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Ferrari 408 4RM, l'ultimo laboratorio di ricerca firmato Forghieri

È morto all'età di 87 anni Mauro Forghieri. Progettista completo, in Ferrari ha firmato anche una ricerca mai giunta a essere auto di serie: esplorava il potenziale del 4x4 su una supercar

Ferrari 408 4RM, l'ultimo laboratorio di ricerca firmato Forghieri

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

2 nov 2022 (Aggiornato alle 17:29)

Dagli interventi di affinamento delle sospensioni condotti sulla Ferrari 250 GTO, uno dei primi progetti seguiti da Mauro Forghieri a Maranello, a un laboratorio di soluzioni tecniche mai portati allo stadio di produzione in serie. È racchiusa tra il 1959 e il 1987 l'esperienza ferrarista del geniale tecnico modenese, scomparso all'età di 87 anni.

Al Forghieri direttore tecnico e progettista delle Ferrari di Formula 1 e Sport Prototipi si affianca il Forghieri che seguì un progetto come la Ferrari 408 4RM. 

Ferrari e la ricerca sulle quattro ruote motrici

C'era un tempo in cui la trazione integrale, per le supercar, era terreno da esplorare con curiosità. A metà anni Ottanta venne dato il via libera dall'allora direttore generale Razelli perché la Ferrari sperimentasse con un progetto laboratorio le quattro ruote motrici.

Affidò quella ricerca alla Ferrari Engineering di Forghieri, un progetto che vide la luce nel 1987 in una forma di prototipo-laboratorio. Quando Forghieri lasciò Maranello, il secondo dei due esemplari di ricerca venne portato a termine sotto la direzione dell'ingegnere Cassese.

Pro e contro delle 4RM

La trazione integrale incideva per 200 kg sulla massa della sportiva con motore V8 in posizione posteriore-centrale e cambio manuale 5 marce. La ripartizione della coppia prevedeva il 70% trasmesso al retrotreno e il 30% all'avantreno, attuata mediante un gruppo differenziale centrale composto da due frizioni idrauliche.

Vennero realizzati solo due esemplari della 408 4RM, differenti non solo per colore ma anche per soluzioni tecniche. L'esemplare rosso (telaio 70183) fu il primo a essere prodotto dalla Ferrari Engineering di Forghieri, era caratterizzato da fari anteriori nascosti dietro paratie a scomparsa; la 408 4RM gialla (telaio 78610, pronta nel 1988) sviluppò fari a vista, con tradizionali lenti trasparenti. Diversi erano anche i finestrini nel meccanismo di apertura. 

Ancora, il primo muletto venne realizzato intorno a un telaio in acciaio, saldato al laser, dal peso di 90 kg in quella che potremmo definire oggi la cellula abitacolo. L'evoluzione 408 4RM gialla, invece, impiegava una scocca in alluminio, da 66 kg. Due concetti che superavano il telaio tubolare.

Lo stile asservito alla funzione

Il design fu dettato da scelte funzionali, firmato da Ferrari Engineering e non da Pininfarina. In quanto laboratorio tecnico si discosta nettamente dagli stilemi del tempo proposte sulle Rosse. La peculiarità della carrozzeria sta nell'essere composta da pannelli in una struttura a sandwich da 4 millimetri di spessore: tra due strati di vetroresina, uno strato di schiuma. Sostituiva i tradizionali lamierati in alluminio.

In appena 4 metri e 22 centimetri di lunghezza, Forghieri immaginò l'impostazione tecnica di una Rossa a quattro ruote motrici. Il motore in posizione posteriore-centrale era un V8 da 4 litri, da cui il 408 della sigla: 40 identificava la cilindrata, 8 il frazionamento. La potenza era di 299 cavalli, con iniezione elettronica Weber-Marelli, a fronte di un peso dell'auto di 1260 kg del primo prototipo, con telaio in acciaio; venne ridotto a 1227 kg con la seconda 408 4RM in alluminio. La velocità massima era di 310 km/h.

Nato come laboratorio sperimentale, tale restò e si caratterizzava per una assoluta funzionalità delle scelte di stile all'aerodinamica. Della trazione quattro ruote motrici non vi furono applicazioni nella produzione di serie, orientata piuttosto a una direzione opposta, con la leggerezza centrale rispetto a un extra di peso dettato dalla componentistica aggiuntiva necessaria a portare la coppia all'avantreno.

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