Non solo prima auto a marchio Fiat della storia, ma anche la prima a utilizzare un pedale per azionare i freni: una piccola ma significativa rivoluzione risalente ormai a 120 anni fa
09.12.2020 ( Aggiornata il 09.12.2020 14:40 )
C'è stato un esatto momento, nella storia primordiale dell'automobilismo, in cui noi italiani abbiamo insegnato al mondo come frenare. Merito di un marchio storico, Fiat, e della prima auto della sua lunghissima storia: 3½ HP.
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L'11 luglio 1899 la Fabbrica Italiana Automobili Torino nasce per opera di alcuni imprenditori aristocratici del capoluogo piemontese, spinti dalla passione per quel nuovo mezzo chiamato "automobile" che in pochissimo tempo aveva "invaso" il mondo, Italia compresa. La prima creatura ad uscire dalla fabbrica costituirà da subito una rivoluzione, sebbene nata da un progetto già esistente. Perché la neonata azienda, come primo atto, inglobò la già esistente Ceirano, detta anche Accomandita Ceirano, Casa a quattro ruote fondata solo un anno prima che aveva già ottenuto ampio clamore presentando la sua Welleyes.
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Guarda il videoLa Ceirano Welleyes era vista con entusiasmo dalla critica specializzata per via del suo innovativo sistema di raffreddamento sprovvisto di pompa per la circolazione dell'acqua e dotato di sifone: una soluzione che raffreddava contemporaneamente sia l'acqua che il motore senza consumare tutti i litri di benzina. Mezzo pratico e con un'autonomia di ben 200 km, la Welleyes ottenne il successo meritato solo dopo essere stata rivisitata dalla Fiat e rinominata 3½ HP.
Fiat 3½ HP non è quindi altro che l'"aggiornamento" della Welleyes. Progettata dall'ingegner Aristide Faccioli, trattasi di un veicolo figlio dell'epoca in cui è stato costruito, un vis-à-vis (due configurazione di sedili, con i passeggeri seduti davanti al guidatore e, curiosamente, una tenda anti-pioggia pensata solo per chi sedeva al lato guida e non per i passeggeri) dalle forme compatte, con pneumatici di grandezza diversa tra quelli anteriori e posteriori. Spinta da un motore posizionato nella zona posteriore da 2 cilindri per 657cc, riusciva a compiere 400 giri al minuto (la potenza erogata era il nome stesso, 4 CV circa) a 35 km/h di velocità massima.
Si tratta di uno dei primissimi veicoli realizzati dalla Casa torinese. Configurazione vis-à-vis, era spinto da un motore bicilindrico da circa 4 CV e 400 giri al minuto, utili a raggiungere una velocità massima di 35 km/h: non poco, per un'auto del 1899
Guarda la galleryPerché Fiat 3½ HP merita di passare alla storia - a parte per il fatto di essere la prima vettura costruita dal marchio torinese -? Essenzialmente per tre motivi. Il primo, il più importante: è la prima macchina dotata di freno a pedale. La 3½ HP aveva infatti due freni: quello classico dell'epoca, ovvero a mano, che bloccava istantaneamente le ruote, e uno nuovo, mai visto prima di quel momento, a pedale, che invece interveniva sul semiasse. La soluzione era il massimo per quanto riguardava il fattore sicurezza.
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Ma la 3½ HP aveva anche due altre particolarità. Aveva una trasmissione formata da tre marce ma senza retromarcia, poiché quest'ultima, agli inizi del Novecento, semplicemente non era ancora contemplata né dai guidatori, né dagli ingegneri. E poi, era dotata di un sistema di lubrificazione "a perdere" specifico: in pratica, un oliatore prelevava l'olio da un serbatoio immergendo delle camme, lo distribuiva sui cuscinetti mediante piccoli tubi in rame e da lì era lasciato cadere nella coppa, dalla quale non era recuperato.
Fiat ne costruì 26 esemplari. Dopo 120 anni, ne sono rimasti integri solo 4, tra cui uno conservato al Centro Storico Fiat, uno al Museo dell'Automobile di Torino, uno all'Henry Ford Museum di Dearborn negli USA e l'ultimo al National Motor Museum di Beaulieu in Gran Bretagna.
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