Lancia è una delle Case più amate in Italia, e non solo, e ha legato il proprio nome a vetture iconiche e straordinarie. Ecco le 5 (+1) più importanti secondo noi

Lancia, i 5 (+1) modelli che hanno fatto la Storia del Marchio

È una delle Case automobilistiche più amate, e nel contempo una di quelle con la storia più travagliata. Dalla sua fondazione nel 1906, <a href="https://www.auto.it/news/news/2021/05/24-4282723/kimera_automobili_evo37_il_mito_e_servito/">Lancia</a> ha vestito diverse “pelli” che l'hanno portata a essere da produttore di autocarri a punto di riferimento nel segmento del lusso, per poi diventare stella del motorsport e infine Marchio ridotto ai minimi termini con un solo modello – seppure di grande successo – come è oggi. Cambiamenti dovuti alla convivenza forzata con altre Case dall'indole simile, come Alfa Romeo, e da scelte commerciali non sempre dagli esiti positivi.
Nonostante tutto, però, il Marchio torinese continua a occupare un angolo nei cuori degli appassionati, e in futuro ci si aspetta che possa ritagliarsi uno spazio anche sul mercato. Carlos Tavares, amministratore delegato della neonata <a href="https://www.auto.it/news/news/2021/04/15-4123106/stellantis_offensiva_elettrica_su_quattro_piattaforme/">Stellantis</a>, ha infatti dato 10 anni alle Case che fanno parte del Gruppo – Lancia inclusa – per risollevarsi. Un'opportunità che il brand fondato da Vincenzo Lancia 115 anni non può permettersi di perdere. Specie alla luce della sua storia e dei modelli che hanno contribuito a crearne il mito.
Auto iconiche e ricche di personalità, sia pure appartenenti ai segmenti più diversi: ne abbiamo selezionate 5 tra le più importanti per la Casa, a cui come al solito ne abbiamo aggiunta una che, al contrario, non si è rivelata all'altezza del nome che portava. Eccole. (Qui i precedenti appuntamenti su <a href="https://www.auto.it/news/youngtimer/2021/06/03-4320066/alfa_romeo_i_5_modelli_piu_importanti_della_storia_del_biscione/">Alfa Romeo</a> e <a href="https://www.auto.it/news/youngtimer/2021/06/10-4356037/fiat_i_5_1_modelli_iconici_che_hanno_fatto_la_storia_della_casa_torinese/">Fiat</a>).
<a href="https://www.auto.it/news/news/2021/06/16-4378796/lancia_jean-pierre_ploue_curera_il_design/">Lancia, Jean-Pierre Ploué curerà il design</a>
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2 style="text-align: justify;">Lancia Aurelia B20</h2>

Nel dopoguerra, Lancia decide di limitare la produzione di autocarri, fino ad allora al centro delle attività della Casa, e di dedicarsi alle vetture di lusso. In particolare nel 1951 viene presentata l'Aurelia B20, sinuosa coupé sportiva destinata a diventare un tassello fondamentale nella storia del Marchio. Svelata in occasione del Salone di Torino di quell'anno, la B20 riscuote un immediato successo commerciale. Nel corso della sua carriera (uscirà di produzione nel '58, rimpiazzata dalla Flaminia GT Coupé) l'Aurelia viene aggiornata numerose volte, arrivando a contare ben sei serie, senza contare le edizioni speciali realizzate autonomamente da carrozzieri come Vignale e quelle per le competizioni sportive. In totale, la B20 verrà venduta in poco meno di 4mila esemplari. Un record per una vettura sportiva di lusso negli anni '50.
Al suo esordio, la Lancia Aurelia B20 viene dotata di un motore V6 da 2 litri e 76 cavalli, che verrà poi aggiornato nel corso delle varie serie fino ad arrivare a quota 120 cv, con una cilindrata incrementata a 2,5 litri (sufficienti a spingere la vettura fino a 185 km/h). La Lancia B20 viene poi utilizzata anche per numerose gare di durata, quasi sempre preparata da Pininfarina: tra le competizioni cui l'Aurelia coupé ha preso parte anche la <a href="https://www.auto.it/news/news/2021/06/14-4373139/1000_miglia_2021_tra_fiat_e_ferrari_ci_sara_anche_elkann_al_volante_dell_alfa_romeo/">1000 Miglia</a> e la difficile Carrera Panamericana.
Addirittura, meccanica e motore della B20 vengono sfruttate per la realizzazione di una monoposto di Formula 2 (mai scesa in pista nonostante il lungo lavoro su questo progetto) e perfino di una Formula 1. Quest'ultima, creata in maniera artigianale da Marino Brandoli, riesce a prendere parte ad alcuni gran premi, ottenendo alcuni risultati onorevoli, come l'11° posto in griglia nel GP di Napoli, nonostante le prestazioni assolutamente non al livello delle rivali ufficiali. Dimostrazione che spesso la passione può superare ostacoli all'apparenza insormontabili.
<a href="https://www.auto.it/news/speciali/epoca/2020/04/15-2921056/lancia_aurelia_b20_torna_in_vita_una_rarita_/">Lancia Aurelia B20, torna in vita una rarità</a>
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2 style="text-align: justify;">Lancia Stratos</h2>

