Chrysler Grand Voyager 2.8 CRD Limited

Chrysler Grand Voyager 2.8 CRD Limited

di Redazione

26.11.2008 ( Aggiornata il 26.11.2008 10:52 )

Prestazioni

Il maggiore limite emerso in passato, in occasione delle nostre prove della precedente generazione della Voyager, è stata la lentezza della risposta in ripresa della versione turbodiesel. Il problema è stato affrontato — e in parte risolto, negli scorsi anni, dalla Chrysler — con l’adozione del diesel di 2.8 litri da 150 cv e del cambio automatico. Con il lancio della nuova generazione della Grand Voyager ( non è prevista la Voyager “ corta”, sostituita dalla Journey), questo e altri “ difetti” sono stati al centro delle attenzioni dei tecnici: ecco quindi l’arrivo del quattro cilindri turbodiesel VM dell’ultima generazione, con iniezione diretta common rail a 1600 bar e sistema VGT con turbina a geometria variabile, che ha migliorato sensibilmente le prestazioni del 16 valvole di 2.8 litri. Il nuovo cambio automatico a sei rapporti, che ha preso il postodel precedente 4 marce, completa le novità tecniche introdotte per dare uno slancio adeguato in ripresa alla Grand Voyager, nonostante l’incremento di peso rispetto alla serie precedente.

La velocità di punta rilevata, 178,5 km/h, è risultata inferiore al dato dichiarato. Riprese e accelerazioni sono favorite dal cambio automatico a sei rapporti. Valido lo sterzo

Le modifiche studiate per le sospensioni, e in particolare per il retrotreno a ruote interconnesse, con l’abbandono delle “ antiche” balestre e l’introduzione di serie, sulla Limited, delle sospensioni posteriori autolivellanti, hanno migliorato il confort e il comportamenti stradale. La presenza dell’ESP, disinseribile, completa l’evoluzione dell’assetto della Grand Voyager, che si dimostra facile da condurre e affidabile: il rollio è evidente, ma resta entro limiti accettabili. Viceversa il sistema elettronico di controllo della trazione e della stabilità contiene a dovere il sottosterzo di potenza in curva. Non si manifestano praticamente reazioni sovrasterzanti, anche disinserendo l’ESP, merito fra l’altro della mole della monovolume e del passo di ben 3078 mm. Nonostante le notevoli dimensioni (è lunga 514 cm), la Grand Voyager mantiene sempre una buona maneggevolezza, grazie in primo luogo all’efficace azione dello sterzo a servoassistenza idraulica progressiva, che assicura un diametro di sterzata di 11,9 metri.

Il cambio automatico rende più agevole la guida e assicura riprese non molto rapide ma progressive, senza strappi e ritardi nella risposta

È discreta la funzionalità dell’impianto frenante, potenziato rispetto alla serie precedente. Ha una buona modulabilità e assicura spazi di arresto accettabili per una monovolume di questa mole: 40,4 metri a 100 km/h. Si apprezza maggiormente l’azione del cambio automatico a sei rapporti: la leva si trova nella plancia, a fianco del volante, in una posizione a portata di mano, particolarmente comoda per effettuare manualmente i passaggi da una marcia all’altra. Nel complesso la posizione di guida risulta valida, anche se è piuttosto rialzata e non lontana da quella di un veicolo commerciale. Si apprezzano peraltro la possibilità di modificare l’altezza della pedaliera e le regolazioni elettriche previste per il sedile, mentre il volante si può registrare solo in altezza e non in profondità. Discreta la visibilità nonostante le dimensioni grazie alle ampie superfici vetrate, alla posizione rialzata del guidatore e ai numerosi dispositivi montati di serie. Il già citato cambio automatico rende più agevole la guida e assicura riprese non molto rapide ma progressive, senza strappi e ritardi nella risposta: si passa da 40 a 80 km/h in 5”61 e da 80 a 120 all’ora in 9”59. In accelerazione e ripresa si avverte però la rumorosità tipica del diesel, altrimenti contenuta a dovere dall’insonorizzazione. La Grand Voyager si rivela così silenziosa nella marcia ad andatura costante: a 130 km/h abbiamo rilevato 70,7 decibel ai posti anteriori e 69,3 a quelli posteriori. Grazie anche all’automatico l’accelerazione è adeguata alla mole della vettura: abbiamo impiegato 12”52 per passare da 0 a 100 km/ h, facendo meglio del dato dichiarato ( 12” 80), mentre sono necessari 33” 89 sul chilometro con partenza da fermo. 

 La Chrysler proprio parca non è, ma permette pur sempre di percorrere oltre 10 km con un litro di gasolio ai 130 all’ora autostradali e 7,8 km/litro in città.


È risultata invece inferiore alla prestazione indicata dalla Casa (185 all’ora) la velocità di punta: i 178,5 km/h raggiunti nel corso del test, pur non rappresentando in assoluto un risultato di rilievo per un 2800 turbodiesel, restano tuttavia adeguati allo spirito della vettura. Del resto la Grand Voyager è la tipica macchina per chi ha bisogno di grande abitabilità e capacità di carico, per chi punta più al confort e alla funzionalità che alle prestazioni e che — oltre a tutto questo — non vuole “ dissanguarsi” fermandosi al distributore. Certo la MPV Chrysler proprio parca non è, ma permette pur sempre di percorrere oltre 10 km con un litro di gasolio ai 130 all’ora autostradali e 7,8 km/litro in città. Non male per un pachiderma da 22 quintali.
Chrysler Grand Voyager

  • Link copiato

Chrysler Grand Voyager 2.8 CRD Limited

Torna su

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese