Land Rover Discovery Sport, la prova

Land Rover Discovery Sport, la prova
Se la cava ovunque: erede della Freelander, offre confort e spazio in abbondanza

di Lorenzo Facchinetti

22.05.2015 ( Aggiornata il 22.05.2015 08:22 )

Prestazioni

Land Rover Discovery Sport 3

Sarà la suggestione che arriva dal marchio Land Rover, oppure dal nome Discovery che evoca avventura, sta di fatto che una volta appoggiato il fondoschiena su questa Sport avresti voglia di puntare il muso verso la Scozia o il Marocco e arrivare a destinazione tutto d’un fiato, con soste tecniche soltanto per i liquidi.

È un gran bel viaggiare, lo ammettiamo. E buona parte del merito va all’eccellente lavoro che i tecnici inglesi hanno svolto in materia di sospensioni. Il nuovo multilink posteriore, ma anche l’avantreno con bracci in alluminio preso dall’Evoque, funzionano davvero bene e riescono a minimizzare le imperfezioni di qualsiasi tipo di strada che non sia liscia come l’olio. E non lo fanno in maniera eccessivamente soft, stile materasso ad acqua che alla lunga risulterebbe fastidioso, ma con una compostezza davvero pregevole.

Se a questo si aggiunge un’insonorizzazione della cabina ben curata, che non sfora i 70 decibel a 130 orari, ecco che la Discovery Sport consente di macinare chilometri che è un vero piacere. Un ottimo compagno di viaggio è il turbodiesel più potente a disposizione di questa Land, il 2.2 litri da 190 cavalli. Forte di una cubatura più elevata rispetto alla normalità dei diesel in circolazione, l’SD4 mette sul piatto una dose di coppia massiccia (420 Nm) e una fluidità d’erogazione notevole.

Il tiro si avverte già ben prima del picco massimo di coppia (2000 giri) e la lancetta del contagiri sale con una scioltezza e una rotondità pregevoli, peraltro con un tono di voce sempre compassato e mai fastidioso nemmeno a freddo.

La bontà di questo propulsore trova riscontro anche nei numeri che abbiamo misurato. Perché considerato che deve caricarsi in spalla una massa prossima alle due tonnellate, il fatto che riesca a spingere la Discovery Sport a duecento orari effettivi, a farle raggiungere i cento orari in poco più di nove secondi e che in media possa coprire oltre 14 chilometri con un litro di gasolio, crediamo che una pacca sulla spalla se la meriti decisamente.

In tutto questo, il 2.2 SD4 è aiutato senza dubbio dalla trasmissione, che nella fattispecie è la opzionale ZF automatica a 9 rapporti (2.420 euro). Una moltitudine tale di marce, fa sì che si viaggi quasi con un cambio a variazione continua, il che significa che la lancetta del contagiri si troverà sempre attorno al regime ottimale di coppia massima. È difficile, insomma, che ci si trovi con il motore in affanno. Anche se, a dirla tutta, da questo nuovo ZF ci aspettavamo qualcosa in più in termini di fluidità e velocità di cambiata: talvolta strappa un po’ nei passaggi e anche nella modalità più sportiva o manuale non è un fulmine; restando in casa ZF, l’8 rapporti ampiamente usato da molti costruttori tra cui proprio Land Rover e Jaguar è decisamente meglio.

Abbiamo trovato invece molto piacevole lo sterzo, addirittura migliorato rispetto a quello già ottimo della Evoque: perchè è ancor più preciso, meno vuoto al centro, con un bel feedback alle mani e sempre con la corretta servoassistenza, sia quando vai piano che quando vai forte. Insomma, il comparto telaistico della Discovery Sport, forte di una freschezza di progetto più recente, risulta quasi preferibile a quello della sorella Evoque, e dunque due spanne sopra rispetto all’ormai anziana Freelander: confort nettamente superiore e doti dinamiche di buon livello, sebbene di dinamismo estremo non si possa parlare per via di un peso che è comunque piuttosto elevato, visti gli oltre 19 quintali effettivi che abbiamo misurato. Una massa considerevole che però si fa sentire soltanto se si esagera davvero, perché altrimenti in caso di condotta di guida brillante ma composta il telaio della Sport digerisce bene percorsi ricchi di curve con frequenti e ravvicinati cambi di direzione.

Certo, se scambiate la strada di casa per una pista il rollio si farà sentire e affiorerà pure un certo ritardo del retrotreno nel seguire l’avantreno, fenomeni peraltro tenuti a bada da un’elettronica tarata in modo molto prudenziale. Ma forse, in tal caso, avete sbagliato tipologia di automobile...

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