Audi R8, supercar "sui binari": la prova

Audi R8, supercar "sui binari": la prova

Abbiamo provato in pista la seconda generazione di R8 in versione Plus da 610 cv: stabile e confortevole si guida con grande facilità. Forse anche troppo...

di Alberto Sabbatini

04.11.2016 10:04

Prestazioni

La sensazione a bordo è quello di un’auto da corsa. Si stringe il volante e da lì si comanda tutto. Senza andare più a cercare pulsanti e pomelli sulla plancia. E si guarda sempre nel display da 12,3 pollici davanti agli occhi per qualsiasi informazione: che siano le mappe del navigatore o la stazione radio selezionata. Non esiste altro monitor a bordo. Nemmeno al centro della plancia. È il famoso virtual cockpit, inaugurato con la TT ma che sulla R8 raggiunge il massimo della sua espressione. I progettisti si sono ispirati ai volanti dell’auto da corsa ultima generazione e al modo con cui i piloti interagiscono con i comandi di bordo. Su un’auto da corsa tutto dev’essere a portata di dita perché il pilota non può permettersi nemmeno per un attimo di staccare le mani dal volante. Così sulla R8 è stato ricostruito questo approccio. Il volante della R8 ha due grossi pulsanti in basso, e due più piccoli al di sotto di essi. I due più grandi sono il bottone dello start (rosso) e quello che permette di selezionare la mappatura di guida (“drive select”). Le Quattro opzioni disponibili (confort, automatico, dynamic e individual, cioè programmabile) si azionano poi con una rotella scorrevole sulla razza di sinistra del volante. I due pulsanti più piccoli invece azionano rispettivamente la sonorità di scarico più grintosa (a destra) e la funzione “performance” (a sinistra). Quest’ultimo pulsante è riconoscibile da una serigrafia con bandiera a scacchi e serve a togliere i controlli di guida (traction e controllo di stabilità) per la massima prestazione in pista o per adattarsi alle condizioni del terreno: asciutto, pioggia o neve.

È UN APPROCCIO tutto nuovo quello di comandare l’automobile con un continuo gioco di pollici per azionare i pulsanti senza mai abbandonare la sicura presa del volante guardando sempre davanti a sé sul cruscotto. Non serve distogliere lo sguardo perché non ci sono altri display in giro per l’auto. Fa tanto pilota di F1. Uno può obiettare che sia tutto marketing, ma in realtà è la guida del futuro anche su strada. Vale la pena familiarizzarci perché il virtual display offre grandi vantaggi. Uno fra tutti che la grafica del cruscotto può cambiare a piacere in tre modi diversi. Siete in viaggio? Allora aprendo il pollice mettete la modalità “infotainment”, che privilegia le mappe del navigatore a tutto schermo ridimensionando contagiri e tachimetro. Oppure potete inserire la grafica che ingradisce i due strumenti. Se invece volete guidare sportivamente, selezionate la vista “performance” che posiziona al centro, ben vistoso, il solo contagiri; e quando cambierete marcia con le palette in modalità manuale, la scala del contagiri diventerà verde, poi gialla poi rossa, man mano che vi avvicinate al regime massimo di 8500 giri, per avvisarvi del cambio marcia. Proprio come la striscia di led colorati su un’auto da corsa, solo che qui a colorarsi è la scala del contagiri.

TENERE le mani sempre strette al volante però non basta per guidare forte se la macchina è nervosa e instabile. Invece l’Audi R8 V10 Plus permette di andare davvero forte in scioltezza e con facilità nella guida sportiva. Perché rispetto al vecchio modello, che aveva una certa tendenza sovrasterzante, la nuova R8 è neutra e bilanciata. Viaggia come sui binari. Merito di una combinazione di fattori: il telaio in alluminio riprogettato, è più resistente alle torsioni del 40%; la nuova sospensione a doppi bracci sovrapposti lavora tenendo le ruote sempre perpendicolari al terreno. E il nuovo modulo di ripartizione delle trazione integrale composto da una frizione a lamelle a comando elettro-idraulico, è forse il componente più importante per la dinamica di guida perché svolge un lavoro oscuro ma determinante: riesce a ripartire la coppia in modo più uniforme da 0 al 100% fra i due assi anteriore e posteriore. Anche forzando in pista l’inserimento in curva, non si riesce quasi a farla derapare. Si viaggia sui binari. Con la tranquillità di un sistema anti-sbandamento che sorveglia discretamente e interviene anche se siete nel set up più estremo.

LE PRESTAZIONI della R8 Plus sono comunque straordinarie: nei nostri rilevamenti strumentali la velocità effettiva è risultata di 327,3 km/h, quasi uguale ai 330 dichiarati. L’accelerazione 0-100 addirittura migliore: 3”08. E grazie ai dischi freno carboceramici da 380 mm, la R8 si ferma in appena 30,8 metri dai 100 km/h. Pensate che nel tempo che Usain Bolt impiega per correre i 200 metri (19”83) la R8 copre il km da fermo. Alla maggior parte della gente basterebbe questo per divertirsi e sentirsi appagati. Ma se amate le derapate e per voi una tenuta di strada “sui binari” significa mancanza di brivido e poco piacere di guida, allora c’è sempre sul mercato la cugina più “cattiva”: la Huracán...

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