Abarth Scorpione: la sua storia

Abarth Scorpione: la sua storia

Rappresentò la variante più potente della sportiva Fiat 850 "Lombardi Grand Prix": due posti secchi, trazione posteriore, nel corso della sua carriera indossò anche una fantastica livrea verde-arancione poi ripresa da Mazda a Le Mans

di Redazione

24.06.2020 ( Aggiornata il 24.06.2020 16:30 )

Da ingegnere a ingegnere a...ingegnere. La storia della Abarth Scorpione nasce dalle idee e le ambizioni di tre giovani protagonisti dell'automotive, il primo a dare forma al progetto, gli altri due a rifinirla e svilupparla sotto un'altra veste, mantenendo però lo stesso spirito sportivo di un'auto di cui non si sente parlare spesso, ma che meriterebbe qualche spazio in più nelle cronache della storia dell'automobilismo italiano.

Abarth Scorpione FOTO

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Rappresentò la variante più potente della sportiva Fiat 850 "Lombardi Grand Prix": due posti secchi, trazione posteriore, nel corso della sua carriera indossò anche una fantastica livrea verde-arancione poi ripresa da Mazda a Le Mans

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LE ORIGINI: FIAT 850 "LOMBARDI GRAND PRIX"

Nasce tutto dalla Fiat, come da tradizione indissolubile per Abarth. C'è una base meccanica, la 850 del Marchio torinese, trasformata in tutto e per tutto da Francis Lombardi, aviatore durante la Seconda Guerra Mondiale e poi determinato costruttore a quattro ruote. Inizia con le giardinette, si diverte con le vetture di lusso, poi passa alle sportive. Nel 1968 crea la sua 'opera' più famosa. Prende la Fiat 850 e da berlinetta la trasforma in una coupé sportiva, aggiungendo il suffisso "Lombardi Grand Prix". Più che altro, un'operazione di marketing, perché in un vero Gran Premio l'auto del buon Francis non arriverebbe neanche a qualificarsi (16 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h), per una macchina che ha il suo punto di forza nelle forme e nell'eleganza. Realizzata con componenti in vetroresina, Fiat 850 "Lombardi Grand Prix" ha il motore posteriore, due posti secchi, assetto basso, linee affusolate: insomma, se passa in strada ti giri a guardarla. Piace, agli appassionati ma anche agli addetti ai lavori. Alcune Carrozzerie si prendono la briga di realizzarne una propria variante. La più potente di tutte sarà quella pensata dal secondo ingegnere protagonista di questa storia.

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ABARTH SCORPIONE: SI ALZANO I CAVALLI

Carlo Abarth ha già fondato l'azienda da quasi vent'anni, ha capito cosa proporre al pubblico e percepisce il potenziale della 850 LGP. Per prima cosa, gli uomini Abarth cambiano il motore. Viene rimosso l'originario 843cc e inserito il propulsore della MKII 850 Coupé, 903cc e 52 CV. Lo sviluppo prosegue, la nuova vettura viene ribattezzata Scorpione e, nella sua versione SS, arriva fino a 100 CV. Nel 1971 però Fiat prende l'intero controllo di Abarth e il progetto di patron Carlo viene cestinato.

LE CORSE DI FRANCESCO LANDI

A questo punto, interviene il terzo attore della recita. Francesco Landi, giovane ingegnere "di pista", riprende in mano il fascicolo Scorpione e lo reinterpreta a suo modo. Installa un motore doppia camma 1280cc (rendendola nota al publblico con il nome di Abarth Scorpione 1300) e lo testa alla Coppa della Collina, storica gara di Regolarità. Arriva secondo al traguardo, è un trionfo. Meno trionfale la seconda uscita, con la macchina che va a schiantarsi contro un albero.

Nuova Abarth 595 Pista FOTO

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La piccola dello Scorpione dedicata ai giovani

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L'incidente viene visto come un'opportunità per Landi, che ne approfitta per modificare il muso e migliorare il carico aerodinamico anteriore in ottica trazione posteriore. Aggiunge ancora più sportività con le prese d'aria NACA, costruisce finestrini in plexiglas e colora il modello di una fantastica livrea verde-arancione. Se guardandola, vi viene in mente la Mazda 787 che vinse a Le Mans nel 1991, no, non state sbagliando paragone.

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In seguito, la "vita" di Abarth Scorpione inizia lentamente a declinare. I risultati non soddisfano Landi, che sposta il progetto da Marchio a Marchio, nessuno se ne prende la responsabilità e l'auto cade nel dimenticatoio. Oggi, tuttavia, i collezionisti fanno a gara per riuscire a scovarne un esemplare. 

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