Bollo auto 2026: cambia il pagamento, ma il superbollo resta

Dal 1° gennaio 2026 debutta un nuovo sistema di scadenze più chiaro e uniforme per le auto immatricolate da quella data, mentre la tanto discussa sovrattassa sui motori potenti non scompare
Bollo auto 2026: cambia il pagamento, ma il superbollo resta
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Luca TalottaLuca Talotta

Pubblicato il 5 novembre 2025, 08:02

Dal 1° gennaio 2026 cambiano le regole per il bollo auto. Non si tratta di un aumento né di una rivoluzione fiscale, ma di una semplificazione delle modalità di pagamento. Il nuovo sistema renderà più intuitiva la gestione delle scadenze, uniformando un meccanismo che finora variava da regione a regione. Una novità utile per i cittadini, ma che si applicherà solo ai veicoli immatricolati a partire dal 2026.

Nel frattempo, il tanto discusso superbollo resta in vigore, nonostante le promesse di revisione e le critiche di gran parte del settore automobilistico, che da anni ne chiede l’abolizione.

Come cambia il bollo auto dal 2026

Con l’entrata in vigore del nuovo sistema, il pagamento del bollo sarà finalmente più semplice da ricordare. Per le auto immatricolate dal 1° gennaio 2026, il primo versamento dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione, e la tassa avrà validità di 12 mesi.

Esempio:

  • Se l’auto viene immatricolata il 2 maggio 2026, il primo bollo dovrà essere pagato entro il 30 giugno 2026.
  • Gli anni successivi, la scadenza si rinnoverà entro l’ultimo giorno del mese di immatricolazione (quindi 31 maggio 2027, 31 maggio 2028, e così via).

Un metodo più logico e coerente, già sperimentato con successo da regioni come la Lombardia, che adesso diventa standard nazionale.

Inoltre, il nuovo sistema prevede che, in caso di pagamento effettuato per errore verso una regione diversa da quella di residenza, sarà lo Stato a gestire automaticamente la compensazione tra le amministrazioni. Niente più burocrazia o richieste di rimborso: sarà tutto automatizzato.

Superbollo: tra promesse e rinvii

Nonostante le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che lo scorso maggio all’Automotive Dealer Day aveva ribadito la volontà di rimodulare o eliminare il superbollo, la sovrattassa rimane.

Introdotto nel 2011, il superbollo colpisce i veicoli con potenza superiore ai 185 kW (252 CV), imponendo 20 euro per ogni kW eccedente. Dopo cinque anni dall’immatricolazione, l’importo si riduce del 40%, e scende progressivamente fino all’azzeramento dopo 20 anni.

Secondo le stime del Ministero dell’Economia, il get­tito fiscale annuo del superbollo è di circa 200 milioni di euro, una cifra modesta rispetto all’impatto negativo che questa tassa ha sul mercato del lusso, sull’industria automotive e sull’indotto legato all’usato.

Salvini ha definito il superbollo «una tassa inutile che penalizza il settore», ma al momento il Governo non ha trovato una copertura finanziaria per abolirlo. Risultato: il superbollo resterà anche nel 2026, almeno fino a nuovo ordine.

Obiettivo: semplificare il rapporto tra automobilisti e fisco

L’intervento del Governo mira a snellire la gestione del bollo auto e ridurre gli errori nei versamenti, rendendo la tassa più chiara e facilmente gestibile.

Il nuovo sistema punta anche a migliorare l’efficienza dei flussi di pagamento tra regioni, oggi spesso causa di ritardi e disallineamenti.

L’obiettivo è quello di digitalizzare completamente la riscossione, integrando il bollo con i servizi online del Portale dell’Automobilista, dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e delle piattaforme PagoPA.

Per gli automobilisti non cambiano invece i criteri di calcolo del bollo, che continueranno a basarsi su:

  • potenza del motore (kW);
  • classe ambientale (Euro 0-6);
  • regione di residenza;
  • eventuali agevolazioni (auto storiche, ibride o elettriche).

Le prospettive per gli automobilisti

Il nuovo sistema dovrebbe semplificare la vita ai proprietari di auto nuove, evitando dimenticanze o sovrapposizioni di scadenze. Tuttavia, molti osservatori sottolineano che la vera riforma attesa riguarda l’eliminazione del superbollo e la rimodulazione del bollo auto in chiave ambientale, premiando chi sceglie veicoli a basse emissioni.

La transizione ecologica e il calo delle immatricolazioni di auto termiche, infatti, stanno già riducendo il gettito fiscale legato al bollo. Servirà quindi una riflessione più ampia su come finanziare in futuro la mobilità pubblica e privata senza penalizzare chi sceglie l’innovazione.

In attesa di una riforma strutturale, gli automobilisti potranno almeno contare su scadenze più chiare e automatismi più efficienti. Una piccola, ma significativa, vittoria di buon senso.

 

 

 

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