Proposta su altri mercati con il V6 a benzina di 3.8 litri da 251 cv, la Grand Voyager è disponibile in Italia solo con il quattro cilindri turbodiesel, 16 valvole, di 2.8 litri, prodotto nel nostro Paese dalla VM. Nonostante i 163 cv a 3800 giri e la coppia massima di 36,7 kgm a 1600 giri, l’ultima generazione del common rail, doppio albero a camme in testa, dotato di filtro antiparticolato, non può assicurare prestazioni eclatanti, a causa della potenza limitata rispetto al peso di 2175 kg e all’aerodinamica della carrozzeria, che non è particolarmente favorevole. La presenza di serie del nuovo cambio automatico a sei rapporti favorisce peraltro la fluidità di marcia e la risposta in ripresa.
Rispetto al precedente modello sono stati mantenuti i tradizionali concetti tecnici, vale a dire motore anteriore trasversale e trazione anteriore, ma sono stati potenziati e migliorati i sistemi di controllo elettronico, che ora comprendono l’ESP di serie. Sono state ridisegnate anche le sospensioni, che sulla Limited sono autolivellanti di serie sull’asse posteriore. L’altra novità di rilievo è costituita dall’allungamento del passo, cresciuto dai 303 cm della precedente Grand Voyager (288 cm per la “vecchia” Voyager) ai 308 cm del nuovo modello. Da segnalare inoltre l’irrigidimento che è stato apportato al telaio, per migliorare il comportamento stradale e accrescere la sicurezza passiva.