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Ferruccio Lamborghini, 25 anni dopo è sempre tempesta ed impeto

Il padre di tutte le Lambo muore il 20 febbraio del 1993: in soli deci anni è stato capace di dar vita a un mito

Ferruccio Lamborghini, 25 anni dopo è sempre tempesta ed impeto

Francesco CollaFrancesco Colla

20 feb 2018 (Aggiornato alle 11:58)

La presenza di Ferruccio Lamborghini la percepisci subito, entrando a Sant'Agata Bolognese. Nonostante la sua azienda sia proprietà tedesca da vent'anni e già prima avesse cambiato mani troppe volte. Di Ferruccio, scomparso 25 anni fa, non rimane solo un metro quadro di piastrelle anni '60 nel contesto aerospaziale della nuova catena di montaggio. Né solo splendidi omaggi come la Centenario, presentata nel 2016 per celebrare i 100 anni della sua nascita.

Di Ferruccio rimane lo spirito impetuoso. Uomo dalle idee chiare, deciso a creare auto perfette, sportive da sogno destinate a far girare la testa, con la loro estetica furiosa e il ringhio selvaggio. Il casus belli che lo portò dai trattori alle supercar fu il celebre litigio con Enzo Ferrari, altra testa calda emiliana. Ferruccio, collezionista di sportive, possedeva anche alcune Ferrari: esasperato dalla ripetuta rottura della frizione di una rossa, andò a Maranello a dirne quattro al Drake. Uomo notoriamente mite, Ferrari gli sbraitò contro: “La macchina va benissimo. Il problema è che tu sei capace a guidare i trattori e non le Ferrari”.

Nasce così nel 1963 la “Automobili Ferruccio Lamborghini” e al Salone dell’Auto di Torino venne presentata il prototipo 350 GTV, capolavoro a 12 cilindri, seguito l'anno successivo dalla versione di serie 350 GT, e poi dalla 400 GT, prodotta in 120 esemplari. Le uniche due Lambo di serie a non portare nomi di tori: Miura, Islero, Espada, Jarama. E oggi Huracàn e Urus.

Nel '72 cede l'azienda, dopo solo dieci anni, con la tempestività che sempre aveva caratterizzato il suo animo tumultuoso. La crisi petrolifera rende più difficile vendere le sue sportive e il figlio Tonino non dimostra la stessa passione paterna. Così, al diavolo tutti, cede la baracca allo svizzero Rossetti e si ritira in Umbria a coltivare viti.

Ferruccio Lamborghini muore nella sua tenuta nel 1993, all'età di 76 anni. Viene portato al cimitero su un carro agricolo trainato da uno dei suoi trattori. Sulla lapide si legge: Buon lavoro nella nuova Casa di Dio.

DALLARA E GANDINI RACCONTANO LA NASCITA DELLA MIURA

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