Audi A5 Sportback: più coupé della Coupé

Prestazioni

La seduta è da coupè, e la visibilità per certi versi pure: la linea di cintura alta e il taglio dei cristalli laterali riducono un poco il campo visivo, di fianco e sulla tre quarti. E in manovra i sensori di parcheggio tornano quanto mai utili. Il posto di guida beneficia di ancoraggi adeguati per le gambe, nonché della concezione avvolgente ( ottimo l’appoggio per le spalle) e delle ampie possibilità di regolazione offerte dai sedili, compresa la lunghezza del cuscino. Altrettanto dicasi per la mobilità del volante, contenuto nelle dimensioni come nell’estensione della corsa, meno di tre giri da un capo all’altro. Resta soltanto da prender confidenza con il nugolo di pulsanti che affolla la zona tunnel: a richiesta c’è anche quello che provvede all’avviamento del motore.
Fra i tanti quattro cilindri a gasolio in circolazione, il TDI da 170 cv è uno dei pochi che fanno sfoggio di un temperamento sportivo: già il regime massimo di rotazione, 5400, è insolitamente elevato. E altrettanto inconsueta è la rapidità con cui prende i giri: il turbo inizia a farsi sentire piuttosto in basso, attorno ai 1400, per garantire poi una risposta pronta e decisa nella fascia di maggiore utilizzo, fra i 2000 e i 3000. Più su, la spinta resta costante almeno sino a intercettare quota 5000. Aggiungetevi che le sei marce sono correttamente spaziate, e trovate la ragione degli eccellenti tempi di ripresa che trovate in tabella. In termini di rumorosità il motore è anche piuttosto discreto, e lascia spazio soltanto a un po’ di ruvidità. Alla fine, l’unico disturbo di una certa rilevanza è lo “ scroll” che accompagna la ripartenza quand’è attivato lo Start and Stop. Dispositivo che entra in funzione rapidamente, dopo gli avviamenti a freddo, e che prevede il riavvio istantaneo del motore al primo accenno di intervento sullo sterzo, oltre che premendo la frizione. Per quanto riguarda i consumi, soddisfano quelli ad andatura costante ( 14,1 km/ litro in autostrada) e tutto sommato le medie generali si attestano sui 13- 14 km/ litro. Semmai è in città che non ha staccato il primato, con 9,5 km/ litro.
Oltre alle citate doti di ripresa, la Sportback vanta credenziali di tutto rispetto anche in accelerazione ( sotto i 9” sullo 0- 100) mentre la velocità massima resta ampiamente al di sotto del valore dichiarato.
Nel complesso comunque le basi per una guida brillante ci sono tutte; il resto lo mettono le qualità di un autotelaio pronto e reattivo. Complici l’assetto sportivo ( a richiesta) e la gommatura maggiorata, la Sportback si fa apprezzare soprattutto da chi cerca la precisione di guida: l’assetto lascia ben poco spazio ai coricamenti e consente traiettorie pulite sia sul veloce sia nel misto stretto, dove la prontezza di inserimento mostra di non pagare più di tanto al passo lungo. Il tutto col conforto di uno sterzo ai limiti dell’impeccabile per precisione e progressività: solo alle velocità più basse il comando perde consistenza, in favore della facilità di manovra. Per il resto, offre un’eccellente sensazione del contatto con la strada: resta spazio per qualche reazione fastidiosa soltanto in presenza di sconnessioni longitudinali del fondo stradale. E quando si esagera nell’accelerare a ruote sterzate, o l’aderenza è carente, la perdita di motricità viene prontamente contenuta dall’elettronica, il cui supporto si rivela fondamentale anche per il controllo delle reazioni del retrotreno che si innescano a seguito di violente correzioni di sterzo. Reazioni che escludendo totalmente l’ESP ( come il selettore consente di fare) si rivelano ampie quanto decise.
Note tendenti al positivo infine per l’impianto frenante, per via della prontezza del comando ma al tempo stesso per la facilità con cui si riesce a dosarne l’azione. Così come non ci sono che da tessere elogi per il cambio, preciso nei movimenti e secco negli innesti, a testimonianza di una vettura concepita nel segno dello sport, più che del back.