BMW i8, prova della elettro-Batmobile

BMW i8, prova della elettro-Batmobile
Forse le sportive del futuro si avvicineranno molto alla superibrida bavarese. Che stupisce oggi e apre prospettive interessanti per domani

di Saverio Villa

26.01.2015 ( Aggiornata il 26.01.2015 07:03 )

Prestazioni

BMW i8 prova su strada

Uno dei momenti più emozionanti che la i8 ti regala è quando la vedi manovrare dall’esterno. Perché lì si combinano l’aspetto da UFO e le sonorità tipiche dei film di fantascienza, quando l’astronave dell’eroe attracca al molo spaziale pianeta “vattelapesca”. Al buio, poi, la BMW viene circondata anche da un’aureola azzurra, creata dagli innumerevoli Led, che completa l’effetto Pixar. Rimanendo tra le situazioni di movimento, l’altro apice viene raggiunto quando si tira il joystick centrale in posizione Sport, il pannello Lcd della strumentazione vira dal bianco all’arancione e il motore termico prende vita. Prima con un brontolio filtrato e inoffensivo, ma quando si dà gas, viene generato un suono tagliente e sostanzioso, da sportiva senza “se” 120 e senza “ma”. Perché la poesia continui, sarebbe preferibile evitare la lettura di quelle riviste specializzate dove giornalisti pedanti spiegano che il suono, in realtà, viene generato elettronicamente dagli altoparlanti dell’hi-fi... Ma il vero orecchio musicale continuerà a goderne.

Rimane comunque una stranezza: quando l’abitacolo viene sferzato da decibel graffianti e si teme l’incriminazione per schiamazzi, chi sta sul marciapiede non fa una piega. Chissà, forse nella lista degli optional bisognerebbe inserire anche un woofer esterno. Le prestazioni, invece, non hanno niente di finto, anzi. La progressione è quasi violenta, regolarissima grazie al lavoro del motore elettrico anteriore che tappa i “buchi” fisiologici di erogazione di quello termico, e si ferma solo quando interviene il limitatore a 6200 giri. E la velocità schizza a livelli inverosimili per un “1500” ma assolutamente adeguati allo status di supercar. Si avverte solo un po’ di salto tra una marcia e l’altra (anche e forse anche di più in scalata), e non si può fare a meno di pensare che se la BMW avesse utilizzato qualcosa di più raffinato rispetto al 6 marce automatico Aisin, le cose sarebbero andate perfino meglio.

L’accelerazione effettiva da fermo, a voler essere pignoli, è un po’ meno sfavillante rispetto al dichiarato, ma rimane su livelli davvero notevoli. In modalità Sport anche cambio, sospensioni e sterzo si adeguano e la i8 si tende alla ricerca dei risultati migliori. Il baricentro molto basso — il più basso nella produzione attuale di Monaco – regala reattività e maneggevolezza e l’auto si lascia gestire con molta facilità. Nel rapporto tra chi guida e le ruote anteriori c’è sempre un po’ di artificiosità in più rispetto alle migliori GT tradizionali, ma il rapporto tra causa ed effetto è sempre quello corretto. E la frenata, sebbene non sia al top della categoria nei risultati assoluti, è ben dosabile: almeno rispetto a quanto abbiamo riscontrato fin qui tra le ibride provate, a causa dei sistemi di recupero dell’energia in frenata sempre un po’ invasivi. Quando si spreme la massima potenza, la trazione diventa integrale, perché il motore elettrico muove le ruote anteriori e quello termico le posteriori.

Sul misto questo si traduce in reazioni un po’ inusuali, perché in uscita di curva in accelerazione decisa, traspare inizialmente un po’ di sovrasterzo che, però, un istante dopo, viene neutralizzato dall’azione del motore elettrico e si ripristina un leggero sottosterzo. Su strada questo lascia un po’ di spazio al divertimento e contribuisce a dare confidenza, mentre in pista, come vediamo in altra parte del servizio, comporta qualche difficoltà nell’identificazione dei limiti veri dell’auto. Comunque, è selezionando le modalità Comfort ed eDrive tra le cinque disponibili che si apprezza al massimo la specificità della i8. Qui si viaggia prevalentemente in elettrico, con una brillantezza interessante e la possibilità di superare i 100 km/h di velocità e di percorrere una trentina di km a “emissioni zero”; per la precisione, ne abbiamo misurati 27,4 in città e 34,8 km in extraurbano. Quando la carica delle batterie è insufficiente, oppure quando si affonda l’acceleratore, però, parte il motore termico.

Certo, su una sportiva, sentire la vibrazione del motore che ti agita il fondo dei pantaloni è determinante, ma anche viaggiare a pochi centimetri da terra come su un tappeto volante, suscitando lo scalpore delle gente ed emettendo poco o niente, dà soddisfazione. Allora lavori su te stesso e ti convinci che il futuro dev’essere questo, anche per rispetto delle generazioni future. Poi, però, dal sedile dietro, ti arriva la voce di un rappresentante autorevole delle generazioni future, cioè tuo figlio di tre anni e mezzo, che dice “dai papà metti in Sport”. E lì ti crolla tutto.

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