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Euro 7, slitta a luglio la discussione

Ulteriore rinvio, dopo quello al prossimo aprile, per l'adozione e discussione dei nuovi limiti sugli inquinanti ammessi con lo standard di omologazione Euro 7. Entrata in vigore nel 2025 a rischio

Euro 7, slitta a luglio la discussione

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

16 feb 2022 (Aggiornato il 16 mag 2022 alle 09:57)

È un rinvio che riesce a infastidire sia i gruppi europei che più spingono verso una transizione elettrica della mobilità in Europa, sia l'industria dell'auto. L'adozione dell'insieme di norme che definiranno lo standard di omologazione Euro 7 slitta da aprile a fine luglio.

L'orizzonte immaginato lo scorso anno, per l'entrata in vigore del nuovo ciclo di omologazione, era il terzo trimestre del 2025. Costruttori teoricamente d'accordo, perché il lasso di tempo di 4 anni era ritenuto sufficiente a un adeguamento tecnico delle famiglie di motori termici. 

Quattro anni per adeguarsi

Con lo slittamento a luglio dell'adozione dei valori sulle future emissioni inquinanti, declinate per le auto, i van e i mezzi pesanti, un uguale lasso di tempo a disposizione dell'industria dell'auto vorrebbe dire procrastinare al 2026 l'effettiva entrata in vigore dello standard Euro 7.

Sono scontenti dei ritardi anche i lobbisti del green, che all'Europa chiedono azioni celeri perché subentri il nuovo ciclo di omologazione all'Euro 6, rispetto al quale i valori specifici sulle tipologie di inquinanti risulteranno essere molto più restrittivi. 

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Motori più puliti e costosi da realizzare

Questo farà sì che ai costruttori venga richiesto un adeguamento tecnico dei motori termici attualmente sulla scena. Adeguamento che porterà dei costi per attuare il trattamento degli inquinanti, già oggi con sistemi molto complessi e l'introduzione anche sui benzina dei filtri del particolato, salvo rarissime eccezioni, come alcuni motori Mazda.

Su i costi di produzione dei motori destinati alle auto termiche, su i prezzi di listino. Questo potrebbe innescare conseguenze a cascata sui modelli dei segmenti inferiori, la cui convenienza a essere prodotti potrebbe essere superata da un incrocio dei costi di produzione con quelli di modelli elettrici. Tutto in linea teorica, sulla base di una tendenziale diminuzione costante del prezzo per kilowatt/ora delle batterie.

Punto di pareggio al rialzo

Più care le auto termiche, meno le elettriche, tuttavia, il punto d'incrocio delle due linee sembra essere destinato al rialzo rispetto alla fase attuale. Anche questa si prefigura come un rischioso passaggio verso una povertà della mobilità della quale si è molto discusso con l'orizzonte spostato sulla transizione verso il full electric.

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Tornando allo slittamento dell'adozione dei valori legati all'Euro 7, ad Autonews Europe una portavoce delle istituzioni europee ha commentato: "E' importante garantire una preparazione esauriente di questa proposta. Sulla base delle analisi condotte finora, la Commissione sta lavorando per presentare una solida proposta entro la fine di luglio".

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