Vetture sportive, ma non solo: ecco quelle che, secondo noi, sono le 5 (+1) vetture più importanti della storia di BMW

BMW, i 5 (+1) modelli che hanno fatto la storia della Casa bavarese

È uno dei Marchi più apprezzati e conosciuti a livello globale e, benché la sua produzione sia concentrata su modelli premium e di grandi dimensioni, i suoi numeri sono da Costruttore generalista. BMW, oggi, è infatti uno dei più grandi produttori del pianeta con una gamma sconfinata e quasi 2,2 milioni di veicoli consegnati nel 2019. Merito dei moltissimi modelli proposti dalla Casa bavarese, che vanno ormai a coprire anche la più piccola nicchia di mercato, e di una fama costruita in decenni di attività.
Sebbene nella sua lunghissima storia abbia affrontato periodi di crisi, come ogni Costruttore, BMW ha mantenuto un costante impegno nello sviluppo delle sue auto, anteponendo il concetto di evoluzione a quello di rivoluzione. E affiancando sempre alla produzione di auto stradali le attività in pista. Dalla Formula 1 al WEC, passando per i campionati GT e Turismo e le Salite, BMW ha trovato il modo di sfruttare i successi in pista per promuovere l'immagine sportiva delle sue vetture. Una strategia che ha pagato portando grandi successi al Costruttore tedesco.
Oggi BMW sta affrontando una fase di grandi cambiamenti, non solo con l'introduzione dell'elettrico (e la nascita di una intera linea di modelli contraddistinta dalla lettera “i”) ma anche con il rovesciamento di schemi tecnici che per decenni erano stati un carattere distintivo del Marchio. Come ad esempio l'introduzione della trazione anteriore sulla gamma Serie 1 e 2 in luogo della <a href="https://www.auto.it/news/news/2021/07/07-4469505/nuova_bmw_serie_2_coupe_aspettando_m2_tutta_un_altra_trazione_posteriore/">classica posteriore.</a> Cambiamenti necessari per affrontare una concorrenza sempre più spietata, composta non solo dalle storiche rivale tedesche Mercedes e Audi, ma anche da Marchi come Jaguar e Alfa Romeo, senza contare i nuovi avversari del premium elettrico, a partire da Tesla.
Ma quali sono i modelli che, fino ad ora, si sono rivelati i più importanti per la Casa di Monaco di Baviera? Ecco la nostra top 5 (+1) dedicata a BMW.
<a href="https://www.auto.it/news/anteprime/2021/07/06-4466047/nuova_bmw_serie_5_elettrica_e_ibrida_inaugurano_lo_sviluppo/">Nuova BMW Serie 5, elettrica e ibrida inaugurano lo sviluppo</a>
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<h2 style="text-align: justify;">BMW 328</h2>

Fondata ufficialmente nel 1917, BMW inizialmente era un produttore di motori aeronautici (come rivela l'elica presente nel simbolo della Casa) e successivamente di motocicli. Solo alla fine degli anni '20 cominciò la produzione automobilistica, peraltro in un periodo reso particolarmente difficile dalla crisi economica del '29. Le prime auto realizzate da BMW passarono quindi sotto traccia, specie quelle di alta gamma. Almeno fino all'arrivo, nel 1936, della 328.
Questo modello rappresenta la vettura più innovativa e iconica realizzata dalla Casa bavarese nell'anteguerra, tanto da essere ancora oggi ricordata e apprezzata dai collezionisti e dagli appassionati. Costruita principalmente per l'impiego sportivo, la 328 venne poi prodotta in una piccola serie di circa 460 esemplari (attualmente ricercatissimi) parte dei quali modificati da carrozzieri indipendenti. Come la versione con carrozzeria coupé realizzata da Fachsenfeld o quella firmata dall'italiana Carrozzeria Touring Superleggera.
Dotata di un motore 6 cilindri da 2 litri e 80 cavalli, la 328 raggiungeva una velocità massima di 150 km/h e passava da 0 a 100 in circa 10 secondi. Nelle versioni da gara, questa BMW ottenne una serie di ottimi risultati nelle competizioni, tra cui la vittoria nella Mille Miglia del 1940. proprio questo successo è stato ricordato nel 2006 con una concept car, la Coupé Mille Miglia, fortemente ispirata nelle linee proprio alla 328. Che si rivelò talmente competitiva da proseguire la propria carriera sportiva anche nel dopoguerra, addirittura fino al 1955.
<a href="https://www.auto.it/news/news/2011/05/23-20593/bmw_328_hommage_celebra_un_mito/">BMW 328 Hommage, celebra un mito</a>
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<h2 style="text-align: justify;">BMW 2002 Turbo</h2>

