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Mercato auto usate 2025, cresce grazie alle minivolture

Il mercato torna in positivo a giugno: +0,4% con 422 mila passaggi di proprietà, trainato dalle minivolture e con un rapporto usato/nuovo che tocca quota 1,9
Mercato auto usate 2025, cresce grazie alle minivolture
© Chuttersnap (Unsplash)

Luca TalottaLuca Talotta

1 set 2025

Dopo la battuta d’arresto di maggio, il mercato dell’auto usata in Italia segna un nuovo passo avanti. A giugno 2025 sono stati registrati 422.627 trasferimenti di proprietà, in lieve crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. A incidere in maniera decisiva è stato l’andamento delle minivolture, ossia i passaggi di proprietà temporanei tra operatori prima della vendita al cliente finale, che hanno registrato un +1,5%.

Il semestre si chiude quindi con un totale di 2,8 milioni di trasferimenti, pari a una crescita complessiva del 2,5% rispetto al 2024. Un dato che conferma quanto il comparto dell’usato resti fondamentale per la mobilità degli italiani, soprattutto in un contesto in cui il nuovo fatica a riprendersi.

Diesel e benzina ancora in testa, crescono le ibride

Sul fronte delle alimentazioni, il quadro rimane chiaro: il diesel resta la motorizzazione più diffusa, anche se in calo, con il 41,1% di quota di mercato a giugno (42,4% nel cumulato del semestre). La benzina segue da vicino con il 38,5% e conferma un leggero recupero.

Il vero exploit è quello delle ibride, che toccano il 10,6% dei trasferimenti nel mese e il 9,7% nel cumulato. GPL e metano mantengono posizioni marginali (rispettivamente 5,4% e 2%), mentre le auto elettriche e le plug-in, pur restando a quote ridotte, continuano a crescere: 1,1% e 1,3% a giugno. Segnale che l’elettrificazione, almeno sul fronte dell’usato, sta lentamente facendo breccia.

Rapporto usato/nuovo: quasi due a uno

Il dato più emblematico arriva dal confronto con le immatricolazioni di auto nuove. Nel primo semestre 2025, per ogni auto nuova acquistata in Italia ne sono state comprate 1,9 usate (contro 1,8 nello stesso periodo del 2024). In totale, sono state acquistate 1,594 milioni di vetture di seconda mano a fronte di 860 mila nuove immatricolazioni.

Il risultato non sorprende: i prezzi elevati del nuovo, la scarsa disponibilità di modelli entry level e la lentezza degli incentivi hanno spinto molti automobilisti a orientarsi verso l’usato, spesso più accessibile e immediatamente disponibile.

L’analisi per età e regioni

Guardando all’anzianità delle vetture scambiate, la tendenza resta stabile: quasi la metà delle auto usate comprate in Italia ha più di 10 anni (48% dei trasferimenti a giugno). Le vetture più giovani, fino a 4 anni, rappresentano appena il 23,2% del mercato, un dato che evidenzia come la maggior parte degli acquisti ricada ancora su modelli datati, con inevitabili riflessi anche in termini di sicurezza ed emissioni.

A livello geografico, la Lombardia si conferma la regione leader con il 16% delle transazioni, seguita da Lazio (10,1%) e Campania (9%). Sicilia, Piemonte e Veneto chiudono la top five con quote comprese tra l’8,6% e il 7,7%.

Minivolture sempre più strategiche

Le minivolture, come detto, rappresentano un driver fondamentale. A giugno, oltre il 57% delle permute è stato realizzato da privati o aziende, mentre i ritiri degli operatori sono saliti al 28,4%. Significativo anche il ruolo delle auto ibride e plug-in in questo segmento, rispettivamente al 12,9% e al 2,1%, con le elettriche pure all’1,7%.

Questo dato dimostra come, nonostante i limiti, anche il canale dell’usato stia iniziando a registrare un rinnovamento tecnologico che, seppur lento, appare ormai irreversibile.

Un mercato che fotografa i limiti della mobilità italiana

Il mercato delle auto usate in Italia, pur registrando un segnale positivo, fotografa un problema strutturale. Da un lato la domanda resta forte perché l’usato è spesso l’unica scelta sostenibile per le famiglie. Dall’altro lato, però, si continua a privilegiare vetture vecchie e inquinanti, mentre i modelli più recenti restano minoritari.

È chiaro che, senza politiche strutturali e incentivi mirati, il rischio è quello di un parco circolante sempre più obsoleto: basti pensare che in Italia oltre il 57% delle auto ha più di 10 anni. Una realtà che contrasta con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea e che penalizza sia gli automobilisti sia l’industria.

Gli automobilisti hanno bisogno di certezze e strumenti concreti, non di promesse rimandate. E il mercato dell’usato, per quanto vitale, non può continuare a essere l’unico rifugio per chi non riesce a permettersi il nuovo.

 

 

 

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