La XC40 Recharge T5 Plug-in appare il compromesso migliore nella famiglia XC40. Ottime prestazioni (6"78 sullo 0-100), consumi contenuti finché la batteria è carica e poi grande autonomia. ma non fatevi tentare da troppi optional altrimenti il prezzo decolla...

In prima linea sin&nbsp;dall&rsquo;inizio nella lunga marcia verso l&rsquo;elettrificazione, <a href="https://www.auto.it/news/news/2020/10/12-3466977/nuova_xc90_puo_essere_l_ultima_volvo_con_un_motore_termico/">Volvo</a> gioca le sue carte. Puntando su sostanza, tecnologia e qualit&agrave;. L&rsquo;alfiere &egrave;&nbsp;la XC40 T5 Recharge. Un Suv compatto ibrido plug-in che, grazie al motore elettrico, rispetta le imposizioni delle amministrazioni cittadine, per poter circolare ancora a lungo. Volvo ha deciso di battezzare col nome Recharge tutte le proprie elettriche pure e le plug-in (non le mild-hybrid); quindi presto esisteranno due XC40 Recharge: quella <a href="https://www.auto.it/news/green/2020/10/01-3432510/volvo_xc40_recharge_al_via_la_produzione_dell_elettrica/">elettrica pura</a> che sar&agrave;&nbsp;lanciata a fine ottobre e questa T5 Plug-in, assieme alla versione meno potente, la T4 da 211 cv.

Dal momento che si tratta di una vettura anche &ldquo;familiare&rdquo;, quindi con percorrenze spesso elevate poco adatte ad una elettrica pura, la PHEV risulta una scelta tranquillizzante. La XC40 Plug-in ha emissioni contenute, omologate da 45 a 55 g/km di CO2, ed entra nella fascia di incentivi da 21 a 60 g/km: bonus di 4.500 euro con rottamazione, 2.500 euro senza. Al riparo dallo zelo ideologico della politica la XC40 alla spina rappresenta anche una scelta raffinata. Impreziosita dal Twin Engine, l&rsquo;accoppiata tra motore benzina ed elettrico, tutto &ldquo;caricato&rdquo; sulla trazione anteriore che, come vedremo, non manca di regalare soddisfazioni con 262 cavalli di potenza di sistema. E con la batteria che garantisce chilometri veri a zero emissioni.



Non &egrave;, ancora, la panacea di tutte le ansie, ma ci va abbastanza vicino. Lasciando sempre l&rsquo;animo tranquillo con i 48 litri di verde nel serbatoio nel caso non ci fosse una presa di carica nei paraggi. Tra le furbe, almeno per il presente, mild hybrid B4 e B5, abile stratagemma (cavallo di Troia, aggiungiamo noi) per aggirare le restrizioni e la P8 Pure Electric Recharge alimentata solo dalle batterie da 78 kWh, la XC40 pi&ugrave;&nbsp;poliedrica ci pare proprio la T5 Recharge Plug-in hybrid. Non le manca nulla, anzi. Il raffinato sistema di infotainment Sensus con tablet verticale nella plancia e un allestimento, chiamato Inscription Expression, che garantisce una dotazione pi&ugrave;&nbsp;che soddisfacente, anche se il successivo allestimento, R-Design (da 50.920 euro) offre la colorazione col tetto a contrasto che esalta ulteriormente lo stile originale della XC40.

<span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="3493776" data-k-kid="sn:auto:3493776" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/10/19/162822869-8c0949e6-687b-4d9f-be6f-07e1152b3ef4.jpg" data-k-type="immagine">

Tecnologia e qualit&agrave;&nbsp;ovviamente si pagano. E la XC40 Plug-in parte da quasi 48.000 euro, incentivo escluso. Il modello in prova per&ograve;&nbsp;ha beneficiato di oltre 10.000 euro di accessori. Che hanno innalzato il prestigio, senza dubbio, ma forse varcato anche la soglia della ragionevolezza. A proposito di qualit&agrave;, come leggerete, nulla da dire sull&rsquo;auto nel suo complesso, molto ben fatta. Ma qualche isolata pecca, rari giochi nella carrozzeria, c&rsquo;&egrave;. Nessuno &egrave;&nbsp;perfetto, lo scenario &egrave;&nbsp;tra i pi&ugrave;&nbsp;virtuosi, non solo nella scheda tecnica.

La XC40 Plug-in Hybrid &egrave;&nbsp;dotata del tradizionale sistema di infotainment Sensus nato nel 2014 e aggiornato negli anni. Il sistema Volvo si differenzia dal resto della produzione automobilistica perch&egrave;&nbsp;lo schermo centrale sul display, invece che essere orizzontale come su quasi tutte le auto, &egrave;&nbsp;un tablet verticale da 9&rdquo;. Dal punto di vista del design &egrave;&nbsp;tutto molto ordinato, semplice ed efficace. Ma poco altro. Lo schermo principale offre una serie di pagine in cui sono raggruppate le applicazioni.

La pagina &ldquo;home&rdquo; (cui si accede rapidamente cliccando l&rsquo;apposito tastone fisico) offre un accesso immediato alle funzioni primarie (navigatore, clima, audio e telefono) e cambia in base al contesto ed alle app in corso di utilizzo. Una &ldquo;prima&rdquo; pagina, che si ottiene scrollando a sinistra la home, permette di accedere in modo molto funzionale a tutti i settaggi di base del veicolo, mentre la schermata a destra della home offre la lista delle app installate sul sistema (supporta anche CarPlay ed Android Auto). Il sistema &egrave;&nbsp;rapido ed apparentemente senza difetti se si dimentica l&rsquo;assenza di feedback tattile dello schermo.



Tutto il sistema per&ograve;&nbsp;&egrave;&nbsp;chiaramente frutto di una loso a di qualche anno fa in cui i servizi digitali erano &ldquo;ospiti&rdquo; del veicolo e le funzioni ad essi relegate erano superflue o poco pi&ugrave;. Negli ultimi anni i sistemi digitali, invece, hanno preso letteralmente il controllo dell&rsquo;auto assumendo un ruolo molto pi&ugrave;&nbsp;centrale (e necessario). La scelta di Volvo, pur essendo priva di difetti evidenti, &egrave;&nbsp;in questo caso n troppo &ldquo;tradizionale&rdquo; e sembra invocare un necessario cambio di direzione per i sistemi digitali del marchio svedese. A partire magari da uno schermo sviluppato in orizzontale, decisamente pi&ugrave;&nbsp;pratico per la maggior parte delle applicazioni in auto visto che lo schermo verticale pone non poche limitazioni di visibilit&agrave;: si pensi alle mappe del navigatore. Infatti Volvo dal prossimo modello adotter&agrave;&nbsp;infotainment basato sul sistema operativo Android Automotive.

<h2 style="text-align: justify;">Buona progettazione, assemblaggio non perfetto</h2>

Il giudizio sulla Volvo XC40 Plug-in Hybrid &egrave;&nbsp;complessivamente positivo. L&rsquo;auto si conferma una buona progettazione ma, purtroppo, la messa in produzione lascia spazio a qualche critica nell&rsquo;assemblaggio dei volumi sulla parte esterna. In particolare i profili volumetrici sono piuttosto irregolari specie nella zona porte, mentre i giochi sono costanti. Si avverte anche qualche risparmio economico nelle scelte dei materiali utilizzati come il rivestimento del padiglione o la mancanza delle maniglie per i passeggeri dei sedili posteriori, oltre ad un economico rivestimento superiore della plancia. Lo stesso discorso vale per la scelta di catadiottri adesivi che pero? hanno il difetto di staccarsi facilmente. Viceversa, abbiamo riscontrato un&rsquo;ottima cura nella realizzazione dell&rsquo;impianto guarnizioni e nell&rsquo;assemblaggio degli interni oltre ai giochi tra le parti mobili. Un appunto nale in ne al telecomando che va rivisto per garantirne l&rsquo;ergonomia funzionale.

<span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="3493774" data-k-kid="sn:auto:3493774" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/10/19/162809691-e50d44a1-03e8-4c18-b815-706445f2aa14.jpg" data-k-type="immagine">

Gli interni sono l&rsquo;aspetto in cui la Volvo XC40 eccelle: non tanto per i materiali usati, quanto per l&rsquo;assemblaggio dei componenti, per i giochi minimi nei montaggi e per la cura messa nell&rsquo;impianto guarnizioni davvero ben fatto. La verniciatura esterna invece presenta una evidente buccia d&rsquo;arancia; accettabili i passaruota, in materiale plastico gli anteriori e in riciclato tessile i posteriori; tergi di ultima generazione. La plancia &egrave;&nbsp;sostenuta da un carrier in acciaio e un&rsquo;ossatura in termoindurente rivestita da una morbida finta pelle e sotto da un rigido polipropilene goffrato di diverso colore ad evidenziare le parti che la compongono. Positiva la presenza di diversi vani che si prolungano sul tunnel centrale gommati sul fondo ma piuttosto ridotta la vaschetta del cassetto portaoggetti.

La Volvo XC40, a tre anni dal lancio e dopo aver vinto il premio Auto dell'Anno 2018, si evolve ancora per rispondere alle esigenze della mobilità moderna. Abbiamo provato la versione ibirda-plug in, la Volvo XC40 T5 Recharge, immediatamente riconoscibile dallo sportellino per la ricarica. Il SUV è disponibile solo con la trazione anteriore e il modello provato è capace di 262 cv tra motore termico e sistema ibirdo. Ecco come va e quanto consuma nel test a cura di Arturo Rizzoli

Volvo XC40 T5 Recharge, la prova VIDEO

La svedese alla spina sfodera un ottimo comportamento. L'ibrido più piccolo by Volvo con grande equilibrio tra confort, efficenza (se si carica sempre la batteria), tecnologia e prestazioni. Forse è, prezzo a parte a partire da 57.940 euro. il compromesso attualmente migliore nella gamma XC40

Prova Volvo CX40 T5 Recharge plug-in: le foto

Tutti a bordo. XC40 &egrave;&nbsp;ospitale e quasi regale per chi la guida. Con il plus dell&rsquo;accensione e della partenza nel totale silenzio. Il Twin Engine si presenta bene, ma quanto, eventualmente, si risparmia con una PHEV? Non si scappa, per consumare poca benzina bisogna adottare una mentalit&agrave;&nbsp;nuova: pensare appositamente a cercare un punto di ricarica ad ogni sosta. I 45 km di autonomia elettrica dichiarati nella guida reale diventano circa 35. Se davvero si vuol viaggiare con pochissima spesa (i 10,7 kWh della batteria equivalgono circa 2 euro alla presa domestica) bisogna entrare nell&rsquo;ordine di idee che l&rsquo;accumulatore deve essere sempre carico.

<span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="3493775" data-k-kid="sn:auto:3493775" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/10/19/162816597-f1f63845-4860-48cc-9fbb-07d8778cf05a.jpg" data-k-type="immagine">

In quel caso, i numeri della percorrenza sono sempre interessanti, anche di 25 km/litro su tratte medio-lunghe (circa 100 km) e oltre 30 su quelle corte. Altrimenti col normale funzionamento ibrido (a batteria scarica) i 13 km/litro, secondo i nostri rilevamenti che vedete in tabella, sono quelli che bisogna aspettarsi. Per una ricarica pi&ugrave;&nbsp;pratica e comoda, Volvo ha raggiunto un accordo con Enel X per le wallbox. Si tratta di due pacchetti. JuicePack Home, a partire da 1.590 euro, include il sopralluogo per valutare la linea, la colonnina con cavo Tipo 2 integrato, l&rsquo;installazione e l&rsquo;assistenza. JuicePack Full, da 1.890 euro, aggiunge un bonus da 500 kWh (in pratica 50 pieni) utilizzabile sulla rete di ricarica Enel X, con incluso il servizio di prenotazione delle stazioni di ricarica mediante app.

Possono anche essere acquistati in un secondo momento come accessorio. In condizioni standard, con wallbox da 3,7 kW in meno di tre ore si ricarica la PHEV. Da ricordare che il Decreto Rilancio prevede il rimborso del 110% per le spese di installazione, se eseguita parallelamente a interventi di efficientamento energetico. Nei lunghi trasferimenti autostradali il vantaggio delle versioni Diesel (economicit&agrave;&nbsp;e rapidit&agrave;&nbsp;del rifornimento) c&rsquo;&egrave;. Ma la T5 Recharge PHEV &egrave;&nbsp;certamente pi&ugrave;&nbsp;competitiva di quella a gasolio sia nell&rsquo;uso in citt&agrave;&nbsp;che su strade extraurbane. Il Drive Mode mette a disposizione la modalit&agrave;&nbsp;Hybrid di default, in alternanza on Power, Pure e Off Road. Tutte chiare nelle loro funzionalit&agrave;&nbsp;e vocazione.

<span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="3493777" data-k-kid="sn:auto:3493777" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/10/19/162828874-8092732c-ce3e-4886-8420-b9f20ec139c0.jpg" data-k-type="immagine">

Con la Hybrid e la batteria carica, &egrave;&nbsp;chiaro che si viaggia il pi&ugrave;&nbsp;tempo possibile in elettrico. Scatto e progressione sono due plus non banali, anche al di sopra delle aspettati- ve. Sullo 0-100 abbiamo rilevato 6&rdquo;78 e copre il km da fermo in meno di 28&rdquo;. La XC40 alla spina in ogni modo non e? stata concepita per essere una bruciasemafori, nonostante potenzialit&agrave;&nbsp;non comuni. Comunque non &egrave;&nbsp;il caso di strapazzare il 3 cilindri di 1.5 litri (derivato dal 2 litri, letteralmente togliendo un cilindro) ge- neroso e discreto, senza vibrazioni, ma poco incline a stare sopra ai 4.000 giri. Il cambio infatti interviene puntuale, pur senza essere un fulmine di guerra, in ogni modalit&agrave;&nbsp;ibrida selezionata. Nella posizione B, con il freno motore elettrico che rigenera corrente, la batteria si ricarica piu&ugrave;celermente. Nel nostro caso, nemmeno la gommatura generosa ha in ciato sulla comodit&agrave;, sonora e di marcia, di alto livello. La T5 Recharge PHEV &egrave;&nbsp;godibile in ogni situazione, una trazione anteriore sincera, precisa di sterzo senza essere &ldquo;dura&rdquo;, prevedibile anche nelle manovre d&rsquo;emergenza. La massa di 17 quintali rispetto alle motorizzazioni solo termiche le toglie un pizzico di agilit&agrave;, ben ripagato da un assorbimento encomiabile delle sospensioni.

La XC40 Recharge T5 Plug-in appare il compromesso migliore nella famiglia XC40. Ottime prestazioni (6&quot;78 sullo 0-100), consumi contenuti finch&eacute; la batteria &egrave; carica e poi grande autonomia. ma non fatevi tentare da troppi optional altrimenti il prezzo decolla...

Volvo XC40 T5 Recharge, la giusta via di mezzo

Rilevamenti e Tecnica

Commenti