Alfa Romeo Alfasud Ti Bimotore Wainer, rarità all'asta

Alfa Romeo Alfasud Ti Bimotore Wainer, rarità all'asta

Costruita da Gianluca Mantovani per i rally, la vettura era una vera 4X4 grazie a un secondo motore montato sul retroreno

di Michele Salvatore

25.01.2021 14:24

Alfa Romeo, c’è una Bimotore all’asta. Non si tratta di un esemplare della 16C, la monoposto costruita in due esemplari nel 1935 di cui uno demolito e l’altro in mano a un collezionista privato (oltre la replica del 1970 presente nel Museo di Arese), ma di una vettura dallo spirito altrettanto rivoluzionario: l’Alfa Romeo Alfasud Ti Bimotore 4×4 Wainer.

Il progetto porta la firma di Gianluca Mantovani, celebre preparatore che spesso aveva collaborato con Autodelta, il reparto corse del Biscione, messo in piedi con l’obiettivo di costruire un auto da far competere nei rally.

Alfa Romeo Alfasud Bimotore Wainer, pezzo unico all'asta

Alfa Romeo Alfasud Bimotore Wainer, pezzo unico all'asta

L'Alfa Romeo Alfasud Bimotore Wainer è stato un esperimento del preparatore Gianluca Mantovani nel realizzare una vettura a trazione integrale da schierare nei rally. L'Alfasud montava un secondo motore, installato al posto dei sedili posteriori, che azionava il retrotreno, ma il progetto rivoluzionario per il 1977 non andò mai in porto, rimanendo solo un prototipo. La vettura è stata messa all'asta da RM Sotheby's

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Idea rivoluzionaria

Fu così che nell’officina Wainer entrò un’Alfasud Ti, pronta per essere modificata. Negli anni '70, le corse su strada erano dominate dalle Abarth 124 e 131 e dalla Lancia Stratos, tutte a  trazione posteriore e per sfidarle sul loro terreno si decise di puntare su un concetto innovativo per l’epoca, ma che nella categoria si rivelò vincente negli anni a seguire: la trazione integrale.

La scheda tecnica

Mantovani fu visionario anche nella costruzione dello schema meccanico. L’Alfasud fu dotata di un secondo motore, identico al 4 cilindri boxer da 79 cavalli e 1.186 di cilindrata che azionava le ruote anteriori, installato al posto dei sedili posteriori in modo da inviare potenza al retrotreno.

Sulle fiancate furno ricavate due prese d’aria per installare i radiatori preposti al raffreddamento dell’unità, che veniva azionata da comandi dedicati montati sulla plancia. I due propulsori condividevano, inoltre, frizione e cambio a 4 rapporti e, in combinata, garantivano all’Alfasud di coprire lo 0-100 km/h in 8,2” e raggiungere la velocità massima di 215 km/h.

Oggetto per pochi

La vettura fu completata nel 1977, ma le sue ambizioni da corsa non furono mai esaudite, perché non superò mai la fase prototipale.

Evidentemente, il suo destino era quello di diventare un oggetto ambitissimo dai collezionisti che il 13 febbraio, a Parigi, si sfideranno a colpi di rilanci per mettersela in garage, in un'asta riservata a pochi, visto che la rarità del pezzo ha spinto RM Sotheby’s a non mettere prezzo di riserva e stima d’acquisto…

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