30.01.2014 ( Aggiornata il 30.01.2014 11:54 )
La gigantesca banca organi della Volkswagen permette ai vari marchi del Gruppo di comporre modelli a piacimento. E questo anche prima che arrivasse la “mitica” piattaforma MQB, che queste possibilità le ha moltiplicate facilitando le operazioni industriali e riducendo pesi e costi di produzione. La Superb, in effetti, nasce ancora sul precedente pianale tradizionale, il PQ35 dove P sta per Passenger Car e Q per Quer, trasversale — il motore — in tedesco: per intenderci è lo stesso pavimento delle Golf 5 e 6, del Maggiolino, della Tiguan e della Passat e di tante altre. Qui lo troviamo nella sua versione più lunga, con passo di 2 metri e 76 (+5 cm rispetto alla Passat) e più sofisticata in fatto di sospensioni, giacché impiega al retrotreno un multilink, peraltro non dei più complessi (quattro bracci) in luogo del ponte torcente.
Sotto il cofano del nostro esemplare di prova, uno tra i più potenti dei 2.0 TDI common rail, quello da 170 cavalli, a sua volta impiegato in uno stuolo di modelli VAG. Abbinato a una versione che viceversa non è la più affinata in assoluto del DSG: quella a sei marce, da tempo affiancata — su altri modelli – dal sette rapporti. Lo sterzo ha il servocomando elettromeccanico.
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Skoda Superb Wagon 2.0 TDI 170 cv, spaziosa e dinamica, prova su strada
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