile, sono aumentate le prestazioni e quindi anche i limiti, che variano da Paese a Paese. In Italia, ad esempio, è di 50 km/h sulle strade urbane, 90 sulle extraurbane secondarie, 110 sulle extraurbane principali e 130 in autostrada. Ci sono poi casi particolari, come la Germania: in alcuni tratti delle autostrade tedesche infatti non vi è un vero limite di velocità.

I PAESI "TOLLERANTI"

O l'Austria e gli Emirati Arabi, lontanissimi geograficamente ma uguali in un dato: sono i Paesi con il limite di velocità più alto in assoluto, 160 km/h (anche se in alcuni rettilinei e in via di sperimentazione). Il Nepal, l'Isola britannica di Man e lo Stato indiano di Uttar Pradesh sono invece le uniche tre realtà politiche al mondo a non avere nessun tipo di limite di velocità.  

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