Hyundai Genesis Coupè 2.0 Turbo, spinta di classe e tutto di serie!

Design

Per quanto riguarda gli interni, una volta specificato che esiste un solo allestimento Sport, in comune per entrambe le versioni di motore, e non sono previsti optional — nel senso che tutto ciò che è disponibile è presente già di serie, con l’unica eccezione del già citato alettone — è ottima l’impressione ricavata dai materiali. Si parte ovviamente dal rivestimento in pelle dei sedili, ma non sfigurano nemmeno le plastiche della plancia: la superficie maggiore è morbida al tatto, mentre gli elementi rigidi e lucidi come la parte della console centrale si rivelano solidi e non “scricchiolosi”.
Lo spirito sportivo viene ritrovato in certi elementi in alluminio, come la pedaliera, oppure nel pulsante per l’avviamento e lo spegnimento, mentre la chiave può stare tranquillamente in tasca o essere inserita in una apposita sede nella console. Sportiva ma non spartana, la Genesis offre a chi entra una certa impressione di rifinitura e di spaziosità: se vi sono piccoli nei come i bulloni che fissano i sedili al pianale piuttosto a vista, dall’altra fanno da contraltare soluzioni come i fermi che impediscono ai tappetini di scivolare in avanti. I sedili sono regolabili pure in altezza, con quello del guidatore a comandi elettrici; un’ulteriore differenza sui due lati, è che quello del passeggero scorre in avanti per facilitare l’accesso posteriore, buono. La nota negativa è che su entrambi i lati non c’è la “memoria”, per cui dobbiamo tornare a regolare lo schienale tutte le volte che qualcuno sale dietro. Anche il volante è regolabile, permettendo di trovare una buona posizione di guida. Se non si è alti, inoltre, la posizione del sedile permetterà a chi sta dietro di avere spazio per le gambe; ricordiamoci che è pur sempre una 2+2.
 I vani portaoggetti non sono tantissimi ma non si avvertono mancanze: favorevoli in questo senso la custodia per gli occhiali nel padiglione e il vano sotto al bracciolo centrale. Quest’ultimo, piuttosto, è un po’ prominente e ostruisce un poco le cambiate, anche per via della leva piuttosto corta. In una dotazione abbastanza completa (c’è pure il cruise control) viene a spiccare l’assenza anche a richiesta del navigatore. Il fatto è che in America questo fa parte di un particolare pacchetto satellitare che non era possibile sfruttare da noi. In attesa di un’alternativa a quelli portatili, va rimarcato che questa piccola mancanza è controbilanciata dall’ingresso iPod e dall’ottimo impianto stereo Infiniti (non il marchio automobilistico giapponese...).