A volte, per entrare a gamba tesa nella storia dell'auto, bastano poche centinaia di esemplari. È il caso della Lancia Stratos, vettura super sportiva diventata un'icona dei rally, e non solo. Il modello di serie viene anticipato nel 1970 dalla Strato's Zero, concept car affilata e aerodinamica, che sembra venire dal futuro. Disegnata da Marcello Gandini (autore, tra le altre, della Lamborghini Miura e della Fiat X1/9) per conto della Bertone, la Zero sfoggia soluzioni tecniche uniche, come l'assenza delle portiere e l'intera parte centrale dell'auto che si solleva per far entrare il guidatore.
Il progetto viene considerato da Lancia valido per partecipare alle competizioni di rally del Gruppo 4, per le quali però è necessaria la produzione di 500 esemplari della vettura. Nel 1973 viene finalmente presentata la versione stradale, che prende il nome di Stratos e mantiene le principali caratteristiche della concept (motore centrale, due posti secchi, design affilato) pur eliminandone le estremizzazioni eccessive (come il poco pratico sistema di ingresso nell'abitacolo). Sotto al cofano, un motore V6 Dino fornito direttamente da Ferrari dopo una lunga ed estenuante trattativa tra Pier Ugo Gobbato, direttore generale di Lancia, e il Drake.
Sulla versione stradale, tale propulsore erogava ben 190 cavalli e permetteva all'aerodinamica Stratos di raggiungere i 230 km/h con un'accelerazione incredibilmente rapida di circa 6 secondi. Finalmente la Casa torinese può omologare anche la versione per il Gruppo 4, che si rivela subito essere velocissima e competitiva, con i suoi 280 cavalli e piloti del calibro di Sandro Munari alla guida. Meno fortunata la Stratos stradale, che dopo essere stata prodotta nei fatidici 500 esemplari giace per anni invenduta nelle concessionarie a causa del prezzo (oltre 10 milioni di lire) giudicato eccessivo per un'auto così spartana. Oggi un esemplare della Lancia Stratos è valutato oltre mezzo milione di euro.
<a href="https://www.auto.it/news/news/2020/10/12-3466151/lancia_stratos_come_una_hypercar_moderna_ecco_come_potrebbe_essere/">Lancia Stratos come una hypercar moderna: ecco come potrebbe essere</a>
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2 style="text-align: justify;">Lancia Delta</h2>

Quando si parla di Lancia, il primo modello che viene in mente a quasi tutti gli appassionati, ma anche ai meno esperti, è la Delta. Una vettura che ha legato il suo nome ai rally e alla versione più performante tra quelle stradali, la Integrale HF, e che ancora oggi viene celebrata attraverso restomod e rendering che ne auspicano una rinascita. Lanciata per la prima volta nel 1979, l'auto è frutto della matita di Giorgetto Giugiaro. L'auto viene chiamata a riempire lo spazio lasciato vuoto anni prima dalla Fulvia, e sfoggia una linea decisamente di rottura con le altre lancia: squadrata, con linee tese, e soprattutto con una carrozzeria a due volumi che la rende una delle prime moderne hatchback.
La Delta monta motori derivati a 4 cilindri derivati da quelli della Fiat Ritmo. Premiata Auto dell'Anno nel 1980, è solo qualche anno dopo che questa Lancia si arricchisce delle versioni che diventeranno più iconiche: nell'83 esce la HF turbo, dotata di motore 2 litri e 130 cavalli. Un dato, quello della potenza, destinato a lievitare rapidamente sulle versioni successive: la Delta Integrale raggiunge infatti quota 200 cv, mentre la S4 Stradale (dotata di motore posteriore e realizzata in 200 esemplari per poter ricevere l'omolazione nel gruppo B) ben 250.
La Delta si rivela, nella sua carriera durata ben oltre un decennio, un successo sia in ambito commerciale che sportivo: sono oltre mezzo milione gli esemplari del modello che vengono venduti dalla Casa torinese, mentre il palmares delle versioni da rally conta 6 Titoli Mondiali consecutivi, dal 1987 al 1992, un record assoluto. La Delta è poi stata proposta in due nuove generazioni (nel 1993 e nel 2008), che però non sono riuscite a ripeterne il successo. Come per la Stratos, le quotazioni della Delta HF, Integrale e S4 hanno raggiunto cifre elevatissime.
<a href="https://www.auto.it/news/green/2021/05/06-4209361/lancia_delta_integrale_diventa_elettrica_con_gck_exlusiv-e/">Lancia Delta Integrale diventa elettrica con GCK Exlusiv-e</a>
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2 style="text-align: justify;">Lancia Thema</h2>

Non ci sono solo vetture sportive nella storia della Lancia. Oltre alle competizioni, la Casa torinese deve molto del suo successo al segmento del lusso, da sempre presidiato con ammiraglie del calibro di Flaminia, Fulvia, Gamma e altre ancora. Nel 1984, a seguito dell'acquisizione da parte di Fiat di Alfa Romeo, viene varato un nuovo progetto che coinvolge tutti i Marchi principali del Gruppo, più una Casa straniera. Si tratta del pianale Tipo 4, concepito per le moderne berline di grandi dimensioni a trazione anteriore, che dà vita alla Fiat Croma, all'Alfa Romeo 164, alla Saab 9000 e non ultima la Lancia Thema.
La nuova ammiraglia di Lancia ha una linea coerente con quella delle altre vetture della gamma, con linee squadrate e tese, e sfoggia una meccanica di primo piano. Immediatamente la Thema ottiene un grande successo di pubblico, tanto che nei suoi anni di carriera (dall'84 al '94) viene prodotta in 370mila esemplari, più della 164 e non troppo distante dalla più economica Croma. Oltre alla versione berlina a tre volumi, di gran lunga la più diffusa, viene proposta anche una station wagon realizzata da Pininfarina e prodotta in circa 20mila unità.
La Lancia Thema viene proposta con motori a 4 cilindri da 2 litri, che nel corso dei vari aggiornamenti erogano potenze comprese tra i 116 e i 180 cavalli, e V6 da 3 litri e 150 cv. Nel 1986 viene presentata la Thema 8.32, dove il nome sta a indicare i cilindri (8) e le valvole (32). Questa versione, che verrà poi soprannominata apocrifamente “Thema Ferrari” è equipaggiata con un motore made in Maranello, lo stesso della Mondial. Pesantemente modificata per consentire l'alloggiamento del V8, questa Thema con i suoi 215 cavalli diventa l'auto a trazione anteriore più potente del mondo, nonché la prima a offrire di serie un alettone posteriore a scomparsa.
<a href="https://www.auto.it/news/youngtimer/2020/07/15-3164234/lancia_thema_8_32_la_sua_storia/">Lancia Thema 8.32: la sua storia</a>
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2 style="text-align: justify;">Lancia Ypsilon</h2>

Avvicinandoci sempre di più al presente, incontriamo un modello decisamente diverso da quelli incontrati finora, eppure di grande successo e inconfondibilmente Lancia. Stiamo parlando della Ypsilon, lanciata nel 2003 e ad oggi (nella sua seconda generazione) unico modello sopravvissuto nella gamma della Casa torinese.
Il primo modello Lancia con questa concezione è la Y10 del 1985, realizzata da Autobianchi e venduta solo in alcuni mercati con il Marchio, poi sostituita dalla Y nel '95. Ma con il modello successivo, la Ypsilon (stavolta scritto per esteso) che la piccola Lancia trova la sua dimensione definitiva di city car alla moda ma pratica, economica ma chic e ricercata. Una ricetta apprezzata dal pubblico, tanto da permettere alla Casa torinese di sopravvivere sulle sue sole spalle.
Costruita sulla base della Fiat Panda, la Ypsilon misura 3,78 metri di lunghezza ed è dotata di motori a benzina da 1,2 e 1,4 litri e Diesel Multijet da 1,3. Quest'ultimo nel 2007 viene declinato anche in quella che sarà a tutti gli effetti la versione sportiva del modello, con 105 cavalli. Nel 2011 poi viene lanciato sul mercato il nuovo modello di Ypsilon, ancora basato sulla Panda, ma dotato di una più versatile carrozzeria a 5 porte e di moderni motori prima a 2 cilindri da 0,9 litri e poi a 3 cilindri da 1 litro, anche in versione Hybrid. Oggi, se Lancia è ancora viva e può sperare in una nuova epoca felice, il merito è anche di questo modello.
<a href="https://www.auto.it/news/news/2021/02/04-3885166/lancia_ypsilon_restyling_2021/">Nuova Lancia Ypsilon hybrid, led e infotainment 7" con il restyling</a>
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2 style="text-align: justify;">Bonus: Lancia Nuova Flavia Cabrio</h2>

Nella lunga storia di Lancia non tutti i modelli hanno avuto successo o si sono rivelati all'altezza delle aspettative. È il caso della K Coupé, sfortunata sportiva sulla base dell'omonima berlina, uscita dal mercato dopo appena un biennio e criticatissima per la sua linea giudicata sgraziata e fin troppo classica. Ma anche della Nuova Flavia Cabrio, riedizione in chiave moderna dell'iconica cabriolet Lancia degli anni '60.
Il contesto in cui nasce questo modello è quello immediatamente successivo alla fusione tra Fiat e Chrysler a opera di Sergio Marchionne, e alla nascita del Gruppo FCA. Immediatamente si pensa a nuove sinergie tra Marchi giudicati simili, e Lancia viene “abbinata” all'americana Chrysler. Alcuni modelli italiani vengono proposti con il logo della Casa americana (come la Ypsilon in Gran Bretagna e la Delta, che però resterà solo una concept) mentre l'intera gamma di Chrysler viene portata in Italia e rebrandizzata con il Marchio Lancia. In particolare vengono proposte la 300 (con il nome di Thema), la Voyager e la 200 (ribattezzata Flavia).
Un'operazione di scarso successo con le prime due, e un flop completo per la terza. La Flavia infatti nasce direttamente sulla base della Chrysler 200, frutto di una aggiornamento della Sebring a sua volta derivata da un pianale Mitsubishi. Dotata di misure ben poco “europee” (lunga quasi 5 metri) la Lancia viene immessa sul mercato nel 2012 con un solo motore disponibile, il 4 cilindri aspirato da 2,4 litri e 175 cavalli di diretta derivazione USA, dalle prestazioni non entusiasmanti e dai consumi elevati. Alla fine, nonostante lo sforzo di marketing, la Nuova Flavia Cabrio si è rivelata un fallimento sotto tutti i punti di vista, con una permanenza sul mercato di appena due anni e meno di 500 unità vendute. Dopo di lei, nessun altro modello Chrysler è più stato "convertito".
<a href="https://www.auto.it/news/news/2021/02/08-3890461/lancia_con_alfa_romeo_e_ds_i_tris_del_lusso_accessibile_di_stellantis/">Lancia con Alfa Romeo e DS, i tris del lusso accessibile di Stellantis</a>

Dal 30 gennaio la Lancia Aurelia B20 sarà ospite del Museo Nazionale dell'Automobile di Torino. Un omaggio a quella che viene considerata la madre di tutte le GT.

Lancia Aurelia B20: la prima GT al MAUTO

Un fantastico esemplare, targato Roma, all'asta a 360.000 dollari. Il perfetto regalo di Natale...

Lancia Stratos HF Stradale - 1974

Tra le auto che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia delle gare automobilistiche c'è la Lancia Delta Integrale, capace dopo aver raccolto l'eredità della Lancia Delta 4WD, tra il 1988 e il 1992, di vincere 5 campionati  mondiali costruttori e 3 campionati mondiali piloti. Di fatto monopolizzando il WRC Gruppo A. Una storia bellissima, che di fatto ha segnato però l'abbandono dal WCR di Lancia, che dopo questa incredibile cavalcata mondiale, non ha più progettato un suo ritorno alle competizioni. tra i pilti che hanno vinto con la Lanacia Delta Integrale: il bassanese Miki Biasion, Juha Kankkunen,  Markku Alén, Didier Auriol, Andrea Aghini e Alex Fiorio.

Lancia Delta Integrale: l'origine della specie - Le foto della dominatrice del WCR

La berlina a trazione anteriore più potente degli anni '80, chiamata comunemente "Lancia Ferrari" per via del V8 3 litri di Maranello che la spingeva ed erogava 215 CV, testimone di un'epoca di sperimentazioni irripetibile

Lancia Thema 8.32 FOTO

Disponibile nelle versioni Silver e Gold e nell’esclusiva serie speciale Maryne, ecco la nuova Lancia Ypsilon Hybrid EcoChic. La motorizzazione inedita è il Mild Hybrid con motore a benzina Firefly 3 cilindri da 1 litro e 70 CV (51,5 kW), abbinato a un motore elettrico BSG (Belt integrated Starter Generator) da 12 volt e una batteria al litio

Lancia Ypsilon Hybrid EcoChic: le foto

Lancia è una delle Case più amate in Italia, e non solo, e ha legato il proprio nome a vetture iconiche e straordinarie. Ecco le 5 (+1) più importanti secondo noi