Quella lanciata nel 2013 non è stata la prima Serie 2 realizzata da BMW. Questo numero era infatti già stato usato a cavallo tra gli anni '60 e '70 per una famiglia di modelli di dimensioni contenute. La prima versione uscì infatti nel 1966, e proponeva la singolare configurazione di berlina a tre volumi ma con due sole portiere. Una decisione che ne limitò in parte le vendite laddove la concorrenza era più forte, come ad esempio in Italia in cui la maggior parte dei clienti virava su Alfa Romeo Giulia e Fiat 125.
Sebbene nelle sue versioni normali non abbia avuto particolare successo, è con le varianti sportive che questo modello è entrato di diritto tra i più iconici del Marchio bavarese. In particolare le versioni 2002 TI, tii e Turbo. Rispettivamente erogavano 120, 130 e 170 cavalli, esprimendo prestazioni di alto livello come i 211 km/h di velocità massima che poteva raggiungere la Turbo.
Quest'ultima è stata svelata nel 1973 ed era sostanzialmente una 2002 TI dotata di turbocompressore. Ma le modifiche non si limitavano a questo aspetto, in quanto l'intento di BMW era quello di realizzare una vettura sportiva sotto tutti i punti di vista. A partire da quello estetico, come dimostra la carrozzeria completamente rivista, allargata e dotata di appendici aerodinamiche. Come la 328, anche la 2002 è stata omaggiata da BMW con una concept car, presentata nel 2016 al concorso d'eleganza di Villa D'Este: la 2002 Hommage, ispirata proprio alla Turbo degli anni '70.
<a href="https://www.auto.it/news/news/2019/05/02-2101986/bmw_m2_competition_edition_heritage_celebra_la_2002_turbo/">BMW M2 Competition Edition Heritage celebra la 2002 Turbo</a>
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<h2 style="text-align: justify;">BMW M3 E30</h2>

Nel 1982, BMW lanciò la seconda generazione di Serie 3, quella contraddistinta dalla sigla E30. Stavolta però la Casa bavarese decise di realizzare anche una versione particolarmente spinta del proprio modello, in modo da poterla poi declinare anche in versione da gara per partecipare ai principali campionati con vetture GT, incluso il DTM. Fu così che tre anni dopo nacque la prima M3, capostipite di una famiglia destinata a diventare iconica.
La prima M3 era dotata di un motore a soli 4 cilindri da 2,3 litri, capace però di ben 200 cavalli (195 nella versione con catalizzatore) ed esprimeva prestazioni di primo livello, come i 235 km/h di velocità massima. La E30 ebbe subito un grande successo sia commerciale che sportivo, ottenendo vittorie grazie soprattutto ai piloti Cecotto e Ravaglia, ai quali fu dedicata anche una versione speciale del modello, basata sulla Evo da 215 cv. Tra i campionati che videro la prima M3 imporsi il DTM, il BTCC, l'ETCC e il Campionato Turismo Italiano.
Prodotta fino al 1992, la M3 fu sostituita dal modello E36 dotato di motore 6 cilindri in linea da 3 litri e 286 cavalli, e poi dalla E46 con un 3.2 da 343 cavalli. Nel 2007 fu la volta della E92, l'unica dotata di motore V8 (4 litri e 420 cavalli) per poi tornare ai 6 cilindri in linea con la F80 e la G20. Queste ultime solo in versione berlina, in quanto le versioni coupé e cabrio sono state rinominate M4. L'attuale BMW M3 è dotata del 3 litri biturbo da 480 o 410 cavalli.
<a href="https://www.auto.it/news/prove/2021/05/20-4264061/bmw_m3_e_m4_competition_potenza_bruta_alla_prova/">BMW M3 e M4 Competition, potenza bruta alla prova</a>
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<h2 style="text-align: justify;">BMW M1</h2>

