Peugeot RCZ 1.6 200cv, rinnovata e divertente, ecco come va su strada

Peugeot RCZ 1.6 16V THP 200cv

di Maurizio Voltini

18.07.2013 ( Aggiornata il 18.07.2013 14:23 )

Prestazioni

Se vi se dete davanti, sulla RCZ, non avete proprio di che lamentarvi: a prescindere dalla tipologia di rivestimento, i sedili sono accoglienti e avvolgenti, e lo spazio disponibile è notevole. Anzi viene naturale una posizione “sportiveggiante” che allontana le spalle dalla consolle e di conseguenza fa ottenere ancor più aria.

Con l’aiuto delle varie regolazioni elettriche si ottiene dunque un buon assetto di guida, e a non permettere una frazione di voto in più è giusto la pedaliera, bella ma parecchio sfalsata; in più la frizione stacca piuttosto in alto, anche se forse ciò era solo per la specifica vettura provata. Con un po’ di abitudine si arriva tuttavia ad apprezzare le numerose altre qualità della RCZ, posto che la questione degli occupanti posteriori “sacrificati” non sia un problema che ci tange. Appena in movimento, infatti, si possono cogliere quasi senza soluzione di continuità sia l’ottima erogazione del motore, sia la precisione di guida. Quest’ultima si avvale di sospensioni piuttosto “ferme” che assieme alle ruote ribassate (qui abbiamo quelle da 19 secondi) offrono un buon appoggio ma inficiano il confort, altrimenti buono sotto gli altri aspetti.

Da parte sua il 1.6 THP turbo da 200 cavalli conferma la sua generosità che l’ha appena eletto a propulsore di una vettura dalle grandi aspettative come la 208 GTi, ma anche su questa RCZ non demerita proprio, nonostante un peso attestato sui 1356 chilogrammi complessivi. Per avvertire un ritardo di risposta bisogna proprio pestare il gas a basso regime, altrimenti la reattività è più che accettabile e soprattutto il motore offre una spinta lineare praticamente a tutti i regimi, anche quelli alle due estremità della curva di potenza e coppia. Così, nonostante la buona aerodinamica della RCZ permetta di raggiungere dei ragguardevoli 234 chilometri orari massimi e di conseguenza richieda una sesta marcia adeguatamente lunga, in ripresa non si scherza anche nel rapporto superiore.

Così ci si “attacca al cambio” solo quando si vogliono proprio le massime prestazioni, perché nelle situazioni meno aggressive si ottiene al contrario un buon relax di guida, da questo punto di vista. E nella guida cittadina risulta molto favorevole l’ottima visibilità verso tutti i lati, grazie alle superfici vetrate e ai montanti che, per quanto un po’ spessi, sono molto inclinati. In parcheggio non si “colgono” bene gli spigoli, ma in questo frangente vengono in aiuto i sensori (quelli posteriori sono di serie).

In accelerazione abbiamo ottenuto 6”79 da 0 a 100 km/h, un valore nella media. Il fatto è che da una vettura così caratterizzata come la RCZ si vorrebbe di più (anche come potenza), ma non preoccupiamoci più di questo, dato che arriverà presto una versione più sportiva anticipata a Parigi dalla “R concept”: facendo seguito anche ai successi sportivi della RCZ, sarà dotata del nuovo 1.6 da 260 cavalli e di altri sviluppi su sospensioni e differenziale (si parla di un Torsen). Forse anche per questo motivo, sulla RCZ provata ci si è potuti concentrare sullo sviluppo della gestione elettronica anche in altri sensi, e così abbiamo ottenuto risultati inaspettati nella prova di consumo, migliorata rispetto alla versione 2010 con cui avevamo rilevato una media di 14,1 chilometro/ litro, ora salita a 15 grazie soprattutto a netti miglioramenti alle andature costanti, mentre in città il valore resta quasi invariato

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