Ha una capote rapida nell’azionamento e molto ben fatta dal punto di vista dell’insonorizzazione

Se l’acquisto e l’utilizzo dell’auto fossero azioni razionali e pienamente consapevoli - cioè se comprassimo l’auto solo se ci serve davvero, scegliendo niente più di quella che ci serve veramente e se poi la usassimo solo in assenza di alternative più sensate – lo Stato italiano, per non portare i libri in tribunale, dovrebbe cominciare a tassarci l’aria, il sonno e magari qualche altro bisogno fisiologico.E il mercato delle cabriolet non esisterebbe, perché se si mettono sulla bilancia gli svantaggi oggettivi delle “scoperte” a quattro o cinque posti, appare chiaro - al di là di ogni possibile dubbio - che l’acquisto di un’auto di questo genere meriterebbe un trattamento sanitario obbligatorio. Però viaggiare su una cabrio, in momenti particolari la cui frequenza varia in funzione dell’area geografica nella quale ci si muove e delle traversie del vivere quotidiano di ciascuno di noi, ha il potere di un antidepressivo a livello “Prozac”, oltre che la stessa capacità di dare dipendenza. Poi, naturalmente, secondo i modelli, il punto di squilibrio tra vantaggi e svantaggi si sposta in una direzione o nell’altra e - tanto vale anticiparlo - quello di questa BMW è tra quelli posizionati più favorevolmente.Senza contare che la Serie 2 Cabrio (come anche la Coupé), che, a prescindere dalla numerazione, sono gli spin-off sportivi della Serie 1, sarà una delle ultime BMW compatte a trazione posteriore, dopodiché anche a Monaco passeranno al “tutto avanti” per tutti i modelli che devono darsi una parvenza di economicità. Quindi potremmo perfino considerarla una “instant classic”. Rispetto alla precedente Serie 1 Cabrio, la “2” è un po’ più lunga (7 cm), larga (2 cm) e pesante (20 kg), però è accompagnata da un miglioramento misurabile nell’abitabilità posteriore e nella capacità del bagagliaio. Focalizzando il confronto sulla precedente 120d Cabrio, ci sono 13 cv e 50 Nm in più che non fanno mai male ma, fatalmente, “entry level” è salito da poco più di 37 mila euro a 39 mila tondi tondi. Però se il design è diventato più moderno, fluido e coerente con il corso stilistico attuale della BMW – al punto che, se vista di sfuggita, la si potrebbe confondere con una Serie 4 - la linea ha perso quella durezza di forme un po’ retrò che rendeva affascinanti le Serie 1 Cabrio e Coupé, specie quelle con il make-up furbo delle personalizzazioni del programma “M”.Diciamo “affascinanti” ma potremmo anche usare l’aggettivo “ignoranti” che, quando si parla di mezzi a motore, assume generalmente una connotazione niente affatto negativa. La plancia, per contro, è diventata più spigolosa e tormentata nelle linee: si intravede un certo miglioramento nella qualità dei materiali e negli assemblaggi, però l’atmosfera non sembra affatto più moderna rispetto al passato, anzi. L’insieme console/tunnel, poi, è monolitico e sovradimensionato, anche se, all’atto pratico, questo comporta una maggiore disponibilità di vani dove riporre monete, smartphone, chiavi e così via. La nota dolente delle cabrio in genere è che, al di là dei proclami di abitabilità e caricabilità più o meno degne di una berlina, l’effettiva disponibilità a trasportare più di due occupanti è sempre inferiore alle promesse. Neppure la Serie 2 è una quattro posti in senso stretto, perché dietro due adulti hanno poco spazio per le gambe, anche se stanno ragionevolmente comodi in larghezza all’altezza delle spalle nonostante il restringimento dei fianchi. In compenso, rispetto ad alcuni membri illustri del club delle “cabrio per famiglia”, gli schienali non sono sgradevolmente verticali.L’avanzamento elettrico dei sedili non facilita più di tanto l’accessibilità posteriore ma lo spazio per la testa a capote chiusa è sufficiente anche per persone di alta statura. Il bagagliaio è largo e abbastanza profondo ma si sviluppa poco in altezza, perché deve salvaguardare lo spazio per ripiegare la capote, quindi viaggiando scoperti si hanno a disposizione 280 litri, che salgono a 335 con il tetto chiuso, mentre prima la “forbice” era di 260/305 litri. Stranamente il “duemila” da 190 cv è l’unica opzione a gasolio prevista dalla gamma italiana della Cabrio (la Coupé offre anche unità da 143 e 218 cv, pur con la medesima cilindrata). In compenso, per chi vuole risparmiare, alla base della famiglia c’è la 118i, col nuovo 1.5 3 cilindri da 136 cv della Mini Cooper. In questo caso, però, in attesa di una prova chiarificatrice, si suppone che il potere antidepressivo della Serie 2 Cabrio possa scendere al livello “valeriana”.

