18.08.2014 ( Aggiornata il 18.08.2014 07:45 )
Il problema più grande è stato quello di far spazio alla trazione integrale. La S1, nata su una piattaforma pensata per lo più per la trazione anteriore, è stata profondamente modificata soprattutto nella zona posteriore: assale a quattro bracci in luogo del ponte torcente, serbatoio specifico plasmato appositamente per “abbracciare” l’albero di trasmissione (ma la capacità è la stessa, 45 litri) e il differenziale lamellare Haldex a gestione elettronica che alla fine ha trovato spazio nel vano che solitamente ospita la ruota di scorta.
Anche davanti, comunque, non è stata una passeggiata piazzare un 2.0 TFSI quando solitamente, la A1, monta al massimo un “millesei”. Uno dei motivi per cui non è disponibile il cambio S tronic doppia frizione, ad esempio, è quello della mancanza di spazio, oltre alla volontà di non voler appesantire ulteriormente la vettura.
In compenso c’è un meccanico 6 marce con basamento in magnesio che assolve alla grande il suo dovere. Le altre modifiche hanno interessato l’assetto, che oltre al retrotreno inedito ha beneficiato di modifiche alle geometrie del supporto oscillante anteriore. Come pure lo sterzo elettromeccanico, tarato ex-novo per la S1 con un rapporto di demoltiplicazione più diretto e una taratura software specifica
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