La Casa bavarese ha sempre concentrato la propria produzione di vetture sportive su modelli con motore anteriore. Un'eccezione diventata iconica è costituita dalla M1, piccola coupé dotata di propulsore in posizione posteriore centrale lanciata alla fine degli anni '70 per competere con rivali del calibro di Porsche. Una BMW in parte italiana, in quanto progettata e disegnata rispettivamente dall'ingegner Gian Paolo Dallara e da Giorgetto Giugiaro.
Anticipata nel 1972 in occasione delle Olimpiadi di Monaco dalla concept car BMW Turbo, la M1 venne poi presentata in versione definitiva nel '78. L'auto aveva un aspetto estremamente aerodinamico e futuristico, e si distingueva nettamente dalle altre vetture del Marchio dell'epoca (anche se il suo stile venne in parte ripreso dalla grande coupé Serie 8 E31 dell'89). Il design della M1 porta la firma di Giorgetto Giugiaro, mentre il progetto fu curato da Gian Paolo Dallara tramite Lamborghini. BMW infatti chiese l'aiuto dell'azienda di Sant'Agata per realizzare questo modello così fuori dai propri canoni. E anche se, contrariamente a quanto previsto non fu la Casa del Toro a produrre la vettura, alcune componenti (come la carrozzeria in fibra di vetro) furono comunque realizzate in Emilia.
La M1 era dotata di un motore a 6 cilindri derivato da quello della 635 Csi, rivisto dalla divisione M. Tale propulsore da 3,5 litri erogava 277 cavalli e 330 Nm di coppia, e permetteva all'auto di avere prestazioni al livello di rivali come la Ferrari 308, la Lotus Esprit e la Porsche 911. In particolare la M1 poteva raggiungere i 262 km orari e accelerare da 0 a 100 in 5”6. Realizzata anche in versione da gara (con potenze che raggiungevano addirittura quota 950 cavalli) l'auto corse nel Gruppo 5 oltre che nel monomarca ProCar con i piloti di F1. Nel 2008 venne realizzata una concept car, la M1 Hommage, per celebrare i 30 anni del modello.
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<h2 style="text-align: justify;">BMW i8</h2>

Nella storia di BMW l'8 è un numero che è stato usato molto raramente, e sempre per modelli al top della gamma della Casa. Come la Serie 8 degli anni '80-'90, dotata anche del possente V12 da 5,6 litri, o la sportiva ibrida i8. Quest'ultima dotata di un motore decisamente più piccolo, ma nel complesso non meno veloce.
Anticipata dalla concept Vision EfficientDynamics del 2009 e dalla i8 concept del 2011, la vettura è arrivata sul mercato in versione definitiva nel 2014. Grazie a linee futuristiche ed estreme, rivelava sin da subito i suoi contenuti tecnologici moderni e innovativi. Infatti si trattava della prima BMW ibrida ad autonomia estesa, ovvero dotata di un motore elettrico più un propulsore endotermico con il compito di ricaricare le batterie. Quest'ultimo era un 3 cilindri da 1,5 litri che, abbinato al powertrain elettrico, erogava 362 cavalli (poi saliti a quota 374 con l'aggiornamento del 2018).
Primo modello della gamma i insieme alla i3 (quest'ultima però totalmente elettrica) la i8 accelerava da 0 a 100 in 4”4 (sugli stessi livelli della coeva M3 dotata di V8 aspirato) con una top speed autolimitata a 250 km/h. Prodotta fino al 2020, è stata realizzata in circa 20mila esemplari, e ha costituito un punto di partenza fondamentale per le vetture ibride ed elettriche che oggi stanno entrando a far parte della gamma della Casa di Monaco.
<a href="https://www.auto.it/news/green/2021/06/03-4317408/bmw_i4_l_anti_tesla_scatena_fino_a_544_cv/">BMW i4, l'anti Tesla scatena fino a 544 cv</a>
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<h2 style="text-align: justify;">Bonus: BMW Serie 3 Compact</h2>

Nella lunga storia di BMW sono tanti i modelli che hanno ottenuto successo a livello commerciale e sportivo. Ma ce ne sono anche alcuni che si sono rivelati poco apprezzati dalla clientela, finendo fuori dai listini dopo aver archiviato vendite ridotte. Come la Serie 3 Compact, versione a due volumi e mezzo della Serie 3, prodotta in due generazioni tra il 1994 e l 2005.
L'idea di produrre una versione accorciata della Serie 3 è nata all'inizio degli anni '90, in un periodo in cui le hatchback del segmento C (dalla Volkswagen Golf alla Ford Escort) ottenevano crescenti successi commerciali e quote di mercato. BMW decise così di lanciare un modello nuovo, basato sulla versione coupé della Serie 3 E36. Anticipata dalla stampa come Serie 2, l'auto venne poi chiamata Serie 3 Compact, e si caratterizzava principalmente per la riduzione del terzo volume.
Pensata per un pubblico giovane e con dimensioni contenute in 4,21 metri, la prima generazione della Compact era offerta con motori 4 cilindri benzina e Diesel, con potenze fino a 170 cavalli. La reazione del pubblico non fu tuttavia entusiastica, ma BMW decise di replicare l'operazione anche con la E46, che si differiva esteticamente anche nel frontale per alcuni dettagli. Poco più lunga (4,26 metri) e con motori più potenti (fino a 190 cv) anche questa generazione ha avuto solo pochi estimatori, decretando così la conclusione del progetto Compact. Dopo questi modelli, BMW ha deciso poi di cambiare radicalmente formato e realizzare la prima Serie 1, che ha riscosso un enorme successo e tuttora è uno dei best seller della Casa.
<a href="https://www.auto.it/news/news/2021/06/09-4353926/bmw_x3_e_x4_m_competition_i_super_suv_da_510_cv_si_rinnovano/">BMW X3 e X4 M Competition, i super SUV da 510 cv si rinnovano</a>

Riservata al mercato francese, Edition Heritage è la personalizzazione di M2 Competition, in 40 esemplari, celebrativi della storia BMW 2002 Turbo. Particolari in fibra di carbonio, richiami stilistici alle grafiche BMW M impiegate sulla sportiva due porte degli anni Settanta: il prezzo di listino parte da 75 mila euro

BMW M2 Competition Edition Heritage: foto

La Redux cambia assetto a 30 storici modelli della BMW M3 E30: si passa per il motore a 4 cilindri, da 2.3 a 2.5 litri che genera una potenza di 387 CV.

BMW M3 E30: il restmod inglese FOTO

Disegnata da Giugiaro e presentata nel 1978 ha rappresentato l'ingresso Bmw nel mondo delle supercar. Equipaggiata con un motore 6 cilindri 3.5 litri da 277 cavalli superava i 260 km/h di velocità massima. Ne sono stati realizzati 456 esemplari, di cui 56 da corsa per il monomarca ProCar e per i campionati Gran Turismo FIA.

M1, la prima supercar Bmw

Al Salone di Los Angeles la sportiva tecnologica raddoppia e potenzia il powertrain, che ora raggiunge quota 374 cv, con un'autonomia di 55 km "elettrici" La roadster apre e chiude la capote in 15 secondi.

Bmw i8 Roadster: foto

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