<a href="http://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/07/13.jpg"><img class="alignnone size-medium wp-image-44698" src="http://cdn.auto.it/images/2015/08/06/13-300x159.jpg" alt="1" width="300" height="159" /></a>Non &egrave; pi&ugrave; la baby BMW&nbsp;Il frontale morbido avvicina l&rsquo;aspetto della Cabrio a quello delle BMW pi&ugrave; grandi. La nostra 220d era nell&rsquo;allestimento intermedio Sport: il pi&ugrave; apprezzato in Italia. In alternativa ci sono i pi&ugrave; economici base e Advantage e i pi&ugrave; cari Luxury ed MSport. La capote elettrica, che si apre e chiude in 20 secondi, &egrave; di serie in tutti i casi.30 litri in pi&ugrave; Il bagagliaio &egrave; largo e profondo ma si sviluppa poco in altezza. Il divano ha il passaggio portasci e, a richiesta, &egrave; abbattibile.Gommatura extralarge L&rsquo;effetto dei pneumatici di maggiori dimensioni, con i posteriori pi&ugrave; larghi, si &egrave; fatto sentire.&nbsp;

<a href="http://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/07/52.jpg"><img class="alignnone size-medium wp-image-44695" src="http://cdn.auto.it/images/2015/08/06/52-300x204.jpg" alt="5" width="300" height="204" /></a>Posto guida su misura La posizione al volante &egrave; perfetta, indipendentemente dalla taglia del guidatore, ma senza un cm di troppoL&rsquo;accessibilit&agrave; &egrave; laboriosa Le portiere sono ampie e i sedili anteriori avanzano per facilitare la salita posteriore che, per&ograve;, non &egrave; delle pi&ugrave; agevoli a capote chiusa.Dietro si sta solo &ldquo;benino&rdquo; Lo spazio per le gambe &egrave; poco per due adulti mentre in larghezza e, sopratutto, altezza la situazione &egrave; migliore.Il paravento si pagaIl pannello posteriore in rete &egrave; una gran comodit&agrave; quando si viaggia in due a capote aperta, per&ograve; &egrave; offerto solo a richiesta.

<a href="http://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/07/44.jpg"><img class="alignnone size-medium wp-image-44696" src="http://cdn.auto.it/images/2015/08/06/44-288x300.jpg" alt="4" width="288" height="300" /></a>Viaggiare col tetto aperto diventa un&rsquo;emozione impareggiabile se si &egrave; al volante di una spider, la cui guida, generalmente, risente meno della sparizione di un elemento strutturale importante come il tetto in lamiera. Perch&eacute; il passo corto minimizza i problemi di torsione e perch&eacute; la ricerca del confort e dell&rsquo;abitabilit&agrave; &egrave; meno pressante, quindi i progettisti devono sottostare a pochi compromessi.Con le cabriolet, la faccenda&nbsp;si fa molto pi&ugrave; complessa e, in passato, non sempre i risultati sono stati davvero soddisfacenti in termini di prestazioni, tenuta di strada e gradevolezza di guida complessiva, anche se BMW &egrave; sempre stata tra le Case pi&ugrave; attente nell&rsquo;offrire prodotti con&nbsp;un buon livello di stradalit&agrave;. I miracoli, per&ograve;, non li fa nessuno. Per la Serie 2 Cabrio la scheda tecnica ufficiale recita un aumento della rigidit&agrave; torsionale del 20% e di quella flessionale del 10% rispetto ai valori, gi&agrave; buoni, della versione precedente, ma per ottenere questo risultato &egrave; stato necessario puntellare la scocca con quasi 150 kg di rinforzi rispetto alla Coup&eacute;.Sulla 220d in particolare, per&ograve;, la disponibilit&agrave; di coppia ai bassi regimi (400 Nm il picco massimo) &egrave; grande e, nella guida normale, ma anche in quella brillante, l&rsquo;aggravio di peso nei confronti della versione chiusa &egrave; poco incisivo. Al di l&agrave;&nbsp;dei dati dichiarati, durante il nostro test abbiamo misurato una diminuzione di 4 km/h in velocit&agrave; massima, 5 decimi in pi&ugrave; da 0 a 100 km/h e 4,5 decimi in pi&ugrave; nell&rsquo;80-120 in drive rispetto alla 220d Coup&eacute; provata sul numero di giugno 2014. E il fatto che in quel caso il motore fosse ancora nella configurazione da 184 cv non &egrave; cos&igrave; influente. E tra le curve non si avvertono ritardi di risposta allo sterzo, inerzie particolari e neppure quegli scricchiol&igrave;i provenienti dalle plastiche che normalmente tradiscono movimenti della&nbsp;scocca eccessivi. Anche se, in quest&rsquo;ultimo caso, il merito pu&ograve; essere attribuito in parte all&rsquo;accuratezza dell&rsquo;assemblaggio.La 220d Cabrio &egrave; agile, si inserisce rapidamente nelle traiettorie e si assesta altrettanto bene. Forse anche un po&rsquo; troppo, potrebbero pensare i cultori della guida, dal momento che, per quanto si maltratti l&rsquo;acceleratore e ci si affanni tra una modalit&agrave; di guida e l&rsquo;altra, non c&rsquo;&egrave; verso di schiodare le ruote posteriori dal punto nel quale vogliono stare. Per lo meno sull&rsquo;asciutto. Ma tutto questo rigore veniva sicuramente accentuato sul nostro esemplare&nbsp;dalla gommatura optional: 225/40 e addirittura 245/35 dietro, contro i 225/45 di serie su tutte e quattro le ruote previsti dall&rsquo;allestimento Sport.Per ovvie ragioni di riduzioni di consumo e di emissioni, il servosterzo da idraulico &egrave; diventato elettrico: un passaggio che continua a far inorridire qualche purista ma che la BMW ha affrontato nel migliore dei modi. Sulla 220d Coup&eacute; l&rsquo;avevamo giudicato uno degli elementi migliori per come riesce ad essere rapido ma non ansiogeno e, sulla pi&ugrave; pesante Cabrio, d&agrave; risultati quasi altrettanto confortanti, a parte una comunicativit&agrave; leggermente inferiore. Ovviamente beneficia del fatto che il lavoro &ldquo;sporco&rdquo; della trazione &egrave; a carico delle ruote posteriori mentre sulle&nbsp;prossime generazioni di Serie 225/40 R18 e post. 245/35 R18 1 e 2 avr&agrave; vita pi&ugrave; difficile ma, intanto, godiamoci questo momento fin che dura.Come al solito fa un figurone il cambio automatico a 8 marce in configurazione sportiva, con leve al volante e una gestione fine del convertitore di coppia che lo rende pronto e secco negli innesti quando lo si usa in modo concitato. E, oltretutto, incrementa il rendimento del motore, visto che la BMW dichiara per la 220d automatica risultati migliori della manuale&nbsp;sia in termini di accelerazione che di consumo ed emissioni. Sulla nostra vettura erano montati gli ammortizzatori a controllo elettronico, che comportano anche un abbassamento dell&rsquo;assetto di 10 mm. Aumenta ovviamente la compostezza dell&rsquo;auto e nelle modalit&agrave; di guida Sport e Sport+ (le altre sono EcoPro e Comfort) le oscillazioni della scocca si riducono in modo molto evidente: la Cabrio pi&ugrave; diventa &ldquo;piatta&rdquo; e reattiva - ma non rigida come una sportiva a tutto tondo &ndash; e molto piacevole sul misto stretto.

<a href="http://www.auto.it/wp-content/uploads/2015/07/25.jpg"><img class="alignnone size-medium wp-image-44697" src="http://cdn.auto.it/images/2015/08/06/25-300x245.jpg" alt="2" width="300" height="245" /></a>Motore modulare Rispetto alla Coup&eacute; provata la scorsa estate, la 220d Cabrio monta un motore della nuova generazione modulare e guadagna 6 cv.&nbsp;&nbsp;

Ha una capote rapida nell&rsquo;azionamento e molto ben fatta dal punto di vista dell&rsquo;insonorizzazione

BMW 220d cabrio, prova del nuovo diesel

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