Porsche Cayenne 3.0 Diesel

Bisogna ammettere che sulle prime fa un certo effetto girare una chiave d’accensione posta a sinistra, come da tradizione Porsche, e poi sentire il classico ticchettio di un diesel.
È comunque una sensazione che dura poco: tempo di scaldare i muscoli e lascia spazio a una rotondità di funzionamento che soltanto i sei cilindri sanno offrire. Il 3 litri V6 di Casa VW/Audi, qui nella variante più ricca di coppia (57,1 kgm) che finora soltanto la Touareg poteva vantare, è un esempio di fluidità e morbidezza d’erogazione.
E se si chiamano in causa tutti i 240 cavalli sa anche offrire spunti sportiveggianti nonostante i 24 quintali della Cayenne. Lo testimoniano sia i tempi rilevati (7”85 sullo 0-100) sia le sensazioni che si riscontrano a bordo, ossia quelle di essere sospinti da un propulsore propenso a salire di giri sin dai regimi più bassi. L’unico appunto è una certa rombosità di funzionamento quando ci si trova attorno ai 1500 giri, ed è una quota niente affatto rara da incontrare poiché il cambio automatico riesce sempre a piazzare lì l’ago del contagiri quando si viaggia con un filo di gas.
Il cambio automatico denuncia alcuni slittamenti, ma la Cayenne si rifà al capitolo sterzo, con un volante degno di una GT per precisione e quantità d’informazioni trasmesse. Ottimo il valore d’arresto, incredibilmente contenuto in relazione alle masse: da 100 km/h bastano appena 34,7 metri. In un impiego misto fra città e autostrada si va difficilmente oltre gli 8/8,5 km/litro di media reale. C’è di buono che le soste sono poco frequenti grazie all’elevata autonomia, garantita dal serbatoio di 100 litri per la Cayenne. La che la Cayenne è afflitta da un certo coricamento laterale, ma nonostante ciò appare tutt’altro che fuori luogo in un percorso misto.