Lotus non lascia il Regno Unito, restano i temi legati a dazi, costi e domanda sull'elettrico

Smentite le indiscrezioni dello spostamento da Hethel a una produzione negli USA, Lotus deve fare i conti con consegne in calo del 42% nel primo trimestre dell'anno
Lotus non lascia il Regno Unito, restano i temi legati a dazi, costi e domanda sull'elettrico

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

30 giu 2025

Sulle indiscrezioni di stampa che volevano Lotus prossima a chiudere lo stabilimento inglese di Hethel, per sposare la produzione negli USA, è arrivata pronta la smentita della casa.

Il Regno Unito è il cuore del marchio Lotus, è la casa della produzione delle nostre auto sportive, del nostro centro stile globale, delle attività nel motorsport ed è la casa di Lotus Engineering. Rappresenta anche il nostro più grande mercato in Europa.

Lotus Cars sta continuando con le normali operazioni e non ci sono piani di chiusura dello stabilimento. Stiamo attivamente esplorando opzioni strategiche per migliorare l’efficienza e garantire la competitività globale in uno scenario di mercato in evoluzione”, recita la nota stampa diffusa dal costruttore.

Produzione della Emira ferma

Si inserisce in un contesto che registra lo stop, dallo scorso maggio, della produzione della Lotus Emira, dovuta ai statunitensi del 25% da sostenere per l’esportazione verso l’importante mercato d’Oltreoceano.

L’accordo raggiunto tra USA e Gran Bretagna, per l’accesso sul mercato statunitense di una quota di auto prodotte nel Regno Unito con dazi del 10%, deve ancora entrare in vigore e, sullo sfondo Lotus è reduce da risultati negativi nel primo trimestre dell’anno. Un 2025 nel quale punta a incrementare le consegne del 20% sulle 12.065 unità consegnate nel 2024, di cui il 25% finite in Cina.

Le sportive elettriche non trainano la domanda

Dopo la sorprendente domanda nel 2024 su Lotus Eletre ed Emeya, hyper-elettriche diversissime dal DNA del Marchio, la domanda sui modelli sportivi a batteria è in crisi e Lotus ne risente al pari di altre realtà. Resta, pertanto, un tema da risolvere, legato al prodotto.

Già nel 2024, con una buona domanda sulle elettriche Emeya ed Eletre, Geely indicava l’arrivo di una motorizzazione ibrida ad altissime prestazioni da affiancare all’elettrico. Una strategia che, però, non vedrà la luce prima del 2026 e partendo dal mercato cinese. Una necessità per Lotus come per molti altri costruttori di auto sportive e di lusso, nell’imperversare di una crisi che all’incertezza commerciale per i dazi applicati dagli USA somma la certezza di una domanda sull’elettrico, per la fascia di mercato delle supersportive, che sta scemando.

L'ipotesi Lotus negli USA accanto alle Volvo

Smentita la chiusura del sito inglese, che ha una capacità produttiva potenziale da 10 mila auto all’anno e, nel 2024, ha prodotto 5.000 Emira, non cambia la necessità di ridurre i costi. Quanto allo scenario alternativo, escluso da Lotus e oggetto dei rumours, riguardava la possibilità che Lotus sbarcasse negli Stati Uniti, localizzando parte della produzione presso il sito Volvo in South Carolina, beneficiando delle sinergie interne al Gruppo Geely.

Quanto alle garanzie sulla permanenza del marchio in Gran Bretagna si baserebbero anche sulle trattative in corso con il governo inglese per supportare i posti di lavoro.

“Negli ultimi 6 anni abbiamo investito in modo significativo nella ricerca e sviluppo e nelle operazioni nel Regno Unito. Lotus resta impegnata nei confronti del Regno Unito, dei suoi clienti, dipendenti, concessionari, fornitori come anche verso la sua orgogliosa tradizione britannica